Beata Pina Suriano

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Beata Giuseppina Suriano
Laica
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battezzata
Beata
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 35 anni
Nascita Partinico
18 febbraio 1915
Morte Partinico
19 maggio 1950
Sepoltura Chiesa del Sacro Cuore (Partinico)
Appartenenza Azione cattolica
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il 18 febbraio 1989, da Giovanni Paolo II
Beatificazione 5 settembre 2004, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 19 maggio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
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Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Beata Giuseppina Suriano, meglio nota come Pina Suriano (Partinico, 18 febbraio 1915; † Partinico, 19 maggio 1950), è stata una laica italiana, famosa principalmente per il supporto svolto nei confronti della comunità diocesana del suo paese, Partinico, attraverso la funzione di catechista e guida all'interno dell'Azione Cattolica.

Biografia

Nacque a Partinico, centro agricolo dell'arcidiocesi di Monreale, primogenita di Giuseppe Suriano e Graziella Costantino, i quali vivevano dei modesti proventi dal lavoro dei campi. Fu battezzata il 6 marzo 1915, in quella che allora era l'unica chiesa parrocchiale di Partinico, Maria SS. Annunziata e ricevette il nome di Giuseppina, chiamata e conosciuta poi sempre con il diminutivo di Pina.

Nel 1922 ricevette i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima. Fece della parrocchia il centro motore delle sue azioni, in totale cooperazione alle disposizioni del parroco don Antonio Cataldo, suo direttore spirituale e confessore. Fu attiva nell'Azione Cattolica, divenendo poi una delle maggiori responsabili del suo gruppo.

Pina si occupò della formazione delle beniamine e delle aspiranti di A.C., organizzava i ritiri spirituali per le socie di gioventù femminile. In parrocchia curava la catechesi per le coppie e animava la liturgia suonando l'organo. Dava anche lezioni di taglio e cucito e amministrando il fondo cassa dell'A.C., acquistava libri e riviste per incrementare la biblioteca parrocchiale. Le sue amiche ne apprezzavano la lealtà e l'onestà, la cordialità e la sensibilità umana, ma anche l'esempio cristiano, l'entusiasmo apostolico, la prudenza evangelica e la capacità di offrire appropriati e opportuni consigli, di rasserenare le coscienze più inquiete, di rappacificare le liti, di dissipare i risentimenti, di infondere fiducia. L'amabilità nel persuadere i suoi interlocutori con discorsi chiari e immediati, il sorriso e la semplicità che tutte le testimonianze raccolte nella Positio le riconoscono, la sua bontà senza limiti e la sua attività instancabile e dolce la facevano diventare - per usare le parole di un testimone - il cuore della parrocchia. E le guadagnavano la stima di tutti.

Voto di castità

Decisa a seguire la strada religiosa, fece Voto di castità il 29 aprile 1932, rifiutando così tutte le proposte matrimoniali che le erano state indirizzate e scatenando però su di lei le ire della madre che non solo la umiliò in pubblicò, arrivando perfino una volta a trascinarla fuori dalla parrocchia tirandole i capelli, ma la rinchiuse all'interno della sua camera per non permetterle di seguire le funzioni religiose. La giovane vide una temporanea quiescenza della sua ansia religiosa nell'adesione al "Cenacolo", una specie di istituto secolare che raggruppava diverse fanciulle che come Pina volevano seguire la vita religiosa pur senza poterlo fare.

Svanito, con grande dolore, questo progetto, ella decise di offrire la sua stessa vita come sacrificio per la salvezza dei sacerdoti. Prima di entrare nel doloroso tunnel della sua malattia, nel mese di settembre 1948, con grande soddisfazione, poté recarsi in pellegrinaggio a Roma, in occasione del XXX della Gioventù Femminile.

Nel marzo 1948 cominciò ad avere disturbi di una forma violenta di artrite reumatica, che le portò come conseguenza un difetto cardiaco. Nei mesi successivi soffrì molto, ma contenta perché convinta che la sua offerta di vittima fosse stata accettata; desiderava ritornare a Roma per la canonizzazione di Maria Goretti, avvenuta il 24 giugno 1950, ma morì un mese prima, a soli 35 anni.

Morte

Pina Suriano morì improvvisamente a causa di un infarto il 19 maggio 1950. Vista la partecipazione così numerosa della gente alla camera ardente e ai funerali, si capì chiaramente come l'opinione comune era che fosse morta una santa. L'indomani, dopo i funerali, celebrati nella parrocchia del Rosario, alla salma di Pina fu data sepoltura nella tomba di famiglia nel cimitero comunale di Partinico.

Culto

Il 18 maggio 1969 il suo corpo fu traslato dal cimitero alla Chiesa del Sacro Cuore di Partinico, oggi Santuario Pina Suriano. Qui sono conservate le sue spoglie: l'avambraccio e la mano destra, incorrotti, sono custoditi in un reliquiario separato.

Beatificazione

Venne proclamata Venerabile il 18 febbraio 1989 e beatificata da Giovanni Paolo II a Loreto il 5 settembre 2004. Determinante per la sua proclamazione a beata, è stato il miracolo, ricevuto per sua intercessione, dalla diciottenne Isabella Mannone di Mazara del Vallo, che immersa nella vasca da bagno, riuscì miracolosamente a salvarsi dalla scossa della corrente elettrica, provocata dalla caduta nell'acqua della vasca di un asciugacapelli attaccato alla presa.

Voci correlate
Collegamenti esterni