Diocesi di Trieste

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Diocesi di Trieste
Dioecesis Tergestina
Chiesa latina

Trieste Cat.S.Giusto XIV.JPG
vescovo Enrico Trevisi
Sede Trieste

sede vacante
Trieste

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Suffraganea dell'arcidiocesi di Gorizia
Regione ecclesiastica Triveneto
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Mappa della diocesi
Provincia italiana di Trieste
Collocazione geografica della diocesi
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Vescovi emeriti:

Parrocchie 60
Sacerdoti

175 di cui 114 secolari e 61 regolari
1.314 battezzati per sacerdote

69 religiosi 126 religiose 15 diaconi
241.800 abitanti in 134 km²
230.000 battezzati (95,1% del totale)
Eretta V secolo
Rito romano
Cattedrale {{{cattedrale}}}
Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni San Giusto
(3 novembre)
Indirizzo
Via Cavana 16, 34124 Trieste, Italia
tel. 040.318.54.11 fax. 040.318.54.30 @
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2018 (gc ch )

Dati dal sito web della CEI
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

La diocesi di Trieste (in latino: Dioecesis Tergestina) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Gorizia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2017 contava 230.000 battezzati su 241.800 abitanti.

Territorio

La diocesi comprende i comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo della Valle e Monrupino. Il comune di Duino-Aurisina, pur facendo parte della provincia di Trieste, appartiene all'arcidiocesi di Gorizia.

Sede vescovile è la città di Trieste, dove si trova la cattedrale di San Giusto.

Storia

Trieste divenne sede episcopale al termine del V secolo. Era in principio una diocesi suffraganea del patriarcato di Aquileia, ma entrò nella giurisdizione di Grado dopo lo scisma dei Tre Capitoli nel 579.

A partire dall'anno 948 i vescovi ottennero il potere temporale dal re Lotario II che concesse l'indipendenza della diocesi dalla corona, per il territorio fino a tre miglia fuori dalle mura cittadine, ma vi rinunceranno formalmente nel 1236 anche se le lotte con il comune continueranno nel corso del trecento.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Dominio vescovile a Trieste 948-1295

Nel 1180 il patriarca di Grado rinuncia alle sedi istriane e Trieste ritorna sotto la giurisdizione metropolitica del patriarcato di Aquileia.

Il vescovo Volrico De Portis (1237-1253) vendette al Comune di Trieste il diritto all'elezione dei giudici, il diritto alla decima ed il diritto di battere moneta. Alla fine del secolo il vescovo Brissa de Toppo (1286-1299) concluse il periodo del potere temporale dei vescovi vendendo per 200 pezzi d'argento i rimanenti diritti politici.

Si deve al vescovo Rodolfo Morandino de Castello Rebecco (13041320) la costruzione della chiesa capitolina di san Giusto.

In tutto il Medioevo il diritto di elezione del vescovo spetta al capitolo della cattedrale; nel 1459 il diritto di elezione viene conferito all'imperatore.

Nel cinquecento a Trieste si diffusero le idee del luteranesimo, ma dopo il concilio di Trento la diocesi rientrò pienamente nell'ortodossia cattolica, grazie all'opera del vescovo Nicolò Coret (1575-1591), temibile avversario dei luterani, e all'apostolato dei cappuccini e dei gesuiti, presenti rispettivamente dal 1617 e dal 1619.

Nel 1719 Trieste divenne porto franco e conobbe una rapida crescita con l'insediamento di fedeli di molte religioni.

In seguito alla soppressione del patriarcato di Aquileia del 1751, divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Gorizia.

Nel 1751 il patriarcato di Aquileia venne soppresso e Trieste entrò nella provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Gorizia.

Nel 1784 la diocesi di Trieste subì numerose cessioni territoriali allo scopo di farne coincidere il territorio con i confini politici. Porzioni del territorio diocesano triestino passarono alle diocesi di Cittanova, Capodistria, Parenzo e Lubiana. Tuttavia incorporò porzioni dell'Istria che appartenevano alle diocesi di Parenzo e Pola e la gola di Prosecco, che apparteneva all'arcidiocesi di Gorizia.

L'8 marzo 1788 Trieste divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Lubiana. Il 19 agosto dello stesso anno in forza della bolla Super specula militantis Ecclesiae di papa Pio VI fu unita alla diocesi di Pedena e le due diocesi unite furono soppresse e incorporate nella diocesi di Gradisca.

Il 12 settembre 1791 furono ripristinate le diocesi di Gorizia e di Trieste.

Il 19 agosto 1807 la diocesi di Trieste fu resa immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Il 30 giugno 1828 in virtù della bolla Locum beati Petri di papa Leone XII la diocesi di Capodistria fu unita a quella di Trieste e la diocesi di Cittanova fu soppressa e incorporata a Trieste e Capodistria.

Il 27 luglio 1830 divenne nuovamente suffraganea dell'arcidiocesi di Gorizia per effetto della bolla Insuper eminenti Apostolicae dignitatis di papa Gregorio XVI.

Nel 1919 il vescovo Andrej Karlin, sloveno, si dimise a seguito di un'aggressione da parte di un gruppo di irredentisti. Nello stesso anno sulla cattedra triestina siederà un vescovo italiano, dopo quasi novant'anni di episcopati sloveni, tedeschi e croati.

Il 30 aprile 1920 cedette il decanato di Elsane a vantaggio dell'erezione dell'amministrazione apostolica di Fiume (oggi arcidiocesi), a cui nel 1934 aggiunse la cessione del decanato di Crusizza.

Il 20 febbraio 1932 in seguito alla bolla Quo Christi fideles di papa Pio XI incorporò il decanato di Postumia, che era appartenuto alla diocesi di Lubiana (oggi arcidiocesi).

Nel 1947 una larga parte del territorio diocesano si venne a trovare in territorio jugoslavo e furono erette due separate amministrazioni apostoliche per la zona in territorio sloveno e per quella in territorio croato.

La diocesi è stata separata dalla diocesi di Capodistria il 17 ottobre 1977, due anni dopo il Trattato di Osimo.

Cronotassi dei vescovi

Personalità legate alla diocesi

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2017 su una popolazione di 241.800 persone contava 230.000 battezzati, corrispondenti al 95,1% del totale.

Note
  1. Fu anche vescovo di Vienna (1522 - 1523).
Bibliografia
Collegamenti esterni