Giuseppe Prati

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Giuseppe Prati
Presbitero
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battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 67 anni
Nascita Forlì
4 novembre 1885
Morte Forlì
9 novembre 1952
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 13 giugno 1908
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
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Giuseppe Prati (Forlì, 4 novembre 1885; † Forlì, 9 novembre 1952) è stato un presbitero italiano, molto amato da tutti i forlivesi che lo conoscevano con l'affettuoso nome di don Pippo.

Biografia

Entrò in seminario il 31 ottobre 1896.

Già dal 1904, per un distacco della retina che gli danneggiò gravemente la vista, i medici gli proibirono di leggere. Nonostante questo non si scoraggiò, ed il 13 giugno 1908 fu ordinato presbitero e mandato come cappellano nella parrocchia detta dei "Cappuccinini".

Nel 1914 fu nominato assistente ecclesiastico dell'Istituto San Luigi, cosa che gli diede modo di dimostrare tutta la sua capacità di educatore.

Fu, tra l'altro, appassionato di teatro e di musica: i forlivesi lo ricordano anche per aver donato loro la musica del popolarissimo inno Di vivida fiamma, dedicato alla Madonna del Fuoco, patrona di Forlì. Fu autore anche di "litanie, motetti, inni, laudi e una Messa a 2 voci", spesso con testi di mons. Adamo Pasini[1]. Riuscì ad appassionare al teatro il futuro drammaturgo Diego Fabbri.

Nel 1919 fondò il settimanale Il Momento, che poi diventò il periodico della diocesi di Forlì. Lo diresse, con qualche interruzione, dovute anche alla censura fascista, fino al 1952.

Dopo essere stato nominato padre spirituale nel seminario, dal 1928 al 1936 fu parroco della parrocchia di Santa Lucia. In seminario, fra i suoi discepoli troviamo don Arturo Femicelli.

Dal 1º aprile 1944, nel momento più difficile della guerra per quanto riguarda il Forlivese, venne nominato parroco dell'Abbazia di San Mercuriale, la chiesa-simbolo di Forlì. La sua opera in tale incarico fu tale che don Pippo veniva percepito come il "parroco della città". Durante questo incarico salvò con la sua oratoria e la sua energia il campanile di San Mercuriale minato dai tedeschi.

Morì a Forlì il 9 novembre 1952.

Dopo la morte

Il 6 ottobre 2012, nella ricorrenza del sessantesimo anno dalla morte, il Coro Città di Forlì lo ha ricordato con una serata dal titolo Don Pippo, maestro di vita... e maestro di musica, per celebrarne insieme i due aspetti di guida spirituale e di compositore, aspetti tra loro fortemente collegati.

Note
Collegamenti esterni