Camillo Di Pietro
Camillo Di Pietro (Roma, 10 gennaio 1806; † Roma, 6 marzo 1884) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano, camerlengo e decano del Collegio Cardinalizio.
Biografia
Nato a Roma apparteneva ad una famiglia, da parte di padre, di mercanti delle campagne che si arricchirono ed entrarono nel patriziato di Terni e Spoleto; e da parte di madre dei duchi di Sermoneta, eminenti membri dell'aristocrazia romana, discendenti di papa Bonifacio VIII. Secondo dei sette figli di Domenico di Pietro e Faustina Caetani (1785-1832). Pronipote del cardinale Michele Di Pietro, il suo cognome è anche indicato come De Petro.
Formazione e attività prelatizia
Compiuti gli studi umanistici e filosofici al Collegio Romano e di teologia al Seminario Romano, al Collegio di Protonotari Apostolici di Roma. Il 30 agosto 1827 sostenne una pubblica disputa "de historia ecclesiastica" davanti a Leone XII[1]. Conseguì il dottorato in utroque iure, diritto civile e diritto canonico il 10 maggio 1829.
Già relatore della Sacra Consulta dal 15 dicembre 1828, fu promosso prelato domestico divenendo prelato aggiunto della Sacra Congregazione del Concilio Tridentino e Referendario dal 15 gennaio 1829. Nominato Protonotario apostolico non partecipante prima del 10 novembre 1830, ebbe modo di mostrare le sue capacità oratorie il 13 dicembre seguente, quando pronunciò l'orazione funebre per papa Pio VIII davanti ai cardinali riuniti per il conclave[2].
Venne nominato delegato apostolico a Orvieto, dove fece il suo ingresso il 28 luglio 1832 e a Spoleto dal 20 gennaio 1834 al 1835. Il 6 aprile 1835 papa Gregorio XVI lo richiamò a Roma e lo nominò uditore della Sacra Romana Rota; confermato nel suo incarico con motu proprio del 27 aprile 1835, prestò giuramento il 16 novembre 1835 entrando in carica il successivo 23 novembre. Ricevette il suddiaconato il 19 maggio 1839 e il diaconato il 2 giugno successivo; venne ordinato sacerdote il 16 giugno 1839 e si dimise dall'incarico di Uditore della Sacra Romana Rota il 19 agosto dello stesso anno.
Ministero episcopale
Eletto arcivescovo titolare di Berito, fu consacrato il 14 luglio 1839 nella Chiesa dei Santi Domenico e Sisto a Roma, dal cardinale Chiarissimo Falconieri Mellini, arcivescovo di Ravenna, assistito da Ignazio Giovanni Cadolini, Arcivescovo titolare di Edessa di Osroene e da Fabio Maria Asquini, arcivescovo titolare di Tarso. Fu nominato nunzio apostolico nel Regno delle Due Sicilie il 27 luglio[3], 1839, fu trasferito il 29 giugno 1844 alla delegazione in Portogallo elevata a Nunziatura apostolica dal 25 settembre 1847.
Assistente al Soglio Pontificio, 12 febbraio 1841.
Cardinalato
Fu creato cardinale nel concistoro del 19 dicembre 1853 da Pio IX, riservato "in pectore"; pubblicato nel concistoro del 16 giugno 1856 ricevette il cappello rosso e il titolo di San Giovanni a Porta Latina il 17 febbraio 1859.
Noto per le capacità diplomatiche, rientrò in patria dopo una lunga permanenza all'estero accompagnato anche dalla fama di raffinato uomo di mondo: all'indomani della Presa di Roma fu uno dei pochi componenti del Sacro Collegio che sembrava disposto a intraprendere una trattativa con lo Stato italiano per giungere a una soluzione della "questione romana". Nominato presidente del Supremo Consiglio degli Affari Pubblici il 10 agosto 1859 e prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica dal 29 agosto 1863 al 1867, divenne camerlengo del Collegio Cardinalizio dall'8 gennaio 1866 al 22 febbraio 1867.
Il 20 settembre 1867 optò per l'ordine dei cardinali vescovi e la Sede suburbicaria di Albano, fu posto alla guida della Congregazione del Censo dal 20 dicembre 1867 al 1870. Optò per la Sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina il 12 marzo 1877. Quando divenne sottodecano del Collegio Cardinalizio svolse un ruolo essenziale nell'organizzazione del conclave del 1878 ottenendo dal governo italiano le necessarie garanzie per il suo svolgimento; fu il primo conclave, che vide eletto papa Leone XIII, celebrato dopo che la Santa Sede aveva perso lo Stato Pontificio. Divenuto camerlengo di Santa Romana Chiesa, il 28 marzo 1878 optò per la Sede suburbicaria di Ostia e Velletri; il 15 luglio dello stesso anno divenne Decano del Collegio Cardinalizio e Protettore del Regno del Portogallo.
Morte
Morì il 6 marzo 1884, alle ore 20, di pleuropolmonite, nella sua residenza romana di Via Panisperna, dopo aver ricevuto i sacramenti della Chiesa dal parroco di Santa Maria dei Monti e la benedizione apostolica. Esposto nella Chiesa di Santa Maria ai Monti, i funerali ebbero luogo nella Chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi a Roma alle ore 10, celebrati da Francesco Giordani[4], Vescovo titolare di Areopoli, suffraganeo di Velletri; l'assoluzione finale fu impartita dal cardinale Carlo Sacconi, vice-decano del Collegio cardinalizio.
Erano presenti i cardinali Jean-Baptiste-François Pitra, O.S.B., Flavio Chigi, Giovanni Simeoni, Johannes Baptiste Franzelin, S.J., Lucido Maria Parocchi, Lodovico Jacobini, Teodolfo Mertel, Giuseppe Pecci, Francesco Ricci Paracciani, Pietro Lasagni e Angelo Maria Jacobini. Erano anche presenti gli ambasciatori di Portogallo, Austria-Ungheria, Francia e Brasile presso la Santa Sede, nonché rappresentanti di Spagna, Cile e dei Cavalieri di Malta, di cui era balivo il cardinale Di Pietro. Fu sepolto nel Cimitero del Verano, a Roma.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Enrico Benedetto Stuart
- Papa Leone XII
- Cardinale Chiarissimo Falconieri Mellini
- Cardinale Camillo Di Pietro
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Berito | Successore: | |
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Gabriel della Genga Sermattei | 8 luglio 1839 - 16 giugno 1856 | Manuel Teodoro del Valle Seoane |
Predecessore: | Nunzio apostolico nel Regno delle Due Sicilie | Successore: | |
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Fabio Maria Asquini | 27 luglio 1839 - 29 giugno 1844 | Pietro Antonio Garibaldi |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Portogallo (internunzio fino al 24 settembre 1847) |
Successore: | |
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Francesco Capaccini | 29 giugno 1844 - 16 giugno 1856 | Innocenzo Ferrieri |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Giovanni a Porta Latina | Successore: | |
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Giacomo Luigi Brignole | 15 aprile 1859 - 20 settembre 1867 | Joseph Hippolyte Guibert, O.M.I. |
Predecessore: | Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica | Successore: | |
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Pietro Marini | 29 agosto 1863 - 20 dicembre 1867 | Carlo Sacconi |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Sisto Riario Sforza | 8 gennaio 1866 - 22 febbraio 1867 | Karl August Graf von Reisach |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | |
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Ludovico Altieri | 20 settembre 1867 - 12 marzo 1877 | Carlo Luigi Morichini |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione del Censo | Successore: | |
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Giuseppe Bofondi | 20 dicembre 1867 - 20 settembre 1870 | congregazione soppressa |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | |
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Luigi Amat di San Filippo e Sorso | 12 marzo 1877 - 15 luglio 1878 | Carlo Sacconi |
Predecessore: | Sottodecano del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Luigi Amat di San Filippo e Sorso | 12 marzo 1877 - 15 luglio 1878 | Carlo Sacconi |
Predecessore: | Camerlengo di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Vincenzo Gioacchino Pecci | 28 marzo 1878 - 6 marzo 1884 | Domenico Consolini |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Ostia e Velletri | Successore: | |
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Luigi Amat di San Filippo e Sorso | 15 luglio 1878 - 6 marzo 1884 | Carlo Sacconi |
Predecessore: | Decano del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Luigi Amat di San Filippo e Sorso | 15 luglio 1878 - 6 marzo 1884 | Carlo Sacconi |
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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