Beata Eliswa Vakayil
| Beata Eliswa Vakayil, C.T.C. Religiosa | |
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| Beata | |
| Beata madre Eliswa | |
| Incarichi attuali | |
| Priora | |
| Età alla morte | 81 anni |
| Nascita | Ochanthuruth 15 ottobre 1831 |
| Morte | Varappuzha 18 luglio 1913 |
| Sepoltura | Convento di San Giuseppe (Varappuzha - India) |
| Professione religiosa | 13 febbraio 1866 |
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Iter verso la canonizzazione | |
| Venerata da | Chiesa cattolica |
| Venerabile il | 2023, da Francesco |
| Beatificazione | 8 novembre 2025, da Leone XIV |
| Ricorrenza | 18 luglio |
| Collegamenti esterni | |
| Sito ufficiale o di riferimento Scheda su santiebeati.it | |
Beata Eliswa Vakayil (Ochanthuruth, 15 ottobre 1831; † Varappuzha, 18 luglio 1913) è stata una religiosa indiana della Congregazione delle Carmelitane Teresiane, pioniera della vita religiosa femminile nel Kerala[1].
Cenni biografici
Nacque il 15 ottobre 1831 nella parrocchia di Cruz Milagres a Ochanthuruth, nello Stato indiano del Kerala e nel Vicariato apostolico di Verapoly, ora arcidiocesi. Era la primogenita di Thomman e Thanda (Kathreena), ricchi proprietari terrieri, molto credenti.
Sin dall'infanzia ebbe una forte inclinazione alla preghiera e alla penitenza, meravigliando molti per la sua devozione a Gesù nel Santissimo Sacramento e alla Vergine Maria. Era anche molto attenta ai bisogni dei poveri e degli svantaggiati.
Dopo aver ricevuto da un precettore, gli insegnamenti culturali di base, a sedici anni, fu data in sposa a Vatharu Vakayil, un ricco uomo d'affari di Koonammavu, con il quale, nel 1851, ebbe una figlia. Rimasta vedova l'anno seguente, scelse una vita di preghiera e di solitudine, scandita dalla frequente partecipazione ai sacramenti e dalla cura dei poveri, vivendo in una semplice capanna.
Nel 1862 conobbe il Carmelitano Scalzo italiano padre Leopoldo Beccaro e, con la sua guida spirituale, diede vita alla prima Congregazione locale del Kerala, il Terz'Ordine delle Carmelitane Scalze (T.O.D.C.), divenute poi Congregazione delle Carmelitane Teresiane (C.T.C.). La vita della nuova famiglia religiosa univa alla contemplazione la vita attiva nell'istruzione e formazione delle fanciulle povere ed orfane, nell'assistenza degli abbandonati e dei più bisognosi.
Seguita dalla figlia e dalla sorella più giovane, inizialmente visse in una casa costruita con canne di bambù all'interno della proprietà della figlia a Koonammavu, dove più tardi fu costruito il convento di Santa Teresa. Alle tre donne, legate alla Chiesa di rito latino, si unirono altre donne di rito siro-malabarese. Per questo per i primi vent'anni la Congregazione si sviluppò con il doppio rito. Il 13 febbraio 1866 le tre donne di rito latino (Eliswa, Thresia e Anna) ricevettero lo scapolare carmelitano e, il 6 luglio 1868, emisero la professione religiosa.
In seguito alla decisione di Leone XIII di erigere i primi Vicariati siro-malabaresi, nacquero due istituti religiosi femminili indipendenti: la Congregazione delle Carmelitane Teresiane (C.T.C.) di rito latino e la Congregazione della Madre del Carmelo (C.M.C.) di rito siro-malabarese. In queste circostanze, Madre Eliswa fondò un nuovo convento di San Giuseppe, con le consorelle di rito latino, a Varappuzha, dove trascorse gli ultimi ventitré anni della vita, svolgendo l'incarico di priora, maestra delle novizie, educatrice delle ragazze e delle orfane.
Morì nel convento di San Giuseppe a Varappuzha (India) il 18 luglio 1913.
Madre Eliswa visse una profonda unione con il Signore, attraverso la Santa Comunione e le lunghe ore davanti al Santissimo Sacramento.
Ebbe sempre una grande fiducia in Dio e la speranza della meta celeste la sostenne nelle difficoltà, che affrontava con serenità. La sua speranza risplendette eroicamente nelle difficoltà legate alla fondazione della nuova Congregazione.
Mostrò amore verso Dio soprattutto per il suo impegno di preghiera e per la puntualità con cui sbrigava i propri doveri, prima di sposa e madre, quindi di suora e fondatrice di un istituto religioso. L'espressione del suo amore verso Dio si manifestava nell'amore verso il prossimo, per amore del quale fondò una nuova congregazione religiosa per l'educazione delle fanciulle povere oppure orfane, l'assistenza degli emarginati e dei più bisognosi. Con la sua attività contribuì alla promozione umana ed intellettuale delle donne nel complesso contesto sociale e religioso indiano.
La fama di santità si manifestò durante la vita e dopo la sua morte, giungendo sino ai giorni nostri unita ad una certa fama signorum.
Iter alla beatificazione
Ottenuto il nulla osta il 6 marzo 2008, fu aperta l'inchiesta diocesana nella arcidiocesi di Verapoly, il 30 marzo 2008; l'ultima sessione fu celebrata il 5 novembre 2017. Gli atti dell'inchiesta furono convalidati il 7 aprile 2017.
Essendo la sua una causa antica o storica, passò prima al vaglio dei Consultori Storici della Congregazione delle Cause dei Santi, che il 18 maggio 2021 diedero il loro parere positivo. Nello stesso 2021 fu presentata la Positio super virtutibus.
Il 20 dicembre 2022 il Congresso peculiare dei Consultori Teologi si pronunciò a favore dell'eroicità delle virtù; anche i cardinali e i vescovi del Dicastero delle Cause dei Santi, il 7 novembre dell'anno seguente, espressero parere positivo.
Il 12 gennaio 2018 vennero convalidati gli atti dell'inchiesta diocesana a riguardo. L'11 gennaio 2024 la consulta medica del Dicastero delle Cause dei Santi esaminò il presunto miracolo, dando parere favorevole all'unanimità.
Il 27 giugno dello stesso anno fu consegnata al Dicastero la Positio super miro, mentre il 26 novembre seguente il presunto miracolo passò all'esame dei consultori teologi, i quali riconobbero all'unanimità il nesso tra la preghiera prolungata e ripetuta e l'intercessione rivolta espressamente a madre Elisabetta. Analogo parere positivo venne fornito dalla plenaria dei cardinali e dei vescovi. Il 14 aprile 2025, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto che apriva la via alla beatificazione di madre Eliswa (Elisabetta).
La Messa con il rito della beatificazione fu celebrata l'8 novembre 2025, presieduta dal cardinal Sebastian Francis (la cui famiglia è originaria del Kerala), arcivescovo di Penang, in rappresentanza di papa Leone XIV, nella basilica di Nostra Signora della Redenzione a Vallarpadam.
| Note | |
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