Concilio di Efeso

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Concilio di Efeso
Concili ecumenici della Chiesa cattolica
Data 431
Luogo Efeso
Convocato da Imperatore Teodosio II
Presieduto da Cirillo di Alessandria
Argomenti in discussione Nestorianesimo, Theotokos, Pelagianesimo
Documenti e pronunciamenti conferma del Credo niceno, condanna delle eresie, dichiarazione del Theotokos
Concilio precedente Concilio di Costantinopoli I
Concilio successivo Concilio di Calcedonia
Storia del Cristianesimo
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Nota di disambigua - Se stai cercando altri concili svoltisi nella stessa città, vedi Concilio di Efeso (disambigua).

Il concilio di Efeso fu il terzo concilio ecumenico e si tenne nel 431 a Efeso, in Asia Minore, durante l'impero di Teodosio II; il Concilio, a cui parteciparono approssimativamente duecento vescovi, si occupò principalmente del nestorianesimo. I suoi atti si svolsero in un'atmosfera surriscaldata di confronto e recriminazioni.

Storia

Il nestorianesimo enfatizzava la natura umana di Gesù a spese di quella divina. Il concilio denunciò come errati gli insegnamenti di Nestorio (Patriarca di Costantinopoli), secondo cui la Vergine Maria diede vita ad un uomo Gesù, non a Dio, non al Logos (Il Verbo, Figlio di Dio). Il Logos risiedeva in Cristo, era custodito nella sua persona come in un tempio. Cristo quindi era solo Theophoros, termine greco che significa "portatore di Dio". Di conseguenza Maria doveva essere chiamata Christotokos, "Madre di Cristo" e non Theotokos, "Madre di Dio"[1]. Gli storici hanno definito i confronti tra i sostenitori di una e dell'altra posizione "controversie cristologiche".
Si veda anche Atti 19,28.

Il concilio decretò che Gesù era una persona sola, non due persone distinte, completamente Dio e completamente uomo, con un'anima e un corpo razionali. La Vergine Maria è la Theotokos perché diede alla luce non un uomo, ma Dio come uomo. L'unione di due nature in Cristo si compì in modo che una non disturbò l'altra.

Il concilio dichiarò inoltre come completo il testo del Credo niceno del 325 e vietò qualsiasi ulteriore cambiamento (aggiunta o cancellazione) ad esso. Il concilio condannò inoltre il pelagianismo.

Vennero approvati otto canoni [1]:

  • Il canone 1 decretava l'anatema su un eretico di nome Celestio.
  • I canoni da 2 a 5 decretavano l'anatema sul nestorianesimo.
  • Il canone 6 decretava che chi non si atteneva ai canoni di Efeso era scomunicato.
  • Il canone 7 decretava che chi non si atteneva ai dettami del Primo Concilio di Nicea riceveva l'anatema.
  • Il canone 8: "Lasciate che i diritti di ogni provincia siano preservati puri e inviolati. Nessun tentativo di introdurre qualsiasi forma contraria a queste deve essere di alcuna utilità". Viene fatta menzione dei Canoni degli apostoli.

Quadro storico

Note
  1. La parola "Theotokos" non significa "Madre di Dio" ma è un sostantivo maschile della lingua greca che significa letteralmente "divinparto", cioè la divina maternità di Maria; di per sé infatti già nel Vangelo di Luca Santa Elisabetta si rivolge a Maria come "Meter tu Kuriu" ovvero "Madre del Signore".
Bibliografia
  • Franca De Marini Avonzo, Codice Teodosiano e Concilio di Efeso in: Atti dell'Accademia romanistica costantiniana, V Convegno Internazionale 1981, Perugia 1984, pp. 105-122
  • Amleto Giovanni Cicognani, Il concilio ecumenico di Efeso e la divina maternita di Maria, atti del congresso nazionale mariano in commemorazione del XV centenario del concilio di Efeso (431-1931): conferenza del 7 maggio 1931 nella basilica dei ss. Apostoli in Roma, Roma 1931
  • Luigi Scipioni, Nestorio e il concilio di Efeso: storia, dogma, critica, (Studia Patristica Mediolanensia) Vita e pensiero, Milano 1974
  • Francesco Erasmo Sciuto, Un episodio sconosciuto della controversia cristologica durante il Concilio d'Efeso: Euterio di Tiana contro Teodoto d'Ancira, Catania 1984
  • Maria Gloria Guillen Perez de Ploch, Hombres de Fe, hombres politicos: El Concilio de Efeso (431) y sus partecipantes, (Antiguedad y cristianismo 18) Universidad de Murcia, Murcia 2001
Collegamenti esterni