David Buggi

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David Buggi
Laico
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 17 anni
Nascita Roma
6 novembre 1999
Morte Roma
18 giugno 2017
Sepoltura Cimitero Flaminio - Prima Porta (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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pontificato
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David Buggi (Roma, 6 novembre 1999; † Roma, 18 giugno 2017) è stato uno studente e testimone italiano.

Biografia

La vita breve e compiuta di David

Nato a Roma da Marco e Diana, entrambi infermieri, David era un ragazzo un po' ribelle e pieno di vita, forte e intelligente, praticava lo sport (girava sempre in bici e faceva nuoto); andava a scuola e frequentava il post-cresima e la comunità di Betania, in cerca della Verità.

All'età di 16 anni, un giorno ha cominciato ad avvertire un indolenzimento a una gamba, pensava fosse dovuto all'intensa attività sportiva nell'ultimo periodo (David era infatti un giocatore della nazionale di hockey subacqueo). I dolori, purtroppo, aumentavano sempre più, la notte riusciva a dormire a fatica e gli antidolorifici non sembravano avere l'effetto desiderato.

Dopo avere effettuato una risonanza magnetica in ospedale, i medici avevano notato una specie di massa, pensavano un ematoma, ma bisognava indagare meglio. David, assieme alla famiglia, amici e i suoi parrocchiani, hanno cominciato a pregare affinché si trattasse solo di un ematoma. Ma la realtà è stata diversa: il ragazzo aveva un tumore. Diceva David:« E allora ok, incassi il colpo e vai avanti. E continui a pregare, a pregare sempre, perché sai che il Signore c’è. E allora chiedi che il tumore sia benigno e non maligno.»

Il responso medico, invece, è tra i peggiori: osteosarcoma aggressivo con una soglia di dolore massima. Ma David non si arrende:« Inizio a pregare che non ci fossero metastasi e però, nel momento in cui vado a vedere i risultati dell'esame successivo, scopro di avere una grossa metastasi al polmone.»

Il male avanza velocemente, consumandolo in un solo anno tra terribili dolori e patimenti. Assieme alla nefasta condanna, giunge anche la notte oscura su David. Spiega il ragazzo: « Arrivo quasi ad arrabbiarmi con Dio, gli chiedo: Ma perché io prego per una cosa e tu ne fai accadere un'altra? Perché non mi vuoi aiutare? Perché proprio a me tutto questo? Che senso ha pregare se poi succede l’esatto opposto di quello che io vorrei che succedesse?»

Come nel Getsemani

Nonostante tutto, David continua a cercare conforto nella Chiesa e chiede aiuto a diversi sacerdoti. Un bel giorno, infine, uno di essi gli lancia una sfida dicendogli: « David, affida tutta la tua malattia a Dio.»

Lui oppone un netto rifiuto perché immediatamente realizza ciò significherebbe accettare la possibilità di morire, ma comprende pure che si tratta di una sfida d’amore. Mi dice il sacerdote:« Non avere paura perché anche Gesù ha avuto paura nel Getsemani, dicendo “Signore se possibile passi da me questo calice ma sia fatta la tua non la mia volontà”.»

In questo cammino serio di fede, c'è stata una svolta, un momento in cui si è lasciato agganciare seriamente dal Signore: dopo avere tanto pregato, perché quei sintomi non fossero di un tumore, e poi perché almeno non fosse maligno, e poi per la guarigione, una notte si mise a pregare in un momento di paura. Ma invece di chiedere la guarigione, disse la preghiera che le riassume tutte: Sia fatta la tua volontà. Perché se è la Sua volontà su di me è sicuramente la cosa più bella che mi possa capitare. Da quel momento, racconta David, ha vissuto l’anno più bello della sua vita. Ha capito che Dio ci ama ed è un Padre che vuole solo renderci felici.

Le ultime settimane, purtroppo, sono tremende, un Calvario: il tumore ormai si è esteso su quasi tutti gli organi vitali. Il ragazzo soffre molto, fatica a respirare, ma non si lamenta mai. Dona tutto di sé, riversa il suo dolore nella Croce e in ogni istante offre il suo sacrificio a Dio Padre. Centinaia di ragazzi sono sfilati per la sua stanza dell'ospedale. David non riusciva più a parlare. I ragazzi lo salutavano e don Pierangelo Pedretti, la sua guida spirituale, parlava per lui: si erano messi d'accordo quando lui poteva ancora parlare.

Con la lucidità di chi ha una vita spirituale seria, David li aveva mandati a chiamare, spiegando a don Pierangelo quale fosse il nodo problematico più importante che ognuno di loro doveva sciogliere. Si è offerto per la loro salvezza: per chi aveva un'affettività disordinata e odiava i genitori, per quelli che forse dei genitori veri non li avevano nemmeno, per chi si ribellava, per quello che si drogava… David era in grado di leggere dentro i cuori, e nel momento di morire ha pregato per ciascuno di essi. A tutti ha annunciato che la vita non finisce qui, che siamo fatti per vivere per sempre, se siamo figli di Dio: e morire tranquilli a diciassette anni è una cosa che non puoi fare se non sei figlio di Dio.

Quando gli amici erano nella stanza con lui, i genitori aspettavano fuori; da infermieri sapevano tutto quello che stava succedendo a David, quanto soffrisse, sapevano che stava morendo, lo sapeva anche lui, e sono stati in grado di metterlo a disposizione degli altri, perché quello era il suo desiderio. Per sé ha chiesto solo una cosa, David. Non la guarigione, ma che i suoi, la sua mamma in particolare, non soffrisse troppo ed è una grazia che ha ottenuto, perché oggi Diana ha uno sguardo radioso perché sa di avere un figlio santo in cielo e vivo e felice per sempre. E il padre ha avuto il coraggio di dire che se il sogno di un genitore è che suo figlio si realizzi, ecco, lui sa che il suo David ha avuto la realizzazione più grande di tutte, perché ha accolto la sua chiamata, ha detto sì a Dio, non si è ribellato, e sta cominciando a essere fecondo nei cuori di tanti ragazzi.

David nasce al Cielo il 18 giugno 2017 e sul suo volto sembra stampata quella frase che era solito ripetere a chiunque incontrasse:

« Ma se sono felice io, come non puoi esserlo tu? »

Relazione con Gesù Cristo e il Suo Corpo

David è morto il 18 giugno 2017, nel giorno del Corpus Domini; seguendo Gesù, ha saputo offrire anche lui il suo corpo, accogliendo la sofferenza. L'ultima via crucis della sua vita l'aveva potuta solo seguire dalla tv. Il padre era accanto a lui, straziato dai dolori che lo vedeva provare, non potendo aiutarlo. Allora David sentì in modo speciale, perfino fisico, la vicinanza con Gesù. Ma non è sempre stato così docile. Anzi, don Pierangelo dice che era un tipo spesso polemico, un rompiscatole, perché lui le cose le voleva capire, non obbediva così, senza pensarci. Anche a scuola contestava: doveva andare in fondo alle cose, e amava la fisica; non un secchione, ma intelligentissimo. Anche nella fede era così: e spesso don Pierangelo doveva rispondere alle sue domande, che non accettavano mai risposte scontate. Se siamo credibili nella fede credo che ce lo dica quello che pensano davvero i nostri familiari di noi, quelli che vedono la verità. Bene, uno dei fratellini di David gli aveva chiesto di fargli da padrino nella cresima (e racconta che sente tuttora la sua paternità nella sua vita).

« Sono pronto, io l’ho sentita la mano di Gesù, so che sta venendo a prendermi. »

Così diceva David Buggi poco prima di morire, cinque anni fa. Nel giro di un anno l'osteosarcoma lo aveva consumato tra indicibili patimenti.

Così muore un ragazzo di 17 anni con un cuore da guerriero, un ragazzo che ha combattuto contro la paura, la rabbia, il sentimentalismo e la tristezza che a volte ci tentano negli ultimi momenti di vita, contro il vuoto e il non senso, un ragazzo che ha vinto, ha accettato la sua malattia e ha creduto nell’amore di Dio che è padre, ci ha creduto fino alla fine e ha deciso di accettare il dolore e di offrirlo per la salvezza dei giovani.

Voci correlate
Collegamenti esterni