Beato Giuseppe Olinto Marella
Beato Giuseppe Olinto Marella Presbitero | |
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Beato | |
Età alla morte | 87 anni |
Nascita | Pellestrina 14 giugno 1882 |
Morte | San Lazzaro di Savena 6 settembre 1969 |
Sepoltura | Chiesa della Sacra Famiglia (San Lazzaro di Savena) |
Ordinazione presbiterale | 17 dicembre 1904 dal Card. Aristide Cavallari |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerabile il | 27 marzo 2013, da Francesco |
Beatificazione | 4 ottobre 2020, da Francesco |
Ricorrenza | 6 settembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Beato Giuseppe Olinto Marella (Pellestrina, 14 giugno 1882; † San Lazzaro di Savena, 6 settembre 1969) è stato un presbitero e educatore italiano. Fu sospeso a divinis (cioè non poteva celebrare i sacramenti) nel 1909 con l'accusa di simpatie moderniste, per poi essere riabilitato al sacerdozio nel 1925 dal cardinale bolognese Nasalli Rocca. Ha insegnato in licei in varie scuole italiane prima di stabilizzarsi a Bologna, dove ha anche fondato e diretto la "Città dei Ragazzi", dedita al recupero e all'educazione di ragazzi disagiati. Per mantenere l'opera caritativa era solito chiedere la carità per le vie del centro quasi fosse un umile "barbone". Ricevette anche una cospicua offerta da papa Giovanni XXIII, suo compagno di seminario. È stato proclamato venerabile da papa Francesco nel 2013 e, dopo il riconoscimento di un miracolo per sua intercessione, è stato proclamato beato nel 2020 in una cerimonia celebrata a Bologna dal card. Zuppi.
Biografia
Giuseppe Olinto Marella nacque il 14 giugno 1882 a Pellestrina (Venezia) da una famiglia benestante, secondo di tre figli. Olinto dimostrò fin dall'adolescenza inclinazione alla vita ecclesiastica, grazie anche all'esempio dello zio, monsignor Giuseppe M. Marella.
Terminò l'istruzione di base e venne inviato a Roma a proseguire gli studi nell'Apollinare, l'Istituto superiore di studi ecclesiastici, dove ebbe come compagno di corso Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Conseguì la laurea in Teologia e Filosofia. Fu ordinato presbitero il 17 dicembre 1904. Gli venne affidato l'incarico di insegnante nel seminario di Chioggia. Nel 1909 con l'aiuto del fratello Tullio progettò il Ricreatorio popolare a Pellestrina. In breve tempo raccolse attorno a sé i bambini della parrocchia. Nello stesso anno, il 25 settembre 1909, don Olinto Marella venne sospeso [[a divinis col divieto di accostarsi all'Eucarestia in diocesi. Il motivo formale era dovuto alla ospitalità data a Romolo Murri, suo amico fin dal seminario e poi scomunicato.
Come insegnante iniziò a trasferirsi in varie città italiane dove riuscì a ottenere le cattedre di insegnamento. Nel 1916 conseguì la laurea in Storia e Filosofia e il diploma di Magistero in Filosofia. Nel 1919 insegnò Filosofia nel Liceo Canova di Treviso, quindi insegnò a Messina, Pola, Rieti, e Padova. Nel 1924 arrivò a Bologna come insegnante di storia e filosofia nei Licei Galvani e Minghetti, dove rimarrà in cattedra fino al 1948.
Il 2 febbraio 1925 il Card. Nasalli Rocca gli revocò la Sospensione a divinis e lo integrò nella Diocesi di Bologna. Esercitò il suo sacerdozio soprattutto nella periferia della città tra i poveri e i derelitti. Dopo la costruzione delle case Popolari di via Vezza, Piana, Pier Crescenzi, Mascarella, Scipione del Ferro, diresse l’assistenza religiosa degli agglomerati urbani. Per mantenere l'opera caritativa era solito anche chiedere umilmente la carità per le vie del centro, guadagnandosi l'epiteto di barbone di Dio.
Nel periodo bellico accolse nelle sue case rifugio numerosi orfani, sbandati, poveri.
Nel 1948 trasformò un vecchio magazzino della nettezza urbana nella prima rudimentale “Città dei Ragazzi” in via Piana a Bologna. Lo stesso anno lasciò l'insegnamento per dedicarsi a tempo pieno ai "suoi ragazzi".
Nel 1960 papa Giovanni XXIII scrisse una lettera al cardinale Lercaro a favore dell' "Opera assistenziale del mio carissimo amico Padre Marella", inviando l'offerta di un milione.
Morì il 6 settembre 1969 all'età di 87 anni. La salma di Padre Marella (così conosciuto anche se non faceva parte di un ordine religioso) dal 1980 riposa nella Chiesa della Sacra Famiglia di San Lazzaro di Savena.
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