Guglielmo da Rizolio
Guglielmo I da Rizolio Arcivescovo | |
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Nascita | Milano 1170 ca. |
Morte | Milano 28 marzo 1241 |
Nominato arcivescovo | 14 ottobre 1230 da papa Gregorio IX |
Consacrazione vescovile | 1232 |
Incarichi ricoperti | Arcivescovo metropolita di Milano |
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Guglielmo I da Rizolio (Milano, 1170 ca.; † Milano, 28 marzo 1241) è stato un arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque a Milano intorno al 1170 da una famiglia di rilievo nella vita politica milanese.
Con una probabile buona formazione teologica, entrò a far parte del capitolo della cattedrale nell'ultimo decennio del XII secolo. Si hanno atti dell'arcivescovo Filippo da Lampugnano, da lui sottoscritti come diacono, a partire dal luglio 1197. Ebbe una rapida carriera ecclesiastica divenendo arcidiacono. Con tale carica compare infatti il 15 giugno 1202 quando papa Innocenzo III lo nominò giudice delegato per risolvere una causa fra il vescovo e il capitolo di Piacenza.
Nel 1211 morì l'arcivescovo Uberto da Pirovano e Guglielmo fu tra i candidati alla successione. Ma dopo oltre due anni di vacanza della sede il pontefice, dopo essersi informato circa le consuete modalità di elezione dei presuli, nel novembre 1213 nominò personalmente Enrico I da Settala ([1]) quale arcivescovo di Milano .
Nel 1230, alla morte di Enrico I da Settala, Guglielmo non ebbe rivali e la sua elezione ebbe luogo il 14 ottobre con l'accordo di tutto il capitolo. È probabile che a favorire la concordia su questo candidato abbia contribuito la fiducia di cui godeva, dopo almeno 33 anni di permanenza nel capitolo stesso.
La sua attività pastorale si colloca in un periodo assai difficile per la storia del Comune di Milano, segnato da ripetuti scontri con l'imperatore Federico II e con le città sue alleate.
Nel corso del suo episcopato, Guglielmo intervenne in numerose questioni riguardanti i nuovi ordini religiosi, la riforma e il controllo dei monasteri della sua diocesi, nonché questioni interne quali l'assegnazione di benefici e la comminazione di censure ecclesiastiche. Fra i nuovi ordini si affermarono in particolare i mendicanti i quali, sia per la loro tendenza a inserirsi nel mondo comunale, sia per lo stretto collegamento con la Santa Sede, divennero presto il referente privilegiato del pontefice in ambito locale.
Il 26 novembre 1233 Gregorio IX scrisse all'arcivescovo milanese raccomandandogli i minori e i predicatori che nella città lombarda avevano profuso con successo il loro impegno antiereticale, ed è da porre in relazione a questo clima estremamente favorevole per i nuovi ordini, la concessione di una dimora all'interno della città per i francescani.
Nel 1235 Guglielmo [[Consacrazione di una chiesa|consacrò l'altare della basilica di sant'Eugenio, officiata dai predicatori e a quei frati affidò la cura di numerose comunità femminili sorte nella zona di Porta Ticinese, non lontano dal convento. Anche gli umiliati, dopo essersi rivolti a Roma, ottennero che l'arcivescovo nel 1236 concedesse loro di avere cimiteri per le case del second'ordine.
Nella primavera del 1240 fu invitato a recarsi al concilio indetto a Roma per la Pasqua dell'anno successivo con l'intento di giudicare e contrastare l'imperatore, ma morì nella sua sede il 28 marzo 1241.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo di Milano | Successore: | |
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Enrico I da Settala | 1230-1241 | Leone da Perego |
Bibliografia | |
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