Museo del Duomo di Milano
Museo del Duomo di Milano | |
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Sala espositiva | |
Categoria | Musei del Duomo |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Lombardia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Milano |
Comune | Milano |
Diocesi | Arcidiocesi di Milano |
Indirizzo | Via Arcivescovado, 1 20122 Milano (MI) |
Telefono | +39 02 72022656 |
Posta elettronica | museo@duomomilano.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Veneranda Fabbrica del Duomo |
Tipologia | architettura, arte sacra |
Contenuti | arazzi, arredi sacri, dipinti, grafica e disegni, modelli architettonici, paramenti sacri, suppellettile liturgica, sculture, vetrate |
Servizi | archivio storico, biblioteca, didattica, fototeca, organizzazione di eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Palazzo Reale |
Datazione sede | XVIII secolo |
Fondatori | Ugo Nebbia |
Data di fondazione | 1953 |
Coordinate geografiche | |
Milano | |
Il Museo del Duomo di Milano, istituito nel 1953, per evitare la dispersione delle opere d'arte e valorizzare tutto il materiale non più in opera legato alla storia e alla costruzione della Cattedrale di Santa Maria Nascente. Esso, infatti, raccoglie i beni provenienti dai depositi della Veneranda Fabbrica del Duomo o rimossi dalla collocazione originaria per motivi di restauro e di conservazione.
Storia
Il Museo del Duomo venne inaugurato nel 1953, a cura dello studioso Ugo Nebbia, ma l'idea della sua realizzazione era emersa già alla fine dell'Ottocento, dall'esigenza di non disperdere e di valorizzare tutto il materiale non più in opera nel Duomo, ma legato alla sua storia e alla sua costruzione, idea che aveva avuto anche una prima parziale attuazione nel 1910 nelle sale al primo piano del Palazzo della Fabbrica del Duomo. Con la concessione da parte del Demanio di Stato di alcune sale situate al piano terreno di Palazzo Reale si ebbe finalmente la sede idonea per ospitare ed esporre le opere da salvaguardare; l'allestimento e l'ordinamento furono curati dallo storico dell'arte Ugo Nebbia e dall'architetto Adolfo Zacchi.
Il degrado di molte opere d'arte causato dall'inquinamento atmosferico e la disponibilità di altro materiale dai magazzini della Fabbrica o dalle Sacrestie del Duomo hanno posto la necessità di un maggior spazio espositivo: tra il 1974 e il 1977 il Museo venne ampliato con l'aggiunta di altre sale, completamente riallestito e riordinato dall'arch. Ernesto Brivio secondo un progetto rigorosamente storico e cronologico, attento ai più aggiornati criteri didattici e corredato da supporti didascalici ed esplicativi.
Nel 2013, dopo alcuni anni di chiusura al pubblico, il Museo ha riaperto dopo un ampio intervento di ristrutturazione e riallestimento secondo il progetto dell'architetto Guido Canali.
Percorso espositivo e opere
Nell'itinerario disposto cronologicamente le opere presentate permettono di conoscere le diverse espressioni artistiche eseguite per il Duomo dalla fine del XIV secolo ai giorni nostri e di seguire in un percorso lungo sei secoli tutte le fasi di costruzione della Cattedrale, dalla fondazione ai recenti interventi di restauro statico, consentendo in tal modo di approfondirne la storia, di distinguere le componenti della sua arte, di accostarne le tecniche e di seguirne l'evolvere nel tempo.
Tesoro del Duomo
Il Tesoro del Duomo ospitato in origine negli armadi delle sacrestie, venne esposto nel 1962 nei locali sotterranei del Duomo, dal 2013 è conservato nel Museo, è costituito da oggetti liturgici e di culto in uso presso Cattedrale dal V al XVII secolo. Di rilievo:
- Legatura di evangeliario con Storie della vita di Gesù Cristo detta Dittico delle cinque parti (fine V secolo), in avorio, argento dorato, paste vitree, pietre e perle, di ambito ravennate.
- Situla di Gotofredo decorata con Madonna con Gesù Bambino in trono ed Evangelisti entro archetti (974-979), in avorio scolpito e argento dorato, di ambito ottoniano, commissionata dall'arcivescovo Gotofredo e usata per l'incoronazione di Ottone II di Sassonia nel 979.
- Croce di Ariberto da Intimiano (prima metà dell'XI secolo), in rame dorato e sbalzato, proveniente Chiesa di San Dionigi, oggi distrutta: questa è ciò che rimane della decorazione del sepolcro di Ariberto di Intimiano, arcivescovo di Milano (1018-1045), che il 29 maggio 1176 accompagnò sul Carroccio la Lega Lombarda nella battaglia di Legnano contro l'imperatore Federico Barbarossa.
- Legatura dell'evangeliario di Ariberto da Intimiano (prima metà dell'XI secolo), in oro, argento sbalzato e filigrana, con gemme e smalti, di ambito lombardo.
- Calice delle Arti liberali (prima metà del XIV secolo), in avorio inciso e smalto, di bottega francese. È decorato con le sette arti: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, astronomia e musica.
Scultura
Unica e amplia è la raccolta di statuaria del Museo, documento straordinario di un'ininterrotta produzione scultorea che, dalla fine del XIV secolo, giunge fino ai nostri giorni, con opere delle scuole scultoree tardo gotiche borgognona, renana, boema, campionese e lombarda, a testimonianza della specificità europea del Duomo, nata dal convergere nel cantiere milanese, nei primi cinquant'anni di costruzione, di maestranze e artisti da tutta l'Europa continentale. Tra le opere più significative si ricordano:
- Tre santi (primo quarto del XV secolo), in marmo, di anonimo scultore lombardo.[1][2]
- Due santi (prima metà del XV secolo), in marmo, di anonimo scultore lombardo.[3]
- Tre profeti (prima metà del XV secolo), in marmo, di anonimo scultore lombardo.[4]
- Santa Valeria (prima metà del XV secolo), in marmo, di anonimo scultore lombardo.[5]
- San Paolo eremita (seconda metà del XV secolo), in marmo, del Maestro di San Paolo Eremita.
- San Giorgio (1404), in marmo, di Giorgio Solari, proveniente dalla cima della prima guglia del Duomo, la guglia chiamata Carelli, dalla quale venne scesa in seguito ai bombardamenti del 1943. Nel volto della statua si cela il ritratto di Gian Galeazzo Visconti (1347-1402), duca di Milano.
- Sant'Agnese (1491), in marmo scolpito, di Benedetto Briosco.
- San Gregorio Magno (1726-1729), in terracotta, di Carlo Beretta: modello per la statua del Santo collocata su una guglia sopra la Cappella di San Giovanni Bono. [6]
- Madonna assunta (1774), in terracotta, di Giuseppe Perego: modello definitivo per la statua della Madonnina.
- Formelle della quinta porta della facciata del Duomo (metà del XX secolo), eseguite da Lucio Fontana e Luciano Minguzzi per il concorso. Il vincitore fu Minguzzi che eseguì la porta, posata in opera nel 1965.
Vetrate
L'ampia raccolta di vetrate documenta sia la grande produzione del XV-XVI secolo delle diverse botteghe di maestri vetrai lombardi, francesi, tedeschi e fiamminghi, sia l'opera ottocentesca di restauro e rinnovamento dell'arte vetraria compiuta dalla famiglia Bertini. Inoltre, permette di seguire l'evoluzione tecnica e stilistica dell'arte vetraria lungo i secoli e offre una possibilità unica: osservare da vicino i delicati e preziosi particolari, altrimenti non percepibili nella lontananza, delle finestre del Duomo e con essi cogliere il metodo di lavoro di questa difficile e raffinata arte. Da segnalare
- Visitazione (inizio del XV secolo), eseguita con una tecnica di matrice francese.
- Trittico della creazione (XVI secolo), dove in tre antelli viene rappresentata:
- Creazione del firmamento;
- Creazione degli animali;
- Creazione dell'uomo.
Pittura
La pittura all'interno dell'architettura gotica del Duomo fu scarsamente praticata per lungo tempo, a favore di scultura e vetrate. Poche pertanto anche le testimonianze pittoriche all'interno delle sale del Museo. Di notevole interesse storico-artistico:
- Pala d'altare della Madonna dell'Idea (primo quarto del XV secolo), tempera su tavola, di Michelino da Besozzo, tra i più importanti autori lombardi del Gotico internazionale. L'ancona veniva portata in processione nel giorno della Purificazione di Maria (2 febbraio), tradizionalmente detta Madonna della Candelora. Il dipinto bifronte presenta:
- Madonna con Gesù Bambino in trono;
- Presentazione di Gesù al Tempio.
La fase pittorica più intensa è legata alla volontà riformatrice di san Carlo Borromeo e del cugino Federico: tra il XVI e il XVII secolo si dà avvio all'esecuzione di importanti opere, quali grandiose pale d'altare e cicli pittorici volti all'edificazione dei [[Fedele|fedeli, in sintonia con i dettami del Concilio di Trento. Di particolare interesse storico-artistico:
- Disputa di Gesù con i dottori nel Tempio (metà del XVI secolo), olio su tela, opera giovanile di Tintoretto.
- Beato Giovanni Bono (inizio XVII secolo), olio su tela, di un anonimo maestro lombardo.
- Serie di bozzetti raffiguranti Creazione di Eva e Donne dell'Antico Testamento (Ester e Assuero, Giuditta e Oloferne, Salomone e la Regina di Saba, Sisara e Giaele), prima metà del XVII secolo, tempera monocroma su tela, Giovan Battista Crespi detto il Cerano, destinati a essere tradotti in marmo per le sovraporte del Duomo.
- Dipinto ovale con San Carlo Borromeo in gloria (prima metà del XVII secolo), olio su tela, di Giovan Battista Crespi detto il Cerano.
- San Carlo Borromeo porta in processione il Santo Chiodo (prima metà del XVII secolo), olio su tela, di Fede Galizia.
- San Carlo Borromeo e il miracolo del parto difficile (1610), tempera su tela, di Giovan Battista Crespi detto il Cerano. L'opera fa parte del ciclo di dipinti dei Miracoli di san Carlo Borromeo, commissionati al pittore in occasione della canonizzazione del Santo.[7]
Arazzi
Il Museo conserva preziosi arazzi, fra i quali spiccano per valore e interesse culturale:
- Arazzo con le Storie della Passione, di manifattura transalpina, donato al Duomo il 16 ottobre 1468 dall'arcivescovo Stefano Nardini; alla fine del XVI secolo fu adattato, con aggiunte laterali e tagli, a paliotto per l'altare maggiore.
- Arazzo con la Deposizione (inizio XVI secolo), tessuto in lana e oro, attribuibile a manifattura di Bruxelles: questo, in passato, veniva esposto sull'altare della sagrestia capitolare, da dove iniziava la processione del Venerdì Santo.
- Serie di arazzi con Storie di Maria Vergine (1533-1534), autori dei cartoni furono Nicola Appiani, Giovan Pietro Rizzoli, Michele Molino e Gaudenzio Ferrari. Furono tessuti da Antonio Maria Bozzolo che doveva essere di origine, o almeno di formazione, fiamminga.
- Serie di sei arazzi con Storie di Mosè e un altro con Danza dei Putti (seconda metà del XVI secolo), eseguiti dalla manifattura di Nicola Karcher, donati a san Carlo Borromeo da Guglielmo I Gonzaga (1538-1587), duca di Mantova. Tre degli arazzi mosaici andarono distrutti nell'incendio dell'Esposizione Internazionale di Milano del 1906: Mosè davanti al Faraone, la Pasqua ebraica e la Raccolta della manna. Agli arazzi superstiti è dedicata una sala del Museo nella quale si possono ammirare:
- Passaggio del Mar Rosso;
- Mosè e il serpente di bronzo;
- Mosè con le Tavole della Legge.
Modelli architettonici
In conformità con la prassi progettuale e costruttiva dell'epoca, sin dai primi anni di attività, il cantiere del Duomo si è avvalso di modelli architettonici di varie tipologie e realizzati con materiali differenti (piombo, legno e gesso). Di notevole interesse:
- Grande modello del Duomo detto Modellone (1519), realizzato in legno di tiglio, noce e cerro, in scala 1:20 da Bernardino Zenale su commissione della Fabbrica. Il modellone, che comprende tutta la cattedrale, è stato completato nell'arco di tre secoli. L'opera dello Zenale rispecchia lo stato del Duomo in quella fase storica: abside, transetto e tiburio, le prime 3-4 campate del corpo delle navate che si estendevano dal transetto verso la facciata. L'antichità e la mole del modello sono motivo di continui interventi riparatori, oltre che integrativi. Nel 1841, dovendo edificare il nuovo palazzo della Fabbrica, il "modellone" è stato smontato, integrato, restaurato e quindi rimontato. A seguito del concorso internazionale per la nuova facciata del 1888 viene affidata all'intagliatore Giovanni Brambilla l'esecuzione del modello di questa. Nel 1952 il "modellone" è stato portato in Museo.
- Modello della semifacciata del Duomo (1656), in legno scolpito, realizzato dal progetto di Francesco Castelli.
- Modello della facciata del Duomo (1787), in legno scolpito, eseguito su disegno di Giulio Gallori.
- Modello di bronzo (1870-1880), completato da vetrate istoriate di una delle due torri campanarie, costruito su progetto dello scenografo Cattaneo e di scultori impiegati nel laboratorio teatrale del Teatro alla Scala di Milano. Questo modello è stato donato al Duomo nel 1960).
Ancora oggi l'impiego dei modelli contribuisce a risolvere problemi statici inerenti alla struttura del Duomo.
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