Flavio Magno Aurelio Cassiodoro

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Flavio Magno Aurelio Cassiodoro
Monaco
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Frontespizio con Flavio Magno Aurelio Cassiodoro (seduto di fronte a Teodorico), fol. 2r di Leiden ms. Vul. 46 (in Gesta Theodorici), manoscritto su pergamena. 186 sgg.; Fulda, datato 1176-1177.
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 93 anni
Nascita Squillace
490 ca.
Morte Monastero di Vivario
583 ca.
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
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Flavio Magno Aurelio Cassiodoro (Squillace, 490 ca.; † Monastero di Vivario, 583 ca.) è stato un monaco, letterato e storico latino, che visse sotto il regno romano-barbarico degli Ostrogoti e successivamente sotto l'Impero Romano d'Oriente.

Biografia

Nacque in una delle più stimate famiglie del Bruzio, fu avviato dal padre alla carriera pubblica. Ebbe numerosi incarichi politici presso l'ostrogoto Teodorico il Grande: fu nominato questore del Sacro Palazzo nel 507, dopo aver favorevolmente impressionato il re Teodorico con la presentazione di un suo panegirico, nel 514 console, mentre dal 515 al 523 fu il corrector (governatore) di Lucania e Bruzio con sede a Scolacium (Catanzaro); dal 523 magister officiorum (segretario) del re.[1]

Alla morte del sovrano (526), divenne ministro di Amalasunta la figlia di Teodorico, succedutagli sul trono come reggente per il figlio Atalarico. Cassiodoro venne nominato Prefetto del pretorio per l'Italia nell'anno 533 e si impegnò per fondere l'elemento romano con quello gotico e per attuare una politica di mediazione tra le varie popolazioni barbariche assoggettate all'impero romano. Cassiodoro resse nuovamente la prefettura tra il 535 ed il 537, durante i primi tre anni della guerra gotica scatenata dall'imperatore Giustiniano per la riconquista dell'Italia.

Come molti altri membri dell'aristocrazia romana, nel 538, di fronte all'avanzata bizantina, conclusasi l'anno successivo con la conquista di Ravenna, Cassiodoro lasciò l'Italia per Costantinopoli, dove però l'imperatore non gli offrì nessun incarico. Egli rientrò nel Bruzio solo alla fine della guerra, quando il generale Belisario catturò e fece prigioniero il sovrano ostrogoto Vitige, nel 540. Cassiodoro si ritirò dunque dalla scena politica e fondò il monastero di Vivario presso Squillace, in Calabria, dove trascorse il resto dei suoi anni, dedicandosi allo studio e alla scrittura di opere didattiche per il clero. Qui istituì uno scriptorium per la raccolta e la riproduzione di manoscritti, che fu il modello a cui successivamente si ispirarono i monasteri medievali, come quelli Benedettini.

Opere

Uno scritto di chiari intendimenti politici fu la Chronica, una specie di storia universale abbozzata nel 519 su richiesta della corte, considerata significativa per le fonti autorevoli utilizzate (ad es.Livio). Una delle sue opere più importanti fu la Historia Gothorum, un elogio della politica di Teodorico pervenuto solo nella versione ridotta dello storico medievale Giordane, e una raccolta di lettere e documenti specchio del periodo storico e sociale (Variae, 537), in tredici volumi, scritti mentre era al servizio dei sovrani goti, divenuta poi riferimento per lo stile cancelleresco e curiale; il tredicesimo volume, intitolato De anima fece intravedere i primi segnali di una crisi interiore dell'autore.

Una più ampia influenza nel Medioevo ebbero le sue Institutiones divinarum et saecularium litterarum (Istituzioni delle lettere sacre e profane), erudita introduzione allo studio delle Sacre Scritture e delle arti liberali. Questa enciclopedia venne progettata dopo che la richiesta di Cassiodoro per la fondazione di una Università di studi cristiani ricevette una risposta negativa da papa Agapito. Il lavoro si suddivise in varie sezioni: la prima presentò i vari libri della Bibbia, la storia della Chiesa e degli studi teologici; la seconda si occupò di quelle arti incluse successivamente nel trivio e quadrivio, con un occhio rivolto alla cultura pagana e alle norme atte per trascrivere correttamente gli antichi.[2]

All'età di 92 anni, Cassiodoro redasse il trattato De orthographia, destinato a fissare norme e regole per la trascrizione di scritti antichi e moderni.

Tra le sue opere didattiche per il clero, si annoverarono i Commenta psalterii, comprendenti anche una mistica dei numeri, le Epistolas et Acta apostolorum et Apocalypsin.

Note
  1. Alessandro Ghisalberti, La filosofia medievale, Giunti, 2002, ISBN 8844026015, p. 38.
  2. "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol.III, pag.137
Bibliografia
  • Ettore Paratore, Storia della Letteratura Latina dell'Età Imperiale, Milano, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1992, pag. 330-331, ISBN 88-17-11253-4
  • Andrea Giardina, Cassiodoro politico, Roma, 2006
  • Franco Cardini, Cassiodoro il Grande. Roma, i barbari e il monachesimo, Milano, Jaca Book, 2009
Collegamenti esterni