Loreto Starace

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Loreto Starace
Laico
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Tomba di Loreto Starace nel santuario del sacro Cuore in Scanzano
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 31 anni
Nascita Napoli
26 marzo 1884
Morte Monte San Michele del Carso
25 luglio 1915
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Loreto Starace (Napoli, 26 marzo 1884; † Monte San Michele del Carso, 25 luglio 1915) è stato un laico e testimone della fede italiano. Fu un giovane dalle grandi virtù cristiane, ex allievo salesiano e membro dell'Azione Cattolica Italiana. Nipote della beata Maria Maddalena Starace. Giovane di grande ingegno, di vasta e profonda cultura, di elevata carità, di vita cristiana esemplare fu un modello di apostolato laico.

Biografia

Nacque a Napoli, ma risiedette a Castellammare di Stabia. Ebbe una fanciullezza serena, una adolescenza pura, una giovinezza serena e operosa.

Compì i primi studi in collegi Salesiani, proseguì gli studi superiori a Napoli, poi si iscrisse all'Università di Stato dove conseguì la laurea in giurisprudenza e il diploma in lingua inglese.

Col progredire degli studi sentì più forte l'invito della grazia a una vita più santa e di apostolato. Fece vari viaggi di studio e di formazione a Napoli, a Marsiglia, a Parigi, a Londra, nel Canada e negli Stati Uniti d'America.

Sentendo in sé il richiamo a una vita di maggiore impegno nella vocazione laicale si diede ad approfondire lo studio della Sacra Scrittura e della Dottrina Cristiana e a metterne in pratica gli insegnamenti.

Fu contemporaneo ed emulo del beato Piergiorgio Frassati (†1925).

Esercitò il suo apostolato con la parola, la stampa, l'insegnamento. Soccorse i bisognosi, costruì chiese, fondò sezioni dell'Azione Cattolica, visitò spesso gli ammalati.

Scoppiata la prima Guerra Mondiale del 1915, prima di partire per il fronte, pronunziò nel municipio di Castellammare le seguenti parole:

« Vado a versare il mio sangue non solo per formare un'Italia più grande e più forte, ma specialmente perché divenga più nobile e più pura. »

Univa in sé un forte spirito di patria e un grande amore a Gesù Cristo e alla Chiesa.

Ufficiale del Regio Esercito, in soli 50 giorni di guerra fu decorato con tre medaglie al valore (una di bronzo e due d'argento) ed ebbe una proposta di promozione a capitano per merito di guerra. I suoi soldati erano amati da lui come tanti fratelli, per cui era considerato da essi un amico, un padre, tanto da essere chiamato "il tenente santo".

Pochi giorni prima di cadere sul fronte scriveva:

« La mia vita è nelle mani di Dio e io a Lui l'ho già offerta per il bene delle anime»

Il 25 luglio 1915 alle ore 10,30 sul Monte San Michele del Carso, colpito da una granata, cadeva al grido :

« Viva Cristo, viva l'Italia. »

Il suo corpo riposa attualmente nel Santuario del Sacro Cuore in Scanzano di Castellammare di Stabia accanto a quello della beata Maria Maddalena della Passione.