Beato Francesco Bonifacio

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Beato Francesco Bonifacio
Presbitero · Martire
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battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 34 anni
Nascita Pirano
7 settembre 1912
Morte Grisignana
11 settembre 1946
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale 1936
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Conclave del 2013
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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11 anni, 9 mesi e 8 giorni
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Predecessore {{{predecessore}}}
Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 3 luglio 2008, da Benedetto XVI
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 11 settembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Consorte

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Figli
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Collegamenti esterni
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Beato Francesco Bonifacio (Pirano, 7 settembre 1912; † Grisignana, 11 settembre 1946) è stato un presbitero e martire italiano.

Biografia

Nacque a Pirano (od. Slovenia) secondo di 7 figli. Dopo le scuole dell'obbligo si trasferì a Capodistria per il seminario; durante tale periodo di studi rimase orfano di padre. Ultimò gli studi teologici a Gorizia, dove fu ordinato presbitero nel dicembre 1936.

Il suo primo ufficio fu nella sua città natale, a Pirano; pochi mesi dopo gli fu assegnato l’ufficio di vicario a Cittanova d'Istria, ove si trasferì con sua madre e i suoi due fratelli al seguito, che da allora lo seguirono nei suoi ulteriori spostamenti. A Cittanova istituì la locale sezione dell'Azione Cattolica.

Il 13 luglio 1939 fu nominato cappellano di Villa Gardossi (nota anche come Crassizza), un comune agricolo dell'entroterra, tra Buie e Grisignana. Lì organizzò il coro parrocchiale, fondò la filodrammatica e una piccola biblioteca civica, oltre a istituire anche in quel luogo la sezione dell’A.C. e adoperarsi per la promozione di attività ludico - sportive per i giovani e assistenziali per persone anziane e, più in generale, per gli ammalati e gli economicamente disagiati.

Dopo la guerra, il nuovo quadro politico nella zona con l'occupazione, da parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia di Tito, dei territori precedentemente sotto la bandiera italiana, portò a guardare con sospetto le persone di lingua italiana, viste come possibili collaborazionisti del nazi-fascismo, e in particolare i religiosi.

L'11 settembre 1946 Francesco Bonifacio fu ucciso in odio alla sua fede. Secondo testimonianze successive, i fatti su cui tutte concordano e su cui quindi sembra essere stata fatta chiarezza sono che egli fu sorpreso lungo la strada di casa da quattro guardie popolari, picchiato a morte e il cadavere fu gettato in una foiba e mai più ritorovato.[1] Per il resto, le testimonianze discordano tra di esse circa la dinamica dell’attentato. Bonifacio avrebbe subito uno o più di tali abusi: spogliato e deriso, preso a pugni e calci in faccia, sarebbe stato infine lapidato e finito con due coltellate. Quando il fratello chiese sue notizie alle autorità e alla cittadinanza fu accusato di propagandare false notizie e arrestato.[2]

Culto

Mons. Antonio Santin, vescovo di Trieste, avviò la causa di beatificazione già nel 1957, ma successivamente la pratica restò arenata per lungo tempo, per 40 anni, fino al 26 maggio 1997. Il 3 luglio 2008, Papa Benedetto XVI ha promulgato il decreto della Congregazione per le Cause dei Santi riguardante don Francesco Bonifacio ritenuto assassinato in odium fidei[3].

La cerimonia di beatificazione è avvenuta 4 ottobre 2008 nella cattedrale di San Giusto a Trieste.[4] A presiedere la celebrazione il vescovo cittadino Eugenio Ravignani; in rappresentanza del pontefice l'arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Riconoscimenti

Dal 2005 un piazzale del centro di Trieste è intitolato a Francesco Bonifacio, la città di Roma gli ha intitolato una via.

Note
  1. agenzia di stampa ZENIT del 12 febbraio 2006: "Cinquanta sacerdoti tra le vittime delle foibe":
    «...Il fratello, che lo cercò immediatamente, venne incarcerato con l'accusa di raccontare storie false. Per anni la vicenda è rimasta sconosciuta, finché un regista teatrale è riuscito a contattare una delle guardie popolari che avevano preso don Bonifacio.
    Questi raccontò che il sacerdote era stato caricato su un'auto, picchiato, spogliato, colpito con un sasso sul viso e finito con due coltellate prima di essere gettato in una foiba. Per don Francesco Bonifacio il 26 maggio 1997 è stata introdotta la causa di beatificazione, per essere stato ucciso "in odium fidei".»
  2. Agenzia di stampa ZENIT dell'8 luglio 2008: "Don Francesco Bonifacio, vittima delle foibe, presto beato. Rapito dalla guardie di Tito, venne ucciso "in odio alla fede" nel 1946"
  3. Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede del 3 luglio 2008: "Promulgazione dei decreti della Congregazione delle Cause dei Santi"
  4. Radio Vaticana del 4 agosto 2008: "Il 4 ottobre sarà proclamato Beato don Francesco Bonifacio, torturato e ucciso dai miliziani di Tito"
Voci correlate
Collegamenti esterni

Fonte: Settimanale cattolico della Diocesi di Trieste Vita Nuova

da S.E. Eugenio Ravignani, Vescovo di Trieste.