Eremo di Monte Giove (Fano)

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Eremo di Monte Giove
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Fano EremoMonteGiove.jpg
Eremo di Monte Giove, complesso monastico
Altre denominazioni
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Marche


Regione ecclesiastica Marche

Provincia Pesaro e Urbino
Comune Fano
Località Monte Giove
Diocesi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola
Religione Cattolica
Indirizzo Loc. Rosciano, n. 90
61032 Fano (PU)
Telefono +39 0721 864090
Fax +39 0721 868588
Posta elettronica info@eremomontegiove.it
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà Congregazione Camaldolese dell'Ordine di San Benedetto
Oggetto tipo Eremo
Oggetto qualificazione camaldolese
Dedicazione Gesù Cristo
Vescovo
Sigla Ordine fondatore E.C.M.C.
Sigla Ordine qualificante O.S.B. Cam.
Sigla Ordine reggente O.S.B. Cam.
Fondatore
Data fondazione 1608
Architetto


Stile architettonico Barocco
Inizio della costruzione 1608
Completamento 1627
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta
Nome scopritore
Datazione scavi
Scavi condotti da
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima
Profondità Massima
Diametro Massimo
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine 223 metri s.l.m.
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
43°49′06″N 12°58′28″E / 43.81819, 12.97435 Coat of arms of Marche.svg Marche
Mappa di localizzazione New: Marche
Eremo di Monte Giove
Eremo di Monte Giove
Fano
Fano
Ancona
Ancona
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
Anno [[{{{anno}}}]]
Scheda UNESCO
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L'Eremo di Monte Giove è un romitorio camaldolese situato sulla sommità del colle omonimo (m. 223 s.l.m.), nelle immediate vicinanze della città di Fano (Pesaro-Urbino), ed eretto dalla Congregazione Camaldolese di Monte Corona.

Storia

Nella prima metà del XVI secolo alcuni eremiti appartenenti alla Congregazione Camaldolese di Monte Corona giungono a Fano per amministrare i beni ricevuti dal nobile fanese Galeazzo Gabrielli, loro confratello.

La sommità del colle divenne proprietà dei monaci coronesi a partire dal 1608, anno di costruzione del loro romitorio, ultimato nel 1627. Alla sua edificazione contribuirono molti benefattori e lo stesso Comune di Fano, che si impegnò a fornire alla comunità religiosa una notevole quantità di grano.

La chiesa originaria, dedicata al Santissimo Salvatore, che presentava una facciata a capanna, era situata a breve distanza dall'ingresso all'eremo: questa fu l'ultima struttura del complesso monastico ad essere terminata e venne consacrata nel 1631.

L'eremo acquistò ben presto grande popolarità tanto da ricevere la visita nel 1657 della regina Cristina di Svezia (16261689) di ritorno da Roma.

Nel 1741, a causa di cedimenti dovuti all'instabilità del terreno, la chiesa venne completamente ricostruita in posizione più arretrata, su disegno dell'architetto riminese Gian Francesco Buonamici.

I monaci coronesi furono allontanati dal romitorio prima con la soppressione napoleonica e successivamente con quella italiana del 1860. In quest'ultima circostanza, comunque, diversi religiosi si rifugiarono presso alcune località continuando ad esercitare il loro ministero. Ritorneranno a Monte Giove nel 1870 non come proprietari, ma solo come custodi e più tardi ne divennero affittuari.

L'eremo, con l'abbandono dei monaci coronesi nel 1902 e la sua conseguente chiusura, conobbe un periodo di grande desolazione e fu spogliato di tutti i suoi beni. Finalmente, nell'aprile del 1924 la Congregazione Camaldolese acquistò definitivamente dal Comune il complesso e provvide a ristrutturarlo e ai necessari interventi di restauro.

Durante la Seconda guerra mondiale, l'eremo divenne rifugio per la popolazione del territorio e custodì i preziosi codici malatestiani e i libri più rari della Biblioteca Federiciana di Fano.

Fino al 1972 la vita dei monaci non avveniva in comune, ma vi erano orari da rispettare per poter dialogare uno con l'altro. Una volta al mese c'era completa libertà, altrimenti la loro vita, fatta prevalentemente di contemplazione e penitenza, si svolgeva all'interno delle celle come luogo del rientro in se stessi e spazio, con la presenza dell'orto e di un pozzo, per esercitare la propria laboriosità ritrovando così un'unità indissolubile tra vita attiva e vita contemplativa.

Descrizione

Chiesa di S. Salvatore e celle eremitiche

Il complesso eremitico attuale, costituito da nove celle, conserva l'impianto originario a forma di lavra,[1] con le costruzioni riunite a forma di villaggio secondo il modello del monachesimo orientale.

L'eremo è costituito da vari corpi di fabbrica, dei quali si evidenziano:

Ingresso

Si accede all'eremo percorrendo una lunga rampa seicentesca che conduce allo splendido portale, aperto sul lato orientale della cinta muraria, edificata nel 1741, e che conferisce al luogo l'aspetto di una fortezza.

Chiesa del Santissimo Salvatore

La chiesa, dedicata al Santissimo Salvatore, costruita tra il 1741 e il 1760 su disegno dell'architetto riminese Gian Francesco Buonamici, presenta una facciata rettangolare tripartita da lesene e aperta da un oculo ovale e da un unico portale.

Chiesa di S. Salvatore (1741 - 1760), interno

All'interno, a pianta ottagonale, si notano:

Inoltre, nella sacrestia si conserva:

Celle degli eremiti

Nella cella l'eremita vive gran parte della sua giornata nel personale impegno fatto di lavoro, studio e preghiera.

A Monte Giove, le celle degli eremiti, situate entro un recinto chiuso, sono disposte su tre file interrotte dall'ampio viale centrale dove sono sistemate nove celle, dotate di una piccola cappella, un orto-giardino e una cisterna.

Biblioteca

La biblioteca conserva un fondo antico che comprende oltre 1.000 volumi a stampa, databili dal XVI al XIX secolo, con una prevalenza di testi di sacra scrittura, teologia, patristica e scienze umane, e un pregevole patrimonio librario moderno, attualmente costituito da circa 5.000 volumi di contenuto prevalentemente religioso, letterario, filosofico, storico e artistico.

Note
  1. La laura (in greco bizantino, Λαύρα; in cirillico, Ла́вра, traslitterato lavra) è, in origine, un organizzazione monastica del primo Medioevo, consistente in un gruppo di celle (formate da piccole capanne o da grotte scavate nella roccia), ognuna separata dalle altre, ma con una chiesa e, alle volte, un refettorio in comune.
Bibliografia
  • AA.VV., Le vie dei pellegrini. Itinerari religiosi e spirituali nelle Marche del Giubileo, Editore: Studio Lito, Città di Castello 1997, pp. 46-48 ISBN 9788876632530
  • G. Bertone, Eremo di Monte Giove, Editore: Fortuna, Fano 1925
  • Gian Maria Grasselli, Pietro Tarallo, Guida ai Monasteri d'Italia, col. "Piemme Pocket", Editore Piemme, Casale Monferrato 1994, p. 308 ISBN 9788838443558
  • Touring Club Italiano (a cura di), Marche, col. "Guide Rosse", Editore: Touring, Milano 2005, p. 166 ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni