Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli
Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli | |
Gesù Cristo crocifisso (inizio XI secolo), legno, lamina d'argento sbalzata, oro | |
Categoria | Musei del Duomo |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Piemonte |
Regione | Piemonte |
Provincia | Vercelli |
Comune | Vercelli |
Diocesi | Arcidiocesi di Vercelli |
Indirizzo |
Piazza D'Angennes, 5 13100 Vercelli (VC) |
Telefono | +39 0161 51650 |
Fax | +39 0161 51650 |
Posta elettronica |
info@tesorodelduomovc.it didattica@tesorodelduomovc.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Capitolo della Cattedrale |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | arazzi, codici miniati, dipinti, incunaboli, manoscritti, grafica e disegni, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio storico, biblioteca, biglietteria, bookshop, didattica, guardaroba, internet point, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Palazzo Arcivescovile, piano terra e primo piano |
Datazione sede | XI secolo, inizio |
Data di fondazione | 2000 |
Coordinate geografiche | |
Italia |
Il Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli, aperto al pubblico nel 2000, ha sede nel Palazzo Arcivescovile, dove sono ancora visibili i dipinti murali ad affresco eseguiti durante l'episcopato di mons. Agostino Ferrero (1511-1536).
Il Museo ospita una delle più ricche e antiche collezioni di suppellettile liturgica, tanto da costituire una delle raccolte più importanti d'Europa. Per mezzo di essa è possibile ripercorrere la storia dell'Arcidiocesi di Vercelli, la più antica del Piemonte.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale. disposto su due livelli, si sviluppa in tre sezioni espositive, dove sono presentate opere e oggetti liturgici di particolare interesse storico-artistico, databili dal VII al XX secolo.
Sezione I - Tesoro del Duomo
Nella sezione sono conservati pregevoli suppellettili ecclesiastiche, tra le quali si segnalano:
- Gesù Cristo crocifisso (inizio XI secolo), in legno, lamina d'argento sbalzata e oro, commissionato dal vescovo Leone (999-1024) per sostituirlo al precedente, distrutto durante l'incendio del 997. L'opera è esposta in copia, insieme al riempimento originale in cocciopesto e resine organiche.
- Reliquiario a teca del presepe (seconda metà del VII secolo), in lamina d'argento.
- Reliquiario a teca dei capelli di Maria Vergine (VIII secolo).
- Reliquiario a teca di san Giovanni Battista (VIII-IX secolo), in avorio.
- Reliquiario a teca di san Nazario e san Celso (IX-XII secolo), in lamina d'argento a sbalzo.
- Legatura del "Codex Vercellensis Evangeliorum" (X secolo), realizzata per esplicita committenza di re Berengario.
- Legatura di Evangeliario, il cosiddetto "Codice C" (metà XII secolo), in lamina d'oro e argento decorata con smalti e pietre preziose.
- Reliquiario a cassetta di santa Caterina d'Alessandria (XIII secolo), in rame dorato e smalti di Limoges.
- Quattordici reliquiari a statuetta degli Apostoli, san Giovanni Battista e san Paolo (XV secolo), in argento, di bottega gotico-lombarda;
- Baculo pastorale del vescovo Agostino Ferrero (1520), in argento, donato dal prelato alla Cattedrale di sant'Eusebio.
Sezione II - Tessuti
La sezione annovera ricchi parati e pregevoli manufatti, donati dai vescovi alla Cattedrale. Di rilievo:
- Piviale e pianeta di Giulio II (inizio del XVI secolo), in velluto crimisi decorati da ricami a or nué, donati dal papa in ricordo del suo episcopato vercellese (1502-1503).
- Arazzo con Battesimo di Gesù (inizio del XVI secolo), di manifattura fiamminga.
Sezione III - Pinacoteca
Al piano nobile, la sontuosa decorazione della Sala del Trono accoglie i visitatori all'interno degli ambienti del palazzo in cui è allestita la pinacoteca. Essa è costituita da dipinti provenienti dai conventi e monasteri soppressi nel periodo napoleonico e restituite, all'Arcidiocesi, durante la Restaurazione (1814-1831). Di particolare interesse storico-artistico:
- Adorazione dei Magi (prima metà del XVI secolo), olio su tavola, di Gerolamo Giovenone.[1]
- Madonna con Gesù Bambino tra san Francesco d'Assisi e un santo vescovo (1524), olio su tavola, di Pietro Grammorseo.[2]
- Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Giovanni Battista, san Michele arcangelo, angeli e donatore (1576), olio su tavola, di Bernardino Lanino.[3]
- Assunzione di Maria Vergine (1578), olio su tavola, di Bernardino Lanino.[4]
- Martirio di santa Margherita (XVI secolo), olio su tavola, di anonimo pittore vercellese.[5]
- Gesù Cristo incontra santa Veronica (XVI secolo), olio su tavola, di anonimo pittore vercellese.[6]
Archivio e Biblioteca capitolare
Completano la visita al Museo, l'Archivio storico e la Biblioteca capitolare che conservano codici miniati, manoscritti, incunaboli e documenti cartacei, databili dal IV al XIX secolo, tra i quali si segnalano:
- Codex Vercellensis Evageliorum, datato al IV secolo su base paleografica e ricondotto dalla tradizione a sant'Eusebio.
- Etymologiae di sant'Isidoro di Siviglia (inizio IX secolo), caratterizzato da splendide miniature a piena pagina.
- Omelie di san Gregorio (IX-X secolo).
- Vercelli Book (fine X secolo), tra i più antichi codici in lingua anglosassone.
- Codice Apollo medicus (X secolo).
- Rotolo pergamenaceo con Scene degli Atti degli Apostoli (fine del XII secolo), prodotto nello scriptorium vercellese.
- Mappamondo di Vercelli (XIII secolo), antica pergamena di forma ovale, che raffigura il globo in epoca medievale: in basso, a sinistra, l'Europa, a destra l'Africa, in alto l'Asia e il Mar Mediterraneo tra Europa e Africa; una serie di isole immaginarie circondano i tre continenti conosciuti.
- Pergamena con la riproduzione dei dipinti murali del Duomo paleocristiano (XIII secolo).
- Evangelistario (inizio XIII secolo), prodotto nello scriptorium vercellese.
Galleria fotografica
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