Museo dell'Abbazia di San Salvatore (Abbadia San Salvatore)
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Facsimile del "Codex Amiatinus" | |
Categoria | Musei di Ordine religioso |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Siena |
Comune | Abbadia San Salvatore |
Diocesi | Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza |
Indirizzo | Via del Monastero, 42 53021 Abbadia San Salvatore (SI) |
Telefono | +39 0577 777352 |
Fax | +39 0577 777352 |
Posta elettronica | cultura@comune.abbadia.siena.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Ordine cistercense |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | codici miniati, dipinti, ex voto, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, visite guidate |
Sede Museo | Abbazia di San Salvatore |
Datazione sede | VIII secolo |
Il Museo dell'Abbazia di San Salvatore in Abbadia San Salvatore (Siena), collocato al piano superiore del lato orientale del chiostro nell'omonima Abbazia (VIII secolo), è stato istituito per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dal monastero.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale, che si sviluppa in due sale espositive, presenta opere e suppellettile liturgica, databili dal VII al XV secolo, fra cui spiccano per interesse storico-artistico e culturale:
- Facsimile del "Codex Amiatinus", detto anche Bibbia Amiatina (fine VII - inizio VIII secolo), composto di 1030 carte membranacee ed arricchita da dieci miniature a piena pagina: questo è la più antica e completa copia manoscritta della Bibbia nella versione latina, redatta da san Girolamo, di cui si ritiene sia anche l'esemplare più fedele al testo originario. Il codice manoscritto venne realizzato nel monastero di Wearmouth-Jarrow in Nothumbria (Inghilterra nord-orientale) per volere dell'abate Ceolfrith († 716), e destinato come dono al papa Gregorio II per la Basilica di San Pietro in Roma, dove in realtà rimase solo per un secolo fino a quando pervenne, per ragioni sconosciute, all'Abbazia di San Salvatore, tra la fine IX e l'inizio del X secolo. Solo in seguito delle soppressioni conventuali, ordinate dal granduca Pietro Leopoldo di Toscana (1765-1790), il Codex Amiatinus fu trasportato a Firenze dove trovò, nel 1785, una nuova e definitiva sede nella Biblioteca Medicea Laurenziana.[1][2]
- Casula rossa di san Marco papa (fine VII - inizio IX secolo), in seta decorata da una serie di medaglioni con motivi zoomorfi e figure femminili, eseguita da una manifattura irachena o bizantina.
- Reliquiario a cofanetto (VII - VIII secolo), in legno, piombo granato, rame dorato e vetro, di bottega scoto-irlandese: la particolare forma di microdimensione a campana abbellita da ornamenti ricorda quello che un tempo portavano sul petto i guerrieri fiduciosi della reliquia conservata nel cofanetto. A differenza di altri trovati vuoti, questo contiene reliquie ossee, forse di san Colombano, patrono dell'Irlanda.
- Reliquiario a busto di san Marco papa (1381), in bronzo dorato e smalti, attribuito a Mariano d'Agnolo Romanelli e commissionato dall'abate Giovanni da Firenze: la reliquia proverrebbe dal Monastero di Fonte Avellana, dove venne acquistata dall'abate Rolando all'inizio del XIII secolo, insieme alla Casula di san Marco papa.
- Pavimento (ultimo quarto del XV secolo), in maiolica policroma, di bottega senese-viterbese.
Galleria fotografica
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Note | |
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Bibliografia | |
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