Al momento della nomina ad arcivescovo Gotofreo era solo suddiacono, cosa che, secondo la testimonianza del Liber gestorum recentium di Arnolfo, ne comportò la difficile accoglienza da parte del clero e del popolo milanese.
Dopo due missive a Ottone II, che presentavano all'imperatore altri candidati, infine il volere di Ottone fu accettato per fedeltà all'impero.
Ancora Arnolfo, subito dopo aver narrato della problematica nomina ad arcivescovo, senza soluzione di continuità riferisce dell'appoggio che Gotofredo avrebbe prestato alla fazione germanica, per la conquista della corona italica, contro i figli di Berengario II.
Si sa che l'arcivescovo donò alla basilica ambrosiana una pregevole situla eburnea, ora conservata nel Museo del Duomo, finemente decorata da figure in bassorilievo: questa è un secchiello per acqua benedetta utilizzato per l'aspersione nella cerimonia della consacrazione dei re d'Italia, cerimonia che i presuli milanesi, proprio in questo periodo, avevano avocato a sé. L'orlo della situla reca un'iscrizione Vates Ambrosi Gotfredus dat tibi sancte/ vas veniente sacram spargendum caesare lympham rivelatrice dei rapporti di vicinanza tra l'arcivescovo e la corte tedesca.
↑Giorgio GiuliniMemorie spettanti alla storia, al governo e alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi Parte 2, p. 360 online
↑ Il giorno 20 segnalato come data della morte nel catalogo del cosiddetto Beroldus Novus (edito dal Muratori) e i conseguenti 24 giorni, invece di 23, di episcopato riportati nel catalogo edito da Scaravelli (p. 170) derivano da un errore del copista (cfr. Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 58)