Papa Giovanni XXIII
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Nel Martirologio Romano, 11 ottobre, n. 19:
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San Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli (Sotto il Monte, 25 novembre 1881; † Città del Vaticano, 3 giugno 1963) è stato il 261º vescovo di Roma e papa italiano a partire dal 28 ottobre 1958 fino alla morte. Fu Terziario Francescano. È ricordato con l'affettuoso appellativo di "Papa buono".
Biografia
Nato da Giovanni Battista Roncalli e da Mariana Mazzola, quarto di tredici figli, veniva da una famiglia di umili origini, a differenza del suo predecessore, Eugenio Pacelli, che era di stirpe nobile: i suoi parenti lavoravano infatti come mezzadri.
formazione e ministero sacerdotale
Studiò presso il seminario minore di Bergamo, vinse una borsa di studio e si trasferirì al Seminario dell'Apollinare di Roma, attuale Pontificio Seminario Romano Maggiore, ove completò brillantemente gli studi e fu ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Maria in Monte Santo, in Piazza del Popolo a Roma, nel 1905.
Nel 1901 il futuro papa era stato coscritto e arruolato nel settantatreesimo reggimento fanteria, brigata Lombardia, di stanza a Bergamo, come cappellano militare.
Nel 1905 fu scelto dal nuovo vescovo di Bergamo, Monsignor Giacomo Radini-Tedeschi, quale segretario personale. Roncalli si segnalò per la dedizione, la discrezione e l'efficienza. A sua volta Radini-Tedeschi rimarrà sempre guida ed esempio per Angelo Roncalli.
Roncalli restò al fianco di Monsignor Radini-Tedeschi fino alla morte di questi il 22 agosto 1914, durante questo periodo egli si dedicò altresì all'insegnamento della Storia della Chiesa presso il seminario di Bergamo.
Fu richiamato nel 1915, a guerra iniziata, nella sanità militare e ne fu poi congedato col grado di tenente cappellano.
Nel 1921 Papa Benedetto XV lo nominò prelato domestico (che gli valeva l'appellativo di monsignore) e presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell' Opera della Propagazione della Fede.
Episcopato e missioni diplomatiche
Nel 1925 Papa Pio XI lo nominò Visitatore Apostolico in Bulgaria, elevandolo al grado di vescovo e affidandogli il titolo della Sede titolare di Areopoli. Si trattava di una diocesi antica della Palestina, una cosiddetta diocesi in partibus infidelium, ossia, semplicemente, un titolo disponibile per attribuire il rango di vescovo - in questo caso a Roncalli - senza dovere affidare al prescelto le cure pastorali di una diocesi effettiva. Roncalli, che di fatto per incarico del Papa avrebbe viaggiato e molto, scelse come motto episcopale Oboedientia et Pax, frase che divenne il simbolo del suo operato.
Dopo alcuni anni di organizzazione e allestimento, il 15 dicembre 1929, viene inaugurato per sua volontà e di mons. Giovanni Bonzi il Museo della Basilica di Santa Maria Assunta di Gandino, per conservare e valorizzare le opere d'arte e gli oggetti liturgici più rilevanti.
Durante la missione in Bulgaria dovette affrontare la spinosa questione del matrimonio tra il Re bulgaro Boris III ortodosso e la figlia del re d'Italia Vittorio Emanuele III, Giovanna di Savoia. Papa Pio XI aveva infatti concesso la dispensa alla condizione che il matrimonio si celebrasse secondo il rito cattolico e i figli della coppia fossero educati nella fede romana. Invece, dopo la cerimonia cattolica ad Assisi, il 25 ottobre 1930, la coppia reale si sposò pure con rito ortodosso a Sofia con immensa irritazione del Pontefice. Tale rabbia fu accresciuta dal battesimo ortodosso dei figli della coppia a partire da Maria Luisa nel gennaio del 1933.
Nel 1935 fu nominato Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Questo periodo della vita di Roncalli, che coincise con la II guerra mondiale è ricordato in particolare per i suoi preziosi interventi a favore degli ebrei in fuga dagli Stati europei occupati dai nazisti.
Nel 1944, Papa Pio XII lo nominò Nunzio apostolico in Francia. Fra i suoi maggiori successi a Parigi si segnalò la riduzione del numero di vescovi di cui il Governo francese reclamava l'epurazione in quanto compromessi con il regime di Vichy. Egli riuscì a fare sì che Pio XII fosse costretto ad accettare soltanto le dimissioni di tre vescovi (quelli di Mende, Aix e Arras), oltre quello di un vescovo ausiliare di Parigi di tre vicari apostolici delle colonie d'Oltremare. Quando in seguito divenne Cardinale, il presidente francese reclamò un antico privilegio riservato ai monarchi francesi e gli consegnò personalmente la berretta cardinalizia durante una cerimonia al Palazzo dell'Eliseo.
Patriarcato di Venezia
Creato Cardinale nel concistoro del 12 gennaio 1953 nello stesso anno, fu chiamato al soglio di San Marco, come Patriarca di Venezia.
Già durante questo periodo si segnalò per alcuni gesti di apertura; fra i tanti va ricordato il messaggio che egli inviò al Congresso del PSI (Partito Socialista Italiano) - partito ancora alleato del PCI (Partito Comunista Italiano) i cui sostenitori erano stati scomunicati da Papa Pio XII -, quando nel 1956 i socialisti si riunirono nella città lagunare.
L'elezione
Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1958 |
A seguito della morte di Papa Pio XII, Roncalli, con sua grande sorpresa, fu eletto Papa il 28 ottobre 1958.
Secondo alcuni analisti sarebbe stato scelto principalmente per un unica ragione: la sua età. Dopo il lungo pontificato del suo predecessore, i cardinali avrebbero perciò scelto un uomo che presumevano, per via della sua età avanzata e della modestia personale, sarebbe stato un Papa di "transizione". Ciò che giunse inaspettato era il fatto che il calore umano, il buon umore e la gentilezza di Giovanni XXIII, oltre alla sua esperienza diplomatica, avrebbero conquistato l'affetto di tutto il mondo, in un modo che i suoi predecessori non avevano mai ottenuto.
Egli sceglierà quale segretario privato Loris Francesco Capovilla, che già lo assisteva quale Patriarca di Venezia. Il Capovilla resterà, dopo la morte di Roncalli, un fedele custode della sua memoria.
Pontificato
Già nel dicembre 1958 Papa Giovanni provvide a integrare il Collegio cardinalizio, che a causa dei rari concistori di Pio XII era ormai numericamente assai ridotto. Il nuovo Papa mostrò, fin da subito, un tratto di novità, in effetti egli portò il numero massimo di cardinali a settantacinque, superando il tetto di settanta cardinale ormai fermo da secoli.
Il suo Pontificato fu segnato da episodi indelebilmente registrati dalla memoria popolare, oltre che da un'aneddotica celeberrima e vastissima. I suoi "fuori programma", talvolta strepitosamente coinvolgenti, riempirono quel vuoto di contatto col popolo che le precedenti figure pontificie avevano accuratamente preservato come modo di comunicazione distante e immanentistica del "Dio in Terra", qual era il ruolo dogmatico del Pontefice.
Per il primo Natale da Papa visitò i bambini malati dell'ospedale romano Bambin Gesù, ove con intima e contagiosa dolcezza benedisse i piccoli, alcuni dei quali lo avevano scambiato per Babbo Natale.
Il giorno di Santo Stefano sempre del suo primo anno di pontificato, il 26 dicembre 1958, visitò i carcerati nella prigione romana di Regina Coeli, dicendo loro: "Non potete venire da me, così io vengo da voi...Dunque eccomi qua, sono venuto, m'avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore..". Memorabilmente, accarezzò il capo dell'omicida che, disperato, inaspettatamente gli si buttò ai piedi domandandogli se vi fosse per lui speranza.
Quando la First Lady degli Stati Uniti, Jacqueline Kennedy, arrivò in Vaticano per incontrarlo, egli iniziò a provare nervosamente le due formule di benvenuto che gli era stato consigliato di usare: "Mrs Kennedy, Madame" o "Madame, Mrs Kennedy". Quando la First Lady arrivò, comunque, per il divertimento della stampa, abbandonò entrambe e le corse incontro appellandola semplicemente, "Jackie!".
Concilio Vaticano II e l'ecumenismo
Il radicalismo di Papa Giovanni XXIII non si fermava all'informalità. Fra lo stupore dei suoi consiglieri e vincendo le remore e le resistenze della parte conservatrice della Curia, indisse un concilio ecumenico, meno di novant'anni dopo il controverso Concilio Vaticano I.
Mentre i suoi aiutanti stimavano di dover impiegare almeno un decennio per i preparativi, Giovanni XXIII progettò di tenerlo nel giro di mesi.
Il 4 ottobre del 1962, a una settimana dall'inizio del Concilio, Giovanni XXIII si reco in pellegrinaggio a Loreto e Assisi (Roncalli era dall'età di 14 anni terziario francescano) per affidare le sorti dell'imminente Concilio alla Madonna e a san Francesco. Per la prima volta, dall' unità d'Italia un papa varcava i confini del Lazio ripercorrendo quei territori che anticamente erano appartenuti allo Stato pontificio, il breve tragitto chilometrico ripristinò l'antica figura del papa pellegrino che i suoi successori sapranno portare a pieno compimento. La gente accolse favorevolmente questa iniziativa affollando non solo i due santuari méta del tragitto (ad Assisi persino i frati salirono sui tetti antistanti la basilica), ma anche le varie stazioni dove sostò il treno papale.
Giovanni XXIII incontrò in Vaticano il Reverendissimo Geoffrey Francis Fisher, Arcivescovo di Canterbury, per circa un'ora il 2 dicembre 1960. Fu la prima volta in oltre 400 anni che un capo della Chiesa Anglicana visitava il Papa.
Papa Giovanni scomunicò Fidel Castro il 3 gennaio 1962 in linea con un decreto del 1949 di Pio XII, che vietava ai cattolici di appoggiare governi comunisti.
Il discorso della luna, date una carezza...
Uno dei più celebri discorsi di Papa Giovanni, forse una delle allocuzioni in assoluto più celebri della storia della Chiesa, è quello che ormai si conosce come "discorso della Luna".* [1]
L' 11 ottobre 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, piazza San Pietro era gremita di fedeli che, se pur non comprendendo a fondo il valore teologico dell'avvenimento, ne percepivano la storicità, la fondamentalità, la difficoltà, ed erano nel luogo che simboleggia il Cattolicesimo, la piazza appunto. A gran voce chiamato ad affacciarsi, cosa che non si sarebbe mai immaginata possibile richiedere al papa precedente, Roncalli davvero si sporse, a condividere con la piazza la soddisfazione per il raggiungimento del primo traguardo: si era arrivati ad aprirlo, il Concilio.
Il discorso a braccio fu poetico, dolce, semplice e pur tuttavia conteneva elementi del tutto innovativi.
Nel momento che avrebbe dato un nuovo corso alla religione cattolica, con un richiamo straordinario salutò la Luna:
« | Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera (..) Osservatela, in alto, a guardare questo spettacolo... » |
Salutò i fedeli della sua Diocesi [2] e si produsse in un atto di umiltà forse senza precedenti, asserendo tra le altre cose:
« | La mia persona conta niente, è un fratello che parla agli altri fratelli divenuto padre per volontà dello Spirito, ma tutti insieme paternità e fraternità è grazia di Dio. » |
E, sulla linea dell'umiltà, impartì un ordine da pontefice con il parlare di un curato:
« | Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: Questa è la carezza del Papa. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. » |
Il papa ora viveva con la piazza dei fedeli, ne condivideva la serata di fine estate, ne partecipava la sofferenza e la "maraviglia" per quella Luna inattesa; la Chiesa era davvero molto più comunitaria di quanto non fosse mai stata in passato. I fedeli avevano il Papa fra loro, con loro. Proprio ciò per cui il Concilio era stato voluto.
Morte
Sin dall'agosto - settembre 1962, prima ancora dunque dell'apertura del Concilio, si erano manifestati i primi segni della malattia fatale: un tumore allo stomaco, patologia che aveva già colpito altri fratelli del Papa.
Pur visibilmente provato dal progredire del cancro, Papa Giovanni firmò l'11 aprile 1963 l'enciclica Pacem in terris e, un mese più tardi, l'11 maggio 1963, ricevette dal Presidente della Repubblica italiana Antonio Segni il premio Balzan per il suo impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico.
Il Papa si spense infatti dopo un'agonia di vari giorni la sera del 3 giugno 1963. Dal Concilio Vaticano II, che Giovanni XXIII non vide dunque terminare, si sarebbero prodotti negli anni successivi fondamentali cambiamenti che avrebbero dato una nuova connotazione al cattolicesimo moderno; gli effetti più immediatamente visibili consistettero nella riforma liturgica, in un nuovo ecumenismo e infine in un nuovo approccio al mondo e alla modernità.
Beatificazione e canonizzazione
Durante il Concilio Vaticano II molti vescovi avrebbero voluto proclamare Giovanni XXIII santo per acclamazione. Ma Paolo VI preferì percorrere la strada istituzionale e aprì nel 1965 la causa di beatificazione. Il processo canonico prese in considerazione e rispose alle obiezioni di tutti coloro che manifestavano perplessità sulla beatificazione di Roncalli: dal 1966 alla conclusione della fase processuale vennero raccolte più di 300 testimonianze nel corso di diciotto processi informativi.
Giovanni XXIII fu dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000. Il Martirologio Romano indica come data di culto il 3 giugno, mentre le diocesi di Bergamo e Milano ne celebrano la memoria locale l'11 ottobre, anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II (1962).
Il miracolo richiesto per la la beatificazione di Giovanni XXIII fu la guarigione improvvisa, avvenuta a Napoli il 25 maggio 1966, di suor Caterina Capitani, delle Figlie della Carità, affetta da una gastrite ulcerosa emorragica gravissima che l'aveva ridotta in fin di vita.[3] La guarigione fu dichiarata scientificamente inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi; i Consultori teologi e i Padri, Cardinali e Vescovi della Congregazione hanno riconosciuto gli estremi del miracolo di III grado e Giovanni Paolo II lo approvò come tale con decreto del 27 gennaio 2000.[4]
In vista della canonizzazione, il concistoro convocato da papa Francesco il 30 settembre 2013 sancì la volontà di procedere secondo la procedura detta pro gratia, cioè senza la certificazione consueta di un nuovo miracolo.[5]
La canonizzazione avvenne domenica 27 aprile 2014, in piazza San Pietro, insieme a quella di Giovanni Paolo II, a opera di papa Francesco[6], alla presenza di un milione di fedeli.
Encicliche
Le encicliche di Giovanni XXIII, con i temi trattati, sono le seguenti:
- Ad Petri Cathedram[7] (29 giugno 1959) sulla conoscenza della verità, restaurazione dell'unità e della pace nella carità
- Sacerdotii Nostri Primordia[8] (1º agosto 1959) nel centenario del piissimo transito del santo Curato d'Ars
- Grata Recordatio[9] (26 settembre 1959) sulla recita del rosario per le missioni e per la pace
- Princeps Pastorum[10] (28 novembre 1959) sulle missioni cattoliche
- Mater et Magistra[11] (15 maggio 1961) sui recenti sviluppi della questione sociale
- Aeterna Dei Sapientia[12] (11 novembre 1961) nel XV centenario della morte di san Leone Magno
- Paenitentiam Agere[13] (1º luglio 1962): invito a fare penitenza per il buon esito del concilio
- Pacem in Terris[14] (11 aprile 1963) sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell'amore, nella libertà
Pacem in terris
L'enciclica di papa Giovanni XXIII resta tuttora un brano fondamentale della teologia cattolica sul versante della socialità e della vita civile. Ed è per altro verso comunque un brano fondamentale anche per la cultura sociale occidentale (anche laica) del Novecento, un testo la cui lettura (peraltro discretamente agevole) è necessaria per la comprensione di alcune tracce della politica vaticana e di quella occidentale.
Letta nelle titolazioni dei suoi capoversi, parrebbe un documento pressoché statutario, costituzionale, di organica classificazione di diritti e doveri. Letta storicamente, invece, contiene in sé elementi che valsero di "force de frappe" per superare l'immobilismo nei rapporti idealistici fra Chiesa e Stati, allora praticamente stagnante.
Il richiamo alle necessità dello stato sociale, mentre nel mondo occidentale cominciavano a essere proposti schemi di capitalismo oltranzista sullo stile statunitense, giungeva in piena guerra fredda, con nazioni europee intente a pagare anche politicamente e amministrativamente i tributi della disfatta e per questo più inclini a considerare (ciò che sarebbe stato anche strumento di facilitazione gestionale per i governi) riduzioni delle spese pubbliche per assistenza.
Per contro, l'enciclica non andava certo verso proposte di stato che da sociale potesse divenire socialista e ristorava il ruolo di centralità dell'uomo, di libero pensiero e intendimento, ragione e motore delle scelte ideali e obiettivo della socialità. Vale la pena di riportare il punto 5:
« | In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili » |
La pace, oggetto fondamentale e dichiarato dell'enciclica, può sorgere solo dalla riconsiderazione, in senso forse "particulare" o forse meglio umanistico, del valore dell'uomo "singolo individuo" che non può annientarsi al cospetto dei sistemi, siano essi capitalistici o socialisti. È la poco ricordata "terza via", anche detta "via del buon senso", oggi riscoperta da sempre più persone e gruppi, ma già al tempo ben definita.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo [[Galeazzo Sanvitale]
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
- Cardinale Pietro Francesco Galleffi
- Cardinale Filippo de Angelis
- Cardinale Amilcare Malagola
- Cardinale Giovanni Tacci Porcelli
- Papa Giovanni XXIII
Onorificenze
Onorificenze della Santa Sede
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo | |
Gran Maestro dell'Ordine dello Speron d'Oro | |
Gran Maestro dell'Ordine Piano | |
Gran Maestro dell'Ordine di San Gregorio Magno | |
Gran Maestro dell'Ordine di San Silvestro Papa | |
Onorificenze italiane
Croce al merito di guerra | |
Medaglia commemorativa per cappellani della guerra italo-austriaca 1915 - 18 (4 anni) | |
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia | |
Medaglia commemorativa italiana della vittoria | |
Onorificenze straniere
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) | |
Medaglia Presidenziale della Libertà (Stati Uniti) | |
— 6 dicembre 1963 |
Altri riconoscimenti
- Nel 1962 è stato nominato dal settimanale statunitense TIME Persona dell'anno[15].
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo Titolare di Areopoli | Successore: | |
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Paolo Emilio Bergamaschi | 3 marzo 1925 - 30 novembre 1934 | Michael Joseph Keyes |
Predecessore: | Delegato apostolico in Bulgaria | Successore: | |
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nessuno | 16 ottobre 1931 - 12 gennaio 1935 | Mario Rizzi |
Predecessore: | Vescovo Titolare di Mesembria | Successore: | |
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Carlo Margotti | 30 novembre 1934 - 12 gennaio 1953 | Silvio Angelo Pio Oddi |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Costantinopoli | Successore: | |
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Carlo Margotti | 30 novembre 1934 - 23 dicembre 1944 | Alcide Giuseppe Marina |
Predecessore: | Delegato apostolico in Turchia | Successore: | |
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Carlo Margotti | 12 gennaio 1935 - 23 dicembre 1944 | Andrea Cassulo |
Predecessore: | Delegato apostolico in Grecia | Successore: | |
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Carlo Margotti | 12 gennaio 1935 - 23 dicembre 1944 | Giovanni Mariani |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Francia | Successore: | |
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Valerio Valeri | 12 gennaio 1935 - 23 dicembre 1944 | Paolo Marella |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Prisca | Successore: | |
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Adeodato Giovanni Piazza | 12 gennaio 1953 - 28 ottobre 1958 | Giovanni Urbani |
Predecessore: | Patriarca di Venezia | Successore: | |
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Carlo Agostini | 15 gennaio 1953 - 28 ottobre 1958 | Giovanni Urbani |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione per i Vescovi | Successore: | |
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Eugenio Pacelli | 1958 -1963 | Giovanni Battista Montini |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede | Successore: | |
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Eugenio Pacelli | 1958 -1963 | Alfredo Ottaviani |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali | Successore: | |
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Eugenio Pacelli | 1958 -1963 | Giovanni Battista Montini |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Pio XII | 4 novembre 1958 - 3 giugno 1963 | Papa Paolo VI |
Note | ||||||||||
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