Calzari

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Sandali pontificali bassi (XII secolo), in lino e seta con decorazioni ed iscrizioni pseudo-cufiche; Castel Sant'Elia, Museo della Spiritualità

I calzari sono una calzatura ecclesiastica (calze o sandali) per l'uso liturgico in uso fino alla riforma del rito romano voluta dal Concilio Vaticano II.

Anche se il termine indica tutto ciò che copre il piede e la gamba, sia scarpa che calza, l'accezione liturgica distingue i calzari dai sandali: questi sono le calzature esterne, quelli le calze propriamente dette che avvolgono tutto il piede e la gamba fino al ginocchio.

Storia

Da principio il clero usava le calzature comuni del suo tempo.

A partire dal V secolo i calzari (caligae, tibialia, campagi, udones) usati dai senatori e dai dignitari imperiali passarono in uso all'alto clero. Questo avvenne a Roma, a Milano e a Ravenna. È un segno manifesto della crescente influenza delle autorità ecclesiastiche, soprattutto nelle città imperiali.

Nel VI secolo il Papa ed i suoi diaconi avevano dei calzari (campagi) di forma speciale, come risulta da una lettera di San Gregorio Magno a Giovanni, vescovo di Siracusa.

Nell'VIII secolo la falsa donazione di Costantino accorda a tutto il clero romano il diritto di usare, come il Senato, delle calzature "cum udonibus, id est candido linteamine": questi udones sarebbero i nostri calzari. Nei mosaici di Roma e Ravenna si possono vedere dei calzari di varie forme e colori.

A poco a poco questo uso generale si restrinse, e dal X secolo in poi i calzari furono riservati ai soli vescovi.

La concessione agli abati fu generale a partire dall'XI secolo. Nel XII secolo li usavano anche i cardinali preti.

Uso fino alla Riforma Liturgica

Nella disciplina liturgica preconciliare si distinguevano le calze dai calzari propriamente detti. Le calze facevano parte dell'abbigliamento ecclesiastico, e seguivano per il loro colore le regole delle vesti dei chierici:

I calzari invece avevano un uso esclusivamente liturgico e venivano adoperati nelle Messe pontificali dai cardinali, dai vescovi, dagli abati e dai prelati che ne avevano il privilegio. Non si portavano nelle Messe funebri, né il Venerdì Santo. La loro forma era quella di una calza un poco più ampia, ed erano di seta, oppure di lama d'oro e d'argento, in tutti i colori liturgici, salvo il nero.

Bibliografia
Voci correlate