Deus Caritas Est

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Deus Caritas Est
Lettera enciclica di Benedetto XVI
I di III di questo papa
Stemma Pontificio Benedetto XVI.svg
[[File:{{{immagine}}}|250px|center]]
Data 25 dicembre 2005
(I di pontificato)
Approvazione {{{approvazione}}}
Traduzione del titolo Dio è Amore
Argomenti trattati Senso cristiano dell'Amore
Enciclica precedente Ecclesia de Eucharistia
Enciclica successiva Spe salvi

(IT) Testo integrale sul sito della Santa Sede.

Tutti i documenti di Benedetto XVI
Tutte le encicliche

Deus Caritas Est (in italiano Dio è amore) è la prima lettera enciclica pubblicata da papa Benedetto XVI.

Annunciata durante l'udienza generale del 18 gennaio 2006, la pubblicazione è avvenuta il 25 gennaio successivo.

L'enciclica porta la data del 25 dicembre 2005, giorno in cui è stata firmata.

Contenuti

Dalle parole del Papa:

« Il tema non è immediatamente ecumenico, ma il quadro e il sottofondo sono ecumenici, perché Dio e il nostro amore sono la condizione dell'unità dei cristiani. Sono la condizione della pace nel mondo»
( L'annuncio dell'Enciclica "Deus caritas est" su avvenireonline.it. URL consultato il 10-06-2008)

Come spiega lo stesso papa Benedetto XVI, scopo dell'enciclica è mostrare i vari aspetti del concetto cristiano di amore:

  • l'equivalenza per un cristiano di "amore" e "carità";
  • la sostanziale differenza dell'amore dall'eros, che pure deriva dalla bontà del Creatore;
  • la concezione dell'amore che rinuncia a se stesso in favore dell'altro.

La Chiesa deve amare in modo istituzionale, in quanto atto d'amore di Dio. Così la "Caritas", intesa stavolta come organo della Chiesa, si differenzia dalle altre organizzazioni filantropiche, in quanto considerata necessaria espressione dell'amore personale con cui Dio ha creato l'uomo.

Amore ed eros

Nel fidanzamento e nel matrimonio l'eros si trasforma in agape nella misura in cui i due si amano realmente e non cercano più se stessi, ma soprattutto il bene dell'altro. Così l'eros ricade all'interno della carità.

L'enfatizzazione della distanza tra caritas e eros viene ridimensionata con un approccio che può essere fatto risalire ai padri della Chiesa. Benedetto XVI fa notare come anche la caritas necessita di essere integrata dall'eros:

« In realtà eros e agape - amore ascendente e amore discendente - non si lasciano mai separare completamente l'uno dall'altro. Quanto più ambedue, pur in dimensioni diverse, trovano la giusta unità nell'unica realtà dell'amore, tanto più si realizza la vera natura dell'amore in genere. Anche se l'eros inizialmente è soprattutto bramoso, ascendente - fascinazione per la grande promessa di felicità - nell'avvicinarsi poi all'altro si porrà sempre meno domande su di sé, cercherà sempre di più la felicità dell'altro, si preoccuperà sempre di più di lui, si donerà e desidererà "esserci per" l'altro. Così il momento dell'agape si inserisce in esso; altrimenti l'eros decade e perde anche la sua stessa natura. D'altra parte, l'uomo non può neanche vivere esclusivamente nell'amore oblativo, discendente. Non può sempre soltanto donare, deve anche ricevere. Chi vuol donare amore, deve egli stesso riceverlo in dono. »
(N. 7)

Titolo

"ὁ θεòς ἀγάπη ἐστίν" ("Dio è amore") riportato su una stele ritrovata sul Monte Nebo.

Il titolo dell'enciclica è tratto dalle prime parole del testo latino, che citano 1Gv 4,16 : "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui". Il titolo è tradotto dall'originale greco, "ὁ θεòς ἀγάπη ἐστίν" (ho theos agape estin)[1].

Reazioni e commenti

Il filosofo cattolico Giovanni Reale ha commentato in modo positivo i contenuti dell'enciclica, affermando che

« la novità filosofica del testo di Papa Ratzinger è che ha riscritto un nuovo paradigma che include eros e agape, superandoli. Tu non puoi donare, se prima non acquisisci. Non puoi amare, se non sei amato. Insomma, come ha scritto Benedetto XVI nell'enciclica, dobbiamo dare l'amore agli altri, ma acquisendolo prima da Dio. »
( Intervista al filosofo Giovanni Reale su avvenireonline.it. URL consultato il 10-06-2009)
Note
  1. 1Gv 4 (testo greco)
Voci correlate
Collegamenti esterni