Chiesa cattolica sira

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Chiesa cattolica sira
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La sede patriarcale di Beirut
Classificazione Chiesa sui iuris
della Chiesa cattolica
Fondazione
Fondatore Data Ignace André I Akhidjan
1663
Diffusione Siria, Iraq e Turchia
Primate Papa Francesco
Ignace Youssif III Younan
Stato bandiera Libano
Sede Beirut
Forma di governo episcopale
Fedeli 100.000

La Chiesa cattolica sira (siriaco: ܥܕܬܐ ܣܘܪܝܝܬܐ ܩܬܘܠܝܩܝܬܐ) è una Chiesa cattolica sui iuris, insignita del titolo patriarcale, in comunione con il vescovo di Roma. È formata dai fedeli della Chiesa degli ortodossi siriaci (monofisita, Gesù è solo Dio e non anche uomo) che si sono riuniti con Roma a partire dal 1783, conservando la loro lingua, il loro rito (siriaco-occidentale) e la loro legislazione ecclesiastica.

La Chiesa ha una propria gerarchia sotto l'autorità di un patriarca, che porta il titolo di Patriarca di Antiochia dei Siri. La sede è a Beirut in Libano.

Storia

A partire dal XVII secolo l'opera congiunta dei missionari gesuiti e cappuccini aveva portato diversi singoli e gruppi della Chiesa ortodossa siriaca ad aderire alla Chiesa cattolica. Nel 1662 la comunità sira di Aleppo, che aveva aderito in massa al cattolicesimo, elesse come patriarca il proprio vescovo Ignazio Andrea Akhidjan (1662-1677). Con la mediazione del console francese, egli ottenne dal governo turco il riconoscimento a capo della nazione (millet) siriaca. Il suo successore Ignazio Pietro VI Chaahbadine (1677-1702), anch'egli in comunione con Roma, subì diverse persecuzioni e fu infine espulso dal governo turco, perché accusato di essere al soldo della Francia.

Interno della chiesa cattolica sira di Damasco.

L'esigua comunità siro-cattolica (nel 1768 si contavano in tutto 200 famiglie) rimase così senza un vertice fino al 1783, quando a Roma quattro vescovi siri proclamarono patriarca Ignazio Michele III Jarweh (1783-1800)[1]. La sua elezione però non fu riconosciuta né dalla Chiesa ortodossa né dal governo turco. Fu eletto un nuovo patriarca ortodosso e Jarweh dovette rifugiarsi nel monastero di Cherfé, in Libano. Tuttavia fu riconosciuto da Roma come patriarca dei siro-cattolici con il titolo di Patriarca di Antiochia, mentre i due precedenti avevano quello di Aleppo.

Nella prima metà del XIX secolo lo sviluppo della Chiesa siro-cattolica fu ostacolato da dissidi interni fra opposte fazioni ecclesiastiche. Grande impulso all'organizzazione della Chiesa fu dato dal patriarca Ignazio Pietro VII Jarweh (1820-1851). Egli trasferì la sua sede ad Aleppo e trasformò il monastero di Cherfé in seminario patriarcale per la formazione del clero. Durante il suo pontificato diversi vescovi ortodossi ritornarono all'unione con Roma.

Nel monastero di Cherfé, tra dicembre 1853 e gennaio 1854, si svolse il primo sinodo della Chiesa cattolica sira, sotto la presidenza del delegato apostolico, Benoit Planchet.

Nel 1859 il patriarcato siro-cattolico annoverava 10 diocesi ed un totale di circa 30.000 fedeli.[2] Nel 1898 si registrano questi dati statistici: 9 diocesi, 22.700 fedeli, 24 parrocchie, 42 chiese o cappelle ed 81 preti.[3]

Tra i principali monasteri tuttora esistenti va segnalato Mar Biham, fondato nel IV secolo.

Struttura ecclesiastica

Diocesi siro cattoliche e aderenti (stima 2021).

In Medio Oriente

Nella diaspora

Sono immediatamente soggette alla Santa Sede le seguenti circoscrizioni ecclesiastiche:

Note
  1. Andrea Riccardi, La strage dei cristiani, Roma-Bari, Laterza, 2015, p. 75.
  2. Girolamo Petri, L'orbe cattolico ossia Atlante geografico storico ecclesiastico, parte terza, Roma 1859, pp. 22-25.
  3. Dati di Missiones catholicae riportati in Dictionnaire de Théologie Catholique, op. cit., col. 1433.
Bibliografia
  • Claude Sélis, Les Syriens orthodoxes et catholiques, Brepols (col. Fils d'Abraham), Bruxelles, 1988, ISBN 2-503-82362-9
  • Jean-Pierre Valognes, Vie et mort des Chrétiens d'Orient, Fayard, Paris, 1994, ISBN 2213030642
  • S. Vailhé, Antioche. Patriarcat syrien-catholique, in Dictionnaire de Théologie Catholique, Tome premier, Paris, 1903, coll. 1430-1433
  • P. Bacel, Le premier synode syrien de Cherfé, in Echos d'Orient, Tomo XIV, Anno 1911, pp. 293–298
Voci correlate
Collegamenti esterni