Beato Luigi Tezza
Beato Luigi Tezza, M.I. Presbitero | |
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Beato | |
Età alla morte | 81 anni |
Nascita | Conegliano 1º novembre 1841 |
Morte | Lima 26 settembre 1923 |
Professione religiosa | Verona, 8 dicembre 1858 |
Ordinazione presbiterale | 23 maggio 1864 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 4 novembre 2001, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 26 settembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 26 settembre, n. 11:
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Beato Luigi Tezza (Conegliano, 1º novembre 1841; † Lima, 26 settembre 1923) è stato un religioso, presbitero e fondatore italiano (insieme alla madre Giuseppina Vannini) della congregazione delle Figlie di San Camillo.
Vita
Nacque a Conegliano il 1º novembre 1841, dal medico Augusto Tezza e da Caterina Nedwiedt. Venne battezzato il 6 novembre successivo col nome di Luigi. Figlio unico, trascorse l'infanzia in famiglia e fu educato innanzitutto dalla madre ad una solida vita cristiana. Un anno e mezzo il padre fu nominato medico comunale di Dolo nel Veneto e si trasferì con la famiglia in quel luogo. Il padre morì pochi anni dopo, 1'11 gennaio 1850, all'età di 36 anni. La vedova, si trasferì con Luigi prima a Conegliano e poi, nel 1853, a Padova per far proseguire gli studi umanistici al figlio. A Padova Luigi entrò in contatto con i Camilliani e, ricordandosi di come il padre si dedicava ai malati, decise di farsi camilliano.
Il 29 ottobre 1856 entrò come postulante nell'Ordine dei Ministri degli Infermi di San Camillo de Lellis, a Verona. La madre, dopo averlo affidato al noviziato dei Camilliani di Verona, entrò nel monastero delle Visitandine di Santa Maria, a Padova, dove fece la sua professione religiosa nel 1859 prendendo il nome di suor Franziska Camilla. Terminato il noviziato, 1'8 dicembre 1858, emise la professione religiosa.
Fu ordinato sacerdote, il 23 maggio 1864 e gli fu affidata la direzione dei giovani religiosi. Dopo quattro anni, nel 1867, gli si presentò la prospettiva delle missioni in Africa per opera di San Daniele Comboni e del vescovo di Verona, al quale la Santa Sede aveva conferito facoltà speciali sui religiosi dispersi dalla legge di soppressione. L'opposizione dei Superiori maggiori di Roma e la mancanza di chiarezza da parte degli operatori responsabili dissuasero Luigi dal partire; rimase a Verona, accanto al suo Provinciale, il padre Luigi Artini. Per superare la sua profonda delusione dopo aver coltivato a lungo un vivo desiderio per le missioni, all'età di 27 anni, si diede questa impostazione di vita:
« | Irrevocabilmente prometto: 1. di serbare sempre inalterabile calma di spirito in tutte le circostanze della mia vita, per quanto fossero per essere difficili e penose, contrarie alle mie viste, ai miei sentimenti, alla mia natura e ripugnanti alla mia volontà; 2. di non prevenir mai le disposizioni della divina volontà; 3. di abbracciare volentieri per amore del Cuore Santissimo di Gesù, senza mai lamentarmi, ogni maniera di afflizioni, disprezzi, ingiurie, maltrattamenti, disonori ecc. mi possano in qualunque maniera arrivare, riconoscendo in tutto la mano del Signore; 4. di starmene sempre tranquillo e contento in quel luogo, condizione, officio venga posto dalla santa obbedienza, di nulla mai chiedere, nulla mai rifiutare; 5. di studiarmi di avanzare ogni giorno nella perfezione e di non rigettare mai né il minimo movimento della grazia; 6. di dedicarmi con ogni possibile impegno al bene delle anime, e massime dei miei Confratelli Religiosi » |
Il 10 agosto del 1871, fu inviato in Francia, a Cuisery, in qualità di Maestro dei novizi della neocostituita provincia religiosa camilliana. Nominato Vice-Provinciale riuscì, con il suo zelo ed il suo impegno, ad introdurre all'interno delle comunità la vita comune e, all'esterno, lo specifico ministero camilliano: l'assistenza materiale e spirituale agli infermi.
Il 18 settembre del 1889, dal 36º Capitolo generale dell'Ordine fu eletto Primo Consultore generale, Procuratore e Vicario generale dell'ordine e per tale motivo si trasferì a Roma, dove nel 1891 conobbe Giuseppina Vannini, beatificata il 16 ottobre 1994. A questa giovane donna propose un progetto che aveva nel cuore da tempo: costituire un gruppo femminile consacrato a Dio per il servizio degli ammalati secondo lo spirito e il carisma di San Camillo de Lellis.
II 17 maggio 1898, padre Luigi fu mandato in Francia come Superiore della casa di Lille, dopo essere stato incardinato definitivamente in quella provincia. Il 26 aprile 1900 il Superiore generale lo nominò assieme a padre Angelo Ferroni, Visitatore della comunità di Lima in Perù, con l'incarico di compiere in quella comunità un'opera di riforma interna. Il 3 maggio 1900 partì per l'America del Sud con l'intenzione di fermarsi solo un paio di mesi. In Perù la comunità camilliana di Lima era rimasta separata per oltre un secolo dalla sede centrale di Roma e rischiava la chiusura. Compiuta la missione affidatagli padre Luigi era in procinto di rientrare in Europa, ma, per volontà esplicita del arcivescovo di Lima e del Nunzio Apostolico, restò a Lima perché ritenuto indispensabile per il ristabilimento della comunità camilliana e per la stessa vita religiosa di vari istituti della città.
Per non perdere il suo tempo padre Luigi, oltre ad adoperarsi per ristabilire la disciplina regolare nella sua comunità, si dedicò all'assistenza dei malati particolarmente poveri sia nelle case private e negli ospedali che nelle carceri. Fu confessore e direttore spirituale nel seminario dell'arcidiocesi e di diverse Congregazioni religiose; presso la Nunziatura apostolica e in diocesi era ricercato come prezioso consigliere. Aiutò con successo un'altra fondatrice, la Serva di Dio Teresa Candamo, in difficoltà per la sua Istituzione le Canonichesse della Croce appena fondata.
Sia la sua opera discreta, intelligente e ricca d'amore, che il carattere autorevole e dolce contribuirono a farlo conoscere come il santo di Lima. Padre Luigi Tezza si spense nella città di Los Reyes, il 26 settembre 1923. Un anonimo, sul cemento retrostante la pietra tombale, scrisse a graffito le parole l'apostolo di Lima.
Note | |
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