Manuel Foderà

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Manuel Foderà
Laico
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 9 anni
Nascita Calatafimi Segesta [1]
21 giugno 2001
Morte Calatafimi Segesta [1]
20 luglio 2010
Sepoltura
Conversione
Appartenenza Diocesi di Trapani
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Manuel Foderà (Calatafimi Segesta [1], 21 giugno 2001; † Calatafimi Segesta [1], 20 luglio 2010) è stato uno studente e testimone italiano.

Biografia

Nato a Calatafimi Segesta, Diocesi di Trapani, da Giuseppe Foderà e da Enza Milana; alla sua nascita, Francesco e Stefania, suoi fratelli, già adolescenti, lo accolgono come un dono di Dio. Francesco vuole fargli da padrino di Battesimo e Stefania avrà la massima cura di lui, il più piccolo.

Educazione cristiana dai genitori, una vita piena di gioia e felice, fino a quando però, nel luglio 2005, all'età di 4 anni, Manuel lamenta un forte dolore alla gamba destra e una fastidiosa febbriciattola che gli toglie l'appetito.

La malattia

Il medico di famiglia, preoccupato dopo averlo visitato, gli ha prescritto una serie di esami urgenti; la diagnosi è arrivata pochi giorni dopo presso l'ospedale pediatrico di Palermo, dove Manuel era stato trasportato d'urgenza per un improvviso peggioramento delle condizioni di salute. I referti medici parlavano di un'infiltrazione massiva di neuro blastoma di IV stadio che ha intaccato le creste iliache del bacino; in parole semplici, un tumore maligno con quasi nessuna possibilità di guarigione: a soli 4 anni.

Il 12 agosto 2005, Manuel deve subire un intervento per l'asportazione della massa tumorale e dopo due giorni si è dovuto sottoporre al primo degli oltre 20 cicli di chemioterapia, con tutti i suoi devastanti effetti collaterali: perdita dei capelli, ripetute emorragie e ferite che incideranno il suo corpicino, una Via Crucis che Manuel ha dovuto percorrere per cinque anni.

Le cure, purtroppo, sono lunghe e inefficaci: Manuel alterna momenti di tranquillità a scatti ribelli tipici di chi vuole smetterla di curarsi e ritornare a casa. La permanenza in ospedale gli riserva, però, una gradita sorpresa: suor Prisca, una suora francescana del Vangelo, gli comunica che la cappella dell'ospedale si trova vicino alla sua stanza.

Tra lui e Gesù l'intesa si accresce ogni giorno di più; qualche tempo dopo, alla vigilia di Natale del 2009, ne parla così in una letterina inviata ai suoi compagni di scuola: « Quando la mia vita era buia e addolorata, ho incontrato un Amico davvero speciale. Mi ha dato la sua mano e io mi sono fidato di Lui. Ed è stato così che Lui è entrato nel mio cuore per sempre. È un Amico che non si vede, ma c'è. Non mi lascia mai solo. Mi tiene stretto al suo cuore e mi dice: "Il tuo cuore non è il tuo ma il mio e io vivo in te!". È un Amico davvero, davvero speciale! Per parlare con Lui e sentirlo vicino a me devo usare un cellulare speciale, un cellulare che si chiama "preghiera". Devo pregare molto e concentrarmi, perché è un momento importante tra me e Lui.»

All'inizio d'estate del 2010, appena un mese prima dalla sua scomparsa, i medici scoprono la presenza di due masse tumorali nella testa di Manuel, che lamenta terribili dolori. Dopo aver ricevuto Gesù nella Comunione, scoppia a piangere. A chi gli chiede il motivo, risponde:« Gesù mi ha fatto dono di due spine della sua corona.»

Il dialogo con Gesù

Suor Prisca racconta che Manuel, prima di fare la terapia, andava sempre nella cappella e, quando la incontrava, le diceva: « Suor Prisca, portami in sacrestia, perché voglio vedere Gesù in Croce!»

La sorella lo prendevo in braccio e metteva la sua testolina accanto al tabernacolo: lui era felicissimo perché voleva essere l'amico più caro di Gesù. Poi recitavano il Santo Rosario e Manuel ripeteva le litanie a memoria. Dice suor Prisca: «Un bambino di quattro anni che sa le Litanie, non l'avevo mai visto».

Manuel capisce fin da subito che la preghiera è fonte di benessere interiore; attraverso la recita assidua del Santo Rosario, la Madre Celeste lo prenderà per mano e lo condurrà a Suo Figlio. Ricevere Gesù Eucaristia diventerà l'unico vero centro della sua esistenza, il suo più grande desiderio è nutrirsi del corpo di Cristo.

La Beata Vergine entra a far parte dei racconti del bambino fin dai primi giorni della malattia perché, secondo Manuel, le Ave Maria lo facevano «stare meglio» e gli «donano la forza e la pace».

Manuel e l'Eucaristia

In ospedale, il cappellano padre Mario porta la Comunione alla mamma di Manuel; anche lui vuole ricevere Gesù, perché crede fermamente che l'Ostia consacrata è Gesù vivo e vero. Insiste nel chiederlo, ma tutti gli ripetono che a sei anni è troppo piccolo. Manuel prega la Madonna nella cappella e la sua richiesta viene accolta dal Vescovo di Trapani, Francesco Micciché, che concede il nulla osta, tenuto conto della sua precoce maturità cristiana.

La data designata è il 13 ottobre 2007, anniversario dall'ultima apparizione della Madonna a Fatima. Quel giorno, purtroppo, Manuel ha male e zoppica. Verso mezzogiorno e inspiegabilmente, il male sparisce. Dopo aver pregato, rasserena tutti riferendo che la Madonna gli ha detto: "Manuel non può ricevere Gesù zoppicando". Così ha fatto la magia di farlo guarire. Alla fine della Messa per la sua Prima Comunione, dopo un lungo ringraziamento, accende una candela dinnanzi al Crocifisso e distribuisce un'immagine con questa scritta: « Desidero ricevere Gesù nel mio cuore, affinché Lui diventi il mio migliore amico per sempre. Sarà la mia forza, la mia gioia, la mia guarigione».

Il 15 agosto 2008, solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, Manuel riceve la Cresima. Ha bisogno di tanta forza, di luce e Gesù gliela dona con il suo Corpo eucaristico e il suo Spirito. Solo Gesù lo rende forte quando i dolori lo assalgono: la Santa Comunione quotidiana, che lui chiama una bomba di grazia, fa sì che la sua malattia lo renda inspiegabilmente felice.

Alcuni testimoni riferiscono che ogni volta che Manuel riceveva l'Eucaristia, mostrava una particolare emozione; diceva con delicatezza:« Mamma, non ho sentito la voce di Gesù, così come tu senti la mia, ma sono riuscito a parlargli e Lui mi rispondeva nel mio cuore. Che bello! Sono felice!.»

Il fanciullo riferisce con massimo riserbo alla mamma o ai due padri spirituali - padre Ignazio Vazzana e il carmelitano fra Giuseppe - i suoi colloqui con Gesù, che negli ultimi tempi si fanno sempre più assidui e raggiungono livelli impressionanti, come dopo la Comunione di una mattina di agosto in cui Manuel aveva appena ricevuto l'Ostia consacrata da Piero, il ministro dell'Eucaristia. Dopo il ringraziamento, dice alla mamma: « Gesù nella Comunione mi ha detto una frase bellissima: "Il tuo cuore non è tuo, ma il mio e io vivo in te.» Poi aggiunge:« Non ho capito bene queste parole, me le puoi spiegare?.» La mamma non sa cosa rispondere.

Il bisogno di stare con Gesù si fa tanto possessivo fino a spingerlo a supplicare il vescovo di Trapani così: « Vescovo. Desidero tanto avere Gesù Eucaristia a casa mia! Così posso adorarlo quando voglio! Non ti preoccupare, il posto dove fare il tabernacolo c'è!.» La richiesta, purtroppo, non è stata esaudita, ma Manuel ha trovato consolazione e felicità nel potere servire la Messa nella cappella della Curia, vestito con la tunica della prima Comunione.

La sua missione

Il 25 novembre 2008 scriveva al suo amico Giuseppe, seminarista e oggi presbitero:« Per la tua festa ho deciso di farti questo regalo. Ti offro il mio dolore per fare un fioretto. Voglio soffrire un poco come ha sofferto Gesù.» E, sempre a Giuseppe, il 27 aprile 2009 mandava questo messaggio: « La mia sofferenza sta servendo a Gesù per cambiare i cuori.»

Durante le feste di Pasqua del 2009 scrive a suor Teresa del Monastero di Giacalone (Monreale): « Questa mattina, nella Comunione, Gesù mi ha detto: "Ho bisogno di te solo pochi giorni perché sei forte e ne ho bisogno per i bambini dal cuore indurito.»

Senza dubbio uno degli aspetti che più sconvolge e converte chi gli sta intorno, è il modo in cui Manuel vive la sofferenza: ecco cosa racconta don Ignazio:

« Manuel mi diceva sempre che Gesù gli aveva donato la sofferenza e che aveva bisogno di essa perché insieme dovevano salvare il mondo (dal momento che Gesù lo aveva proclamato GUERRIERO DELLA LUCE).

Manuel ha sempre lottato come un vero guerriero, a imitazione di Cristo, fino al dono di tutta la sua vita per la salvezza e la conversione di tutti. Ricordo ancora in maniera viva la grande capacità di sopportazione della sofferenza che aveva, solo per amore di Gesù. Diverse volte mi chiamava la mamma dicendomi di convincere Manuel a prendere almeno la Tachipirina per alleviare i dolori grandi che aveva, ma lui mi rispondeva che voleva aspettare ancora un po' di tempo prima di prenderla perché Gesù aveva di bisogno della sua sofferenza in quel giorno per salvare le anime.

Verso la fine, quando dopo la scintigrafia, i medici si accorgono di due masse tumorali in testa, Manuel ci rivela un dono grande che Gesù gli aveva fatto. Manuel in quei giorni aveva forti dolori di testa e non sapeva cosa avesse realmente. Dopo una Comunione scoppia in pianto e confida alla mamma e poi a me ciò che Gesù gli aveva detto. Noi gli abbiamo chiesto cosa avesse, dato che piangeva e lui ci disse che Gesù gli aveva fatto un regalo speciale ed essendo felice piangeva per questo: Gesù gli aveva donato due spine della sua corona e queste le aveva ora sul suo capo. Io sono rimasto scioccato nel sentire ciò, perché questo è umanamente inspiegabile. C'è stata una coincidenza perfetta dei fatti: due masse tumorali in testa e le due spine della corona di Gesù che le erano state donate sul capo. »

E però, nonostante grandi dolori e sofferenze, gli amici quasi mai lo sentono lamentarsi, a tutti ripete che sta bene e - anche nelle peggiori condizioni - trova sempre un motivo per ringraziare.

Gli ultimi giorni di Manuel sono una sofferenza continua: i valori dell'emoglobina sono talmente bassi che i medici decidono di sospendere le trasfusioni, nonostante ciò, il cuore del guerriero, riesce a battere ancora per quattro giorni, con notevole meraviglia dei medici. La mamma capisce subito:

« Manuel, hai fatto un altro patto con Gesù vero?. »

Il piccolo fa cenno di sì: evidentemente sta offrendo le sue ultime gocce di vita per qualcuno di cui nessuno conoscerà mai il nome. Alla madre avrà disposto ogni dettaglio: in quel giorno indosserà la tunica della Prima Comunione e al posto del cuscino la sua testa dovrà poggiare sulla Bibbia al passo di Geremia (17,14) dove sta scritto:

« Guariscimi, Signore e io sarò guarito; salvami e io sarò salvato, poiché tu sei il mio vanto. »

Le dice anche che ella non piangerà, anzi che nessuno dovrà perdersi in pianti e schiamazzi, ma che tutti insieme dovranno raccogliersi in preghiera, sicché i suoi funerali potranno rispecchiare la grande festa che lui vivrà nei Cieli.

Guerriero della luce

Un giorno, dopo aver ricevuto la Comunione, Manuel chiede a Gesù che cosa possa fare per Lui in vista del Natale ormai prossimo. Gesù gli risponde: « Mostra sempre la mia gioia agli altri. Sii un guerriero della luce in mezzo alle tenebre.»

Che sia un prediletto di Gesù, Manuel lo manifesta anche fuori dall'ospedale, come quando si reca a Lourdes nel giugno 2008. La sera, dopo cena in albergo, Manuel recita il Rosario con i pellegrini siciliani e vuole recitare una decina per i bambini ciechi. Nessuno capisce perché (nel gruppo non c'è alcun cieco), ma al ritorno, si saprà che un bambino cieco in un altro gruppo, aveva riacquistato la vista.

Dal settembre 2008, don Ignazio, un giovane sacerdote è diventato, su suggerimento di Gesù a Manuel, il suo direttore spirituale. Fin dal primo incontro, avverte che «nel piccolo c'è Gesù vivo che opera e irradia gioia e coraggio». Lo vede tutti i giorni in ospedale, molto spesso quando Manuel è a casa. Alla sera Manuel gli telefona perché vuole la sua benedizione. Dal marzo 2009, Manuel chiede più spesso di confessarsi.

Dirà il sacerdote:« Ricordo con tanta commozione il grande senso del peccato che aveva, tanto che scoppiava in lacrime durante la Confessione stessa. Ci legava in maniera speciale, l'amore e la devozione grande a Gesù Eucaristico. Sin dal primo momento Manuel mi parlò del suo Amico davvero speciale, Gesù. Ogni volta che riceveva con tanta riverenza la santa Comunione, se eravamo nella cappella, si distendeva sulla panca (o anche per terra, per fare penitenza), o se era ricoverato, si metteva sotto le coperte coprendosi anche il volto e così rimaneva dai dieci ai venti minuti circa, in assoluto silenzio. Questo era il momento culminante della Comunione perché entrava in colloquio con Gesù, come fanno due amici intimi. Gli ho chiesto più volte se vedeva Gesù faccia a faccia e lui mi rispondeva che sentiva la sua voce nel suo cuore.»

Attorno a lui, sia a casa che in ospedale, si raccolgono tanti amici, attratti dalla gioia che irradia, dalla pace che diffonde, mentre il suo corpo si consuma lentamente. Vengono tanti sacerdoti e suore, anche da lontano, come padre Carlo Maria Laborde, che Manuel ha visto a Tele Padre Pio, unendosi a lui, per la preghiera del Rosario della sera. Padre Carlo gli porta, assieme ad altri doni, anche un guanto usato da san Pio, che Manuel indossa chiedendo di guarire allo Stimmatizzato di San Giovanni Rotondo. A ciascuno, soprattutto ai sacerdoti, dice e ripete: « Ti voglio bene. Prego per te. Porta Gesù ai piccoli, ai sofferenti, ai malati, porta Gesù a chi incontri.»

Tra quei sacerdoti, a trovare Manuel, vengono anche il suo Vescovo e l'Arcivescovo di Palermo. Manuel è raggiante di gioia e dice a ciascuno di loro:« Ti voglio bene. Offro per te e per i tuoi sacerdoti... ma tu fammi un regalo: dì ai tuoi sacerdoti che ricordino ai fedeli di ricevere Gesù sempre in grazia di Dio, senza peccato e che dopo averlo ricevuto facciano sempre almeno cinque minuti di ringraziamento a Lui. È troppo grande Gesù, è Dio e dev'essere trattato da Dio.»

Morte

Il 21 giugno 2010, Manuel con familiari e amici, festeggia il suo nono e ultimo compleanno, nella gioia. Confida agli amici: « Gesù mi ha fatto vedere il Paradiso ed è un luogo meraviglioso, bello come un convito preparato da Gesù....Gesù mi ha detto che morirò a nove anni, che devo soffrire ancora un po' per Lui. Dopo, apparirò alla mamma e ai miei cari, potrò essere toccato da loro e abbracciato.»

Il 20 luglio 2010 è il suo ultimo giorno sulla terra. Disteso sul letto tiene la corona del Rosario stretta tra le mani e il guanto di padre Pio. Viene celebrata la Messa nella sua camera. Dopo aver ricevuto la Comunione, dice con un fil di voce: «Ho finito». Pochi istanti dopo il guerriero della luce contempla Dio, la vera, unica Luce. «Tutto è compiuto, come Gesù. Manuel muore all'età di 9 anni.

L'Associazione Missione Luce Manuel

Manuel è divenuto un maestro di preghiera e di vita per moltissime persone; sabato 4 giugno 2022, alle ore 17, nella chiesa di San Michele a Calatafimi si è tenuto un incontro per presentare "Missione Luce Manuel", un'associazione privata di fedeli riconosciuta dal vescovo di Trapani e formata da un gruppo di laici che desiderano custodire la straordinaria testimonianza di fede del piccolo Manuel Foderà e far conoscere la storia e la spiritualità di questo piccolo amico di Gesù; presieduta da Pietro Vivona con l'assistenza spirituale di don Alberto Genovese, vicario generale della Trapani.

Ha presentato questa nuova realtà mons. Pietro Maria Fragnelli il vescovo di Trapani, mentre Valerio Bocci, già docente di comunicazione e pastorale presso l'Università Pontificia Salesiana di Torino e di Gerusalemme, ha presentato la sua ultima opera: "Manuel e il segreto della felicità" (Sanpino edizioni), contenente fumetti con testi scritti personalmente da Manuel, altri testi e preghiere, alcune delle quali messe in musica. L'incontro è stato animato dal gruppo del Rinnovamento nello Spirito di Calatafimi.

Rimandiamo al libro scritto da Enza Milana Foderà e da Valerio Bocci, intitolato: Manuel, il piccolo guerriero della luce (L. D. C., Torino 2015), due edizioni in una settimana, una vera meraviglia di Dio.

Note
  1. 1,0 1,1 Calatafimi Segesta, comune italiano del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia. Diocesi di Trapani
Voci correlate
Collegamenti esterni