Beato Carlo Acutis
Beato Carlo Acutis Laico | |
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Beato | |
Età alla morte | 15 anni |
Nascita | Londra 3 maggio 1991 |
Morte | Monza 12 ottobre 2006 |
Sepoltura | Chiesa di Santa Maria Maggiore (Assisi) |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerabile il | 5 luglio 2018, da Francesco |
Beatificazione | 10 ottobre 2020, da Francesco |
Ricorrenza | 12 ottobre |
Collegamenti esterni | |
Sito web associazione Sito ufficiale o di riferimento Scheda su santiebeati.it |
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Il Beato Carlo Acutis (Londra, 3 maggio 1991; † Monza, 12 ottobre 2006) è stato uno studente italiano, giovane e fervente cattolico, con la passione dei computers e dell'Eucaristia, spentosi prematuramente a quindici anni a causa di una leucemia fulminante.
Biografia
Nacque a Londra da Andrea e Antonia Salzano, esponenti dell'alta borghesia milanese, che si trovavano temporaneamente in Inghilterra per motivi di lavoro.
A soli sette anni, con la Prima Comunione, iniziò il suo amore per l'Eucaristia. A Milano frequentò le elementari e le medie presso le Suore Marcelline e il liceo classico presso l'Istituto Leone XIII, gestito dai Gesuiti.
La sua fu un'adolescenza normale, dove c'era spazio per gli affetti familiari e l'amicizia. Alla socievolezza si univa in lui un innato amore per il prossimo. Carlo dimostrava una grande inclinazione per l'informatica, ma il fulcro della sua giornata era la partecipazione quotidiana alla Celebrazione Eucaristica: ogni giorno si comunicava e recitava il Rosario.
Il suo punto di riferimento erano Gesù e Maria, i suoi modelli i beati Francisco e Giacinta Marto, san Domenico Savio, san Luigi Gonzaga e san Tarcisio.
Ideò la mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, che fu sponsorizzata dall'Istituto San Clemente I Papa e Martire e che viene ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta[1].
Nel 2006, all'inizio di ottobre, si ammalò improvvisamente di una gravissima forma di leucemia: ricoverato in ospedale, espresse l'offerta di sé con queste parole:
« | Offro tutte le sofferenze che dovrò patire, al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso. » |
Il 12 ottobre morì nell'ospedale di Monza e fu sepolto nel cimitero di Assisi.
Culto
Il 24 novembre 2016 si è chiuso a Milano la fase diocesana del processo di beatificazione. A suggellare la fine di un iter canonico iniziato il 15 febbraio 2013 è stato l'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola.
Il 5 luglio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che dichiarava Carlo Acutis Venerabile.[2]
Il 23 gennaio 2019 i suoi resti, dopo esser stati riesumati dal cimitero cittadino e trattati per essere preservati ed esposti alla pubblica devozione, sono stati traslati nella Chiesa di Santa Maria Maggiore detta Santuario della Spogliazione di Assisi.[3] Il corpo esposto alla devozione dei fedeli appare incorrotto ma, come spiegato dal vescovo di Assisi, è stato sottoposto a un trattamento tanatoestetico per garantirne la conservazione e presenta una maschera di silicone sul volto.[4]
Il 21 febbraio 2020 papa Francesco ha riconosciuto il miracolo necessario per la beatificazione,[5] proclamata ad Assisi il 10 ottobre 2020. Il miracolato è stato un bambino brasiliano di 6 anni che, affetto da una malformazione congenita al pancreas, fu miracolosamente guarito il 12 ottobre 2013 toccando una reliquia di Acutis.
Il 23 maggio 2024 papa Francesco ha riconosciuto il miracolo necessario per la canonizzazione.[6] La guarigione inspiegabile riconosciuta è avvenuta l'8 luglio 2022, riguardante V. V. Valverde, una ragazza costaricana studente a Firenze, colpita da un trauma cranico molto grave.
Viene popolarmente e diffusamente indicato come "patrono di internet" per la sua attività di divulgazione della fede su internet, che lo porta a essere talvolta iconograficamente ritratto con un notebook in mano. In realtà il web non ha ancora un patrono ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa. Anche sant'Isidoro di Siviglia, spesso indicato come patrono di internet per la sua vasta erudizione enciclopedica, non lo è mai stato riconosciuto ufficialmente.[7]
Note | |
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Bibliografia | |
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