Beato Nicola da Forca Palena

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Beato Nicola da Forca Palena, O.S.H.
Presbitero
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battezzato
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Ambito romano, Lastra tombale del beato Nicola da Forca Palena (1449), marmo; Roma, Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 100 anni
Nascita Forca, Chieti
10 settembre 1349
Morte Roma
1º ottobre 1449
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 1379
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 27 agosto 1771, da Clemente XIV
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 29 settembre
Altre ricorrenze
Santuario principale Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo (Roma)
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Palena
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Consorte

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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 29 settembre, n. 11:
« A Roma, beato Nicola da Forca Palena, sacerdote dell'Ordine degli Eremiti di San Girolamo, che sul colle Gianicolo fondò il monastero di sant'Onofrio, dove centenario riposò nel Signore. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Nicola da Forca Palena (Forca, Chieti, 10 settembre 1349; † Roma, 1º ottobre 1449) è stato un religioso italiano e cofondatore della Congregazione dei poveri eremiti di san Girolamo detti "Gerolimini".

Biografia

La lunga vita del Beato ebbe inizio in una modesta casa di Forca (Chieti), tra le montagne abruzzesi, il 10 settembre 1349. Poco conosciamo dell'adolescenza di Nicolò.

A circa trenta anni, con i suoi compaesani, fu costretto a trasferirsi nella vicina Palena per motivi di sicurezza. Così, in una situazione più tranquilla, intraprese la vita religiosa. Fu vicecurato della chiesa di Sant'Antonio, conquistando, per la grande bontà d'animo, la benevolenza del clero e del popolo e il suo ministero sacerdotale fu, per circa venti anni, molto intenso.

Dopo un pellegrinaggio a Roma, sulle tombe degli apostoli e dei martiri, sentì il desiderio di una vita più raccolta e austera. Trasferitosi nella città eterna entrò in una comunità di eremiti guidata da Rinaldo di Piedimonte che non aveva una regola ed era aggregata al Terz'Ordine Francescano. Il cenobio sorgeva in una torre vicino alle terme di Nerone, presso la chiesa di San Salvatore. Doti intellettuali e virtù morali eccellenti gli procurarono la fiducia dei confratelli e fu dunque naturale che, su indicazione dello stesso Rinaldo, venisse eletto, dopo la sua morte, successore nella carica di priore.

Successivamente padre Nicola, visto il numero crescente di aspiranti, fondò a Napoli un cenobio per gli eremiti di Sperlonga che prese il nome di Santa Maria delle Grazie e un ospizio sulla piazza di Sant'Agnello.

Nel 1419 tornò a Roma e diede vita, sul Gianicolo, ad un romitorio dedicato a sant'Onofrio anacoreta del IV secolo della Tebaide. Per la cui costruzione ricevette aiuti da vari benefattori tra cui i Cardinali Condulmer poi divenuto Papa Eugenio IV e De Cupis. Conobbe il Beato Pietro Gambacorta da Pisa fondatore dei Poveri Eremiti di San Girolamo e tra i due nacque un'amicizia fraterna.

Papa Eugenio IV, stimandolo moltissimo, lo volle nel 1434 e nel 1437 a Firenze divenuta temporaneamente sede papale. In tarda età tornò definitivamente sul Gianicolo dove visse serenamente gli ultimi anni. Novantenne, diede ancora inizio alla costruzione della chiesa annessa al romitorio mentre, con i suoi compagni, confluiva nella congregazione del Beato Pietro Gambacorta, i Girolamini, approvati dalla Santa Sede nel 1446.

Padre Nicola morì centenario il 1º ottobre 1449. La salma, esposta tre giorni alla venerazione dei fedeli, fu tumulata sotto il pavimento della chiesa, come era allora consuetudine. Papa Nicolò V, il pontefice umanista suo amico, ne dettò la scritta sepolcrale:

« Tu elimini i mali senza alcuna scienza medica, perché in te l'amore, in te la fede, in te i doni di Cristo »

Culto

Nel 1712 il corpo fu solennemente trasferito sotto la mensa dell'altare maggiore, dove è tuttora venerato.

Voci correlate
Collegamenti esterni