Chiesa di San Francesco Converso (Assisi)
Chiesa di San Francesco Converso | |
Assisi, Chiesa Nuova (1615 - 1691) | |
Stato | Italia |
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Regione | Umbria |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Assisi |
Diocesi | Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Piazza della Chiesa Nuova, 7 06081 Assisi (PG) |
Telefono | +39 075 812339 |
Fax | +39 075 812339 |
Posta elettronica | assisichiesanuova@gmail.com |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Ordine dei Frati Minori |
Oggetto tipo | Chiesa |
Dedicazione | San Francesco d'Assisi |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. |
Sigla Ordine reggente | O.F.M. |
Fondatore | Ordine dei Frati Minori, Filippo III di Spagna |
Architetto | Rufino da Cerchiara |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1615 |
Completamento | 1621 |
Data di consacrazione | 1691 |
Strutture preesistenti | Casa paterna di san Francesco d'Assisi |
Pianta | croce greca |
Iscrizioni | FACTA DEI TEMPLU FRANCISCI TECTA PARETU/ CARCER UBI EST PASSUS VINCLA PATERNAMAN |
Marcatura | Stemmi di Filippo III di Spagna, dell'Ordine dei Frati Minori e di Alessandro di Trejo |
Coordinate geografiche | |
Italia |
La Chiesa di San Francesco Converso, tradizionalmente detta Chiesa Nuova, è un edificio sacro situato ad Assisi (Perugia), che sorge sull'omonima piazza.
La chiesa venne eretta nel sito, dove secondo la tradizione sorgeva la casa paterna di san Francesco d'Assisi.
Storia
Casa paterna di san Francesco
Secondo la tradizione, la chiesa fu costruita sulla casa di Pietro di Bernardone, dove nel 1181 o 1182 nacque san Francesco d'Assisi e dove trascorse i primi ventiquattro anni di vita insieme al padre Pietro di Bernardone, la madre Pica ed il fratello minore Angelo.
Le fonti storiche non forniscono molti particolari sull'abitazione paterna di san Francesco d'Assisi; questa probabilmente doveva rispecchiare lo stile architettonico delle città medievali dell'Italia centrale dell'epoca che cominciano ad innalzare le tipiche case-torri. L'edificio, a tre piani, probabilmente presentava:
- al piano terra, il negozio di stoffe e i magazzini del ricco mercante Pietro di Bernardone, e forse anche i laboratori e la tintoria;
- al primo piano, il piano attuale della chiesa, i locali diurni della famiglia;
- al secondo piano, ora scomparso, le camere da letto.
La casa fu proprietà dei discendenti di Angelo, fratello di san Francesco, fino al XIV secolo quando venne ceduta alla famiglia assisana dei Bini.
Costruzione della Chiesa Nuova
Nel 1615 l'abitazione, all'epoca di proprietà di Giovan Battista Bini, fu acquistata da fra' Alessandro di Trejo, vicario generale dell'Ordine dei Frati Minori, grazie al contributo del re Filippo III di Spagna (1578 - 1621).
La prima pietra della chiesa fu posta dal vescovo Marcello Crescenzi il 30 agosto 1615, come ricorda un'iscrizione collocata sulla facciata.
I lavori di costruzione furono diretti da frà Rufino da Cerchiara. Il disegno dell'edificio s'ispira al modello rinascimentale della Chiesa di Sant'Eligio degli Orefici a Roma.
Nel 1621 era già officiata, anche se venne consacrata solo nel 1691.
Descrizione
Esterno
La facciata, costruita in mattoni, è ripartita da quattro lesene che sostengono una trabeazione dorica, con attico e timpano, oltre il quale si eleva la cupola emisferica. Il portale architravato presenta un timpano spezzato su mensole, con lo stemma di Filippo III, affiancato a quelli dell'Ordine dei Frati Minori e di Alessandro di Trejo. Sull'architrave del portale è scritto quello che la storia e la tradizione hanno tramandato circa questo luogo:
(LA) | (IT) | ||||
« | FACTA DEI TEMPLU FRANCISCI TECTA PARETU/ CARCER UBI EST PASSUS VINCLA PATERNAMAN » | « | La casa dei genitori di Francesco è diventata tempio di Dio; mentre il carcere dove fu rinchiuso dal padre è ancora visibile » |
Sulla piazza antistante la chiesa, è collocato:
- Gruppo scultoreo raffigurante i Genitori di san Francesco d'Assisi (1984), bronzo, di Roberto Joppolo.
Interno
L'interno, a croce greca, è sovrastata da una cupola di maggiori dimensioni, a base ottagonale, e quattro minori sui bracci della crociera. La superficie è interamente decorata con dipinti murali, ad affresco, eseguiti intorno al 1621, e con motivi ornamentali a stucco risalenti al 1769.
La cupola maggiore è decorata con dipinti murali, ad affresco, raffiguranti:
- nei piloni, che la sorreggono: Storie della vita di san Francesco d'Assisi (1621), attribuiti a Vincenzo Giorgetti;
- nei pennacchi, Evangelisti e simboli (1925) di Giovanni Battista Conti.
Lato sinistro
Subito dopo l'ingresso, a sinistra, si trova la Cappella del Crocifisso (o delle Reliquie), decorata con un ciclo di dipinti murali raffiguranti:
- Storie della vita di santa Chiara d'Assisi (prima metà del XVII secolo), affreschi monocromi, attribuiti a Cesare Sermei.
Nel primo pilastro a sinistra si trova un angusto ambiente, detto Carcere di san Francesco, dove il Santo sarebbe stato rinchiuso dal padre per sviarlo dalla vita di povertà e preghiera che voleva intraprendere; all'interno è conservata:
- Statua di san Francesco d'Assisi in preghiera (XVII secolo), in legno.
« | Si diffuse per le piazze e le vie della città la notizia di quanto succedeva, finché venne agli orecchi del padre. Sentito come lo maltrattavano, egli uscì immediatamente a prenderlo, con l'intenzione non di liberarlo, ma di finirla. Fuori di sé, gli si avventò contro come un lupo sulla pecora, e fissandolo con occhio torvo e con la faccia contratta dal furore, lo afferrò e trascinò fino a casa. Qui lo rinchiuse in un bugigattolo oscuro per più giorni, facendo di tutto, a parole e a botte, per ricondurlo alla vanità mondana. Francesco non si lasciò smuovere né dalle parole, né dalle catene, né dalle percosse. Sopportava tutto con pazienza, diventando anzi più agile e forte nel seguire il suo ideale. Sennonché il padre fu costretto a partire da casa per un affare urgente, sicché il prigioniero restava solo con sua madre. Questa, non approvando il modo di fare del marito, rivolgeva al figlio discorsi affettuosi, senza pero riuscire a stornarlo dai suoi propositi. Vinta dall'amore materno, un giorno essa ruppe le catene e gli permise di andar via libero. » | |
(dalla Leggenda dei tre compagni, VI, 17 e 18 - FF. 1417 e 1418)
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Transetto sinistro
Nel braccio sinistro del transetto è la Cappella dell'Immacolata, dove sono conservati alcuni interessanti dipinti raffiguranti:
- all'altare, Madonna del cordone (prima metà del XVII secolo), olio su tela, di Andrea Polinori.
- alle pareti laterali, dipinti murali, ad affresco, databili al secondo-terzo quarto del XVII secolo, di Giacomo Giorgetti, raffiguranti:
- a sinistra, Nascita di Maria Vergine;[1]
- a destra, Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre.[2]
Presbiterio
Nel presbiterio si conservano:
- all'altare, Sogno di san Francesco d'Assisi (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela, di Cesare Sermei.[3]
- alle pareti laterali, dipinti murali, ad affresco, databili al secondo quarto del XVII secolo, di Cesare Sermei, raffiguranti:
Secondo la tradizione, l'altare fu costruito nel posto occupato dalla camera di san Francesco, dove il giovane, che desiderava diventare un cavaliere e si preparava per questo a raggiungere Gualtiero di Brienne (1166 ca. – 1205) che combatteva nelle Puglie, fece un sogno nel quale gli comparve un palazzo colmo di armi, di cui al momento non comprese il significato.
« | La notte successiva mentre dormiva, la Bontà di Dio gli fece vedere un palazzo grande e bello, pieno di armi contrassegnate con la croce di Cristo, per dimostrargli in forma visiva come la misericordia da lui usata verso il cavaliere povero, per amore del sommo Re, stava per essere ricambiata con una ricompensa impareggiabile. Egli domandò a chi appartenessero quelle armi e una voce dal cielo gli assicurò che erano tutte sue e dei suoi cavalieri. Quando si destò, al mattino, credette di capire che quella insolita visione fosse per lui un presagio di gloria. Difatti egli non sapeva ancora intuire la verità delle cose invisibili, attraverso le apparenze visibili. Perciò, ignorando ancora i piani divini, decise di recarsi in Puglia, al servizio di un nobile conte, con la speranza di acquistare in questo modo quel titolo di cavaliere, che la visione gli aveva indicato. » | |
Transetto destro
Nel braccio destro del transetto è la Cappella di Sant'Antonio, dove si conservano:
- all'altare: Sant'Antonio, sant'Emidio, san Pasquale Baylon (XVIII secolo), olio su tela, di Tommaso da Ascoli.
- alle pareti laterali, dipinti murali, ad affresco, datati al 1621 ed attribuiti a Vincenzo Giorgetti
Lato destro
Subito dopo, a destra dell'ingresso, è situata la Cappella di San Bernardino, dove si conservano:
- all'altare: San Bernardino da Siena, san Bonaventura da Bagnoregio, san Francesco d'Assisi, santo francescano e san Ludovico di Tolosa (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuito a Vincenzo Giogetti.[8]
- nella volta ed alle pareti: Storie della vita di san Bernardino da Siena (1615 - 1624), affreschi monocromi, di Cesare Sermei, tra i quali si nota:
Resti della casa paterna del Santo
Attraverso una porta ricavata sotto il pilastro a sinistra del presbiterio, si esce in un piccolo cortile nel quale si aprono le porte della casa paterna di san Francesco.
Per un vicolo si scende al fondaco (ora trasformato in oratorio) utilizzato come negozio e magazzino per lo stoccaggio e l'esposizione delle stoffe che Pietro di Bernardone si procurava con i suoi viaggi in Francia. Il figlio probabilmente, come qualsiasi altro giovane del suo tempo, si preparava a seguire le orme paterne nel commercio. È forse in questo periodo che in Francesco si insinua e rende manifesto il contrasto tra la ricchezza e la povertà di fronte ai molti mendicanti che passavano davanti e non entravano nella bottega.
« | Un giorno che stava nel suo negozio, tutto intento a vendere delle stoffe, si fece avanti un povero a chiedergli la elemosina per amore di Dio. Preso dalla cupidigia del guadagno e dalla preoccupazione di concludere l'affare, egli ricusò l'elemosina al mendicante, che se ne uscì. Subito però come folgorato dalla grazia divina, rinfacciò a se stesso quel gesto villano, pensando: "Se quel povero ti avesse domandato un aiuto a nome di un grande conte o barone, lo avresti di sicuro accontentato. A maggior ragione avresti dovuto farlo per riguardo al re dei re e al Signore di tutti". Dopo questa esperienza, prese risoluzione in cuor suo di non negare mai più nulla di quanto gli venisse domandato in nome di un Signore così grande. » | |
(dalla Leggenda dei tre compagni, I, 3 - FF. 1397)
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Convento
Alla chiesa è annesso il convento, sede di un'importante biblioteca ed un archivio comprendente una ricca raccolta di codici pergamenacei anche miniati, incunaboli, bolle, cinquecentine e molte edizioni antiche e rare per un totale di 16.000 volumi riguardanti il francescanesimo.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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