Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo (Roma)
Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo | |
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Roma, Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Piazza Sant’Onofrio, 2 00165 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 6864498 |
Fax | +39 06 6893404 |
Posta elettronica | info@sanbenedettoinpiscinula.it |
Sito web | |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Rettoria |
Dedicazione | Sant'Onofrio |
Sigla Ordine qualificante | S.A. |
Fondatore | Beato Nicola da Forca Palena |
Data fondazione | XV secolo, primo quarto |
Stile architettonico | rinascimentale |
Inizio della costruzione | 1439 |
Completamento | XVIII secolo |
Titolo | Sant'Onofrio (titolo cardinalizio) |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo è un edificio di culto di Roma, che sorge sulla piazza omonima, situato nel centro storico della città, nel rione Trastevere.
Storia
Dalla fondazione al Cinquecento
Il beato Nicola da Forca Palena (1349 – 1449) nel 1419 acquistò, grazie al contributo di alcuni fedeli e dei cardinali Gabriele Condulmer (1383 – 1447), futuro Eugenio IV, e Giovanni De Cupis, alcuni terreni sul versante settentrionale del Gianicolo, nella zona detta mons ventosus, dove fondò un romitorio. Dopo alcuni anni il religioso decise di costruire, assieme ai primi compagni, un piccolo convento con una chiesa, dedicata a sant'Onofrio, anacoreta della Tebaide.
Il complesso, edificato tra il 1439 e il 1444, fu collegato nel 1446 dai religiosi con un ripido viottolo, il Clivum ad Sanctum Honofrium, alla sottostante riva destra del Tevere, dove già si era sviluppato il popolare quartiere di Trastevere.
Nel 1446, il convento e la chiesa furono assegnati da Eugenio IV (1431-1447) alla Congregazione dei poveri eremiti di san Girolamo, fondata nel 1380 dal beato Pietro Gambacorta (1355 – 1435). I frati nella seconda metà del XV secolo, ristrutturarono la chiesa e ampliarono il convento, articolandolo attorno ad un suggestivo chiostro.
Durante il XVI secolo venne dotata di uno splendido apparato decorativo e di preziosi arredi.
Nel 1517 papa Leone X eresse la chiesa a diaconia, mentre nel 1588 Sisto V la elevò a titolo presbiterale.
Per l'amenità del sito e la sua vicinanza al Vaticano, il complesso divenne luogo d'incontro tra religiosi e intellettuali, e rifugio per i letterati. Nel convento, infatti, visse gli ultimi giorni della sua vita Torquato Tasso (1544 – 1595), uno dei più celebri poeti e scrittori italiani.
Dal Seicento ad oggi
In occasione del Giubileo del 1600, la chiesa fu arricchita di ulteriori decori e, nel 1608, Paolo V (1605 - 1621) dispose la realizzazione di una nuova strada - la Salita di Sant'Onofrio - che in parte seguiva il tracciato di quella già eseguita dai Gerolamini, per consentire ai fedeli un accesso più agevole al complesso e un collegamento più semplice con la Basilica di San Pietro.
Nel XVIII secolo l'intero complesso, dalle forme rinascimentali, fu ripetutamente restaurato con alcune modifiche. In particolare venne chiusa la loggia sovrastante le arcate dell'antico chiostro.
Tra i visitatori celebri che giunsero a Sant'Onofrio al Gianicolo vanno ricordati: il letterato tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) nel 1786; lo scrittore francese Stendhal (1783-1842) nel 1815.
Nel 1873 il convento venne confiscato dallo Stato Italiano e utilizzato come ospedale pediatrico chiamato Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, mentre ad alcuni religiosi fu permesso di continuare ad occuparsi della chiesa.
Pio XI (1922-1939) nel 1933 decise lo scioglimento della congregazione dei Gerolamini, ormai in estinzione, e assegnò la chiesa al Terzo Ordine Regolare di San Francesco.
In seguito ai Patti Lateranensi, sottoscritti l'11 febbraio 1929, il complesso divenne di proprietà della Santa Sede con diritti di extraterritorialità.
Nel 1939, il Governatorato di Roma allestì all'interno del convento il Museo Tassiano che raccoglie le memorie di Torquato Tasso.
Nel 1945, Pio XII (1939-1958) affidò il complesso all'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che attualmente ospita i Frati Francescani dell'Atonement.
Nel tempo gli ambienti del convento si rivelarono inadatti ad ospitare la struttura ospedaliera, che fu trasferita in un moderno edifico costruito ad ovest del complesso, sempre su un'area che rientra nella Zona extraterritoriale della Santa Sede.
La chiesa è oggi luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Dorotea.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Sant'Onofrio, istituito da papa Leone X il 6 luglio 1517: il titolo attualmente (2021) è vacante.
Descrizione
Esterno
La facciata della chiesa, dietro la quale si erge un piccolo campanile a due ordini del XV secolo, è costituita da un portico a "L" con arcate poggiate su esili colonne (alcune di spoglio), sul quale si apriva in origine una loggia ad arcatelle sostituite nel XVIII secolo con finestre alternate a riquadrature a stucco.
Sotto il portico, entro lunette si nota una pregevole decorazione pittorica raffigurante:
- nel braccio settentrionale, sopra il portale d'ingresso alla chiesa, Madonna con Gesù Bambino e angeli (1600), affresco di Claudio Ridolfi.[1]
- nel braccio occidentale, ciclo di tre dipinti murali con Storie della vita di san Girolamo (1604 - 1605), affreschi di Domenico Zampieri detto il Domenichino, che presentano, da sinistra a destra:
- Battesimo di san Girolamo;[2]
- Visione di san Girolamo;[3]
- Tentazione di san Girolamo.[4]
Sulla parete a destra dell'ingresso alla chiesa è collocata:
- Lastra tombale del beato Nicola da Forca Palena (1449), in marmo di ambito romano.[5]
Inoltre, nel terminale del braccio occidentale della loggia si apre la cappella, dedicata alla Madonna del Rosario, detta anche Cappella Vaini, realizzata nel 1620 e decorata da Agostino Tassi, nella quale si notano:
- all'altare, pala con Natività di Gesù (seconda metà del XVI secolo), olio su tela di Francesco Bassano il Giovane.
- sopra la porta d'ingresso, Sibille (1620 - 1625), affresco attribuito a Giovanni Baglione.[6]
Interno
L'interno della chiesa presenta una pianta a navata unica, articolata in tre campate e coperta con volte a crociera, con cinque cappelle e terminante con un'abside poligonale, d'aspetto prevalentemente rinascimentale ma di struttura ancora gotica.
Lato sinistro
Lungo il lato sinistro si aprono tre pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Girolamo, detta anche Cappella del Tasso, realizzata da Carlo Piccoli nel 1857 su commissione di papa Pio IX, come memoriale del celebre scrittore, si notano:
- all'altare, pala con San Girolamo e il leone (metà del XIX secolo), olio su tela di Filippo Balbi.
- Monumento funebre di Torquato Tasso (1857), in marmo di Giuseppe De Fabris.
- Lampada votiva (1928), realizzata su disegno di Duilio Cambellotti.
- nella seconda cappella, inizialmente dedicata al beato Pietro Gambacorta ma dal 1954 intitolata a san Pio X, è visibile:
- sulla volta, Trinità (prima metà del XVIII secolo), affresco di Francesco Trevisani.
- nella terza cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso, sono collocati:
- Monumento funebre del cardinale Filippo Sega (1596), in marmo di Domenico Zampieri detto il Domenichino.
- Monumento funebre del cardinale Giuseppe Gasparo Mezzofanti (1885), in marmo grigio di Francesco Bonola.
Presbiterio e abside
Dietro l'altare, si apre l'abside poligonale, che presenta uno splendido ciclo di dipinti murali ad affresco, eseguiti nella prima metà del XVI secolo da Baldassarre Peruzzi, raffiguranti:
- al centro, Madonna con Gesù Bambino in trono, san Giovanni Battista, santo, santa Caterina d'Alessandria, sant'Onofrio e donatore.[7]
- a sinistra, Adorazione dei Magi;[8]
- a destra, Fuga in Egitto;[9]
- nel catino, Incoronazione di Maria Vergine, Apostoli, Sibille, Dio Padre.[10]
Lato destro
Lungo il lato destro si aprono due pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a sant'Onofrio, si conservano:
- sopra l'altare, sulle due vele della volta, San Gabriele arcangelo annunciante e Madonna annunciata (ultimo quarto del XV secolo), affreschi di Antonio Aquili detto Antoniazzo Romano.[11]
- nel tondo, Dio Padre (prima metà del XVI secolo), affresco di Baldassarre Peruzzi.
- nella seconda cappella, dedicata alla Madonna di Loreto, detta anche Cappella Madruzzo, sono custoditi:
- all'altare, pala con Madonna di Loreto (1604 - 1605), olio su tela di Annibale Carracci.[12]
- Monumento funebre del cardinale Cristoforo Madruzzo (prima metà del XVII secolo), in marmo di ambito romano.[13]
- nelle lunette, Nascita di Maria Vergine e Annunciazione (primo quarto del XVII secolo), affreschi di Giovanni Battista Ricci.
- dopo la seconda cappella, alla destra del presbiterio, entro un arco:
- in alto, entro lunetta, Madonna insegna a leggere a Gesù Bambino (inizio XVI secolo), affresco attribuito a Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.[14]
- in basso, Monumento funebre dell'arcivescovo Giovanni Sacco (1500 - 1510 ca.), in marmo della scuola di Andrea Bregno.[15]
Controfacciata
Nella controfacciata è collocato:
- a sinistra dell'ingresso,
- in alto, Monumento funebre di Torquato Tasso (1608), in marmo e affresco di ambito romano: questa è la tomba originale dello scrittore, commissionata dal cardinale Bonifazio Bevilacqua Aldobrandini.
- in basso, Acquasantiera (fine XV secolo), in marmo di ambito lombardo.
Sacrestia
A destra del presbiterio si accede alla sacrestia, dove si notano:
- sulla volta, Allegorie delle Virtù (ante 1724), affreschi di Girolamo Pesci.
- alla parete destra, Beato Pietro Gambacorta (prima metà del XVIII secolo), affresco di Francesco Trevisani.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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