Museo Diocesano di Pienza
Museo Diocesano di Pienza | |
Luca Signorelli e bottega, Madonna della Misericordia tra san Sebastiano e san Bernardino da Siena (1490 ca.), tempera su tavola | |
Categoria | Musei civici e diocesani |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Siena |
Comune | Pienza |
Diocesi | Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza |
Indirizzo |
Corso Rossellino, 30 53026 Pienza (SI) |
Telefono | +39 0578 749905 |
Fax | +39 0578 748361 |
Posta elettronica | info.turismo@comune.pienza.si.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, Provincia di Siena |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | arredi sacri, arazzi, codici miniati, paramenti sacri, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, didattica, organizzazione di eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale Senese |
Sede Museo | Palazzo Vescovile |
Fondatori | Giovan Battista Mannucci |
Data di fondazione | 1901 |
Il Museo Diocesano di Pienza (Siena), collocato nel Palazzo Vescovile, venne istituito nel 1901, per volere del canonico Giovan Battista Mannucci per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Concattedrale di Santa Maria Assunta e dal territorio diocesano.
Storia
Il Museo Diocesano ha avuto origine dal Museo della Cattedrale, istituito nel 1901 per volere del canonico Giovan Battista Mannucci, che aveva sede nel Palazzo dei Canonici, ubicato sulla piazza Pio II a sinistra della Concattedrale.
La sede del nuovo Museo, inaugurato nel 1998, è stata individuata nel Palazzo Vescovile che s’affaccia sulla piazza, ma che ha il suo ingresso su Corso Rossellino, l'asse viario principale della cittadina valdorciana.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale si sviluppa in undici sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XII al XVIII secolo ed ordinate per cronologia.
Sala I
Nella sala sono presentate le opere d'arte più antiche, databili dal dal XII al XIV secolo, tra cui si segnala:
- Corale con miniature umbro-senesi (1270 - 1280 e altre di Lippo Vanni (1360), proveniente dall'Abbazia di Santa Maria Assunta presso Montefollonico.
- Scomparto di polittico con Madonna con Gesù Bambino (1315 ca.), tempera su tavola, di Pietro Lorenzetti, proveniente dalla Pieve dei Santi Leonardo e Cristoforo a Monticchiello.[1]
- Polittico con Madonna con Gesù Bambino tra san Marcellino, san Laurentino, san Leonardo e sant'Agostino, Due arcangeli, san Pietro, Gesù Cristo redentore benedicente e san Paolo (1330 ca.), di un scuola di Ugolino di Nerio, proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo di Monterongriffoli.
- Trittico con Madonna con Gesù Bambino tra san Giovanni Battista e san Giovanni evangelista (1340 ca.), attribuito a Niccolò di Segna, proveniente dalla Pieve di San Giovanni Battista a San Giovanni d'Asso.[2]
Sala II
Nella sala sono conservate le opere del XIV e XV secolo, tra le quali si notano:
- Madonna della Misericordia (1364), tavola di Bartolo di Fredi, proveniente dal Battistero.[3]
- Ancona portatile a trittico con Madonna con Gesù Bambino in trono tra angeli e santi, Annunciazione, Adorazione dei pastori e Crocifissione di Gesù Cristo (fine XIV secolo), tavola di anonimo pittore fiorentino, proveniente dal Duomo.[4]
- Madonna con Gesù Bambino (1410 - 1420), di Andrea di Bartolo, proveniente dalla Chiesa di San Sigismondo a Montefollonico.
- Croce stazionale (1430), in rame dorato e smalti, opera di Goro di ser Neroccio.
- Trittico con Madonna con Gesù Bambino tra san Giovanni Battista e santa Caterina d'Alessandria, Gesù Cristo benedicente tra angeli, Profeti, Annunciazione (1440 ca.), tempera su tavola, di Sano di Pietro, proveniente dalla Concattedrale.[5]
Sala III
Nella sala sono esposti gli splendidi arazzi fiamminghi del XV secolo che costituivano l’arredo tessile della Concattedrale. Di particolare rilievo storico-artistico:
- Arazzo con Crocifissione (terzo quarto del XV secolo), attribuito a Giachetto di Benedetto da Arras.
- Arazzo con Resurrezione della figlia di Giairo e Guarigione dell'emorroissa (1470 -1490), attribuibile alla manifattura di Bruxelles o di Tournai.
- Arazzo con Messa di san Gregorio I papa con gli Articoli del Credo (1495 - 1515), di manifattura bruxellese.
Sala IV
La sala è dedicata all'esposizione del manufatto più importante e prezioso tra quanti sono ospitati nel Museo:
- Piviale di papa Pio II con Storie di Maria Vergine, santa Margherita d'Antiochia e santa Caterina d'Alessandria(1310 - 1330), in lino ricamato con filo d'argento dorato e sete policrome, di manifattura inglese: questo paramento venne donato al papa da Tommaso Paleologo, despota di Morea, e da questi alla Concattedrale nel 1462.
Sala V
Nella sala sono esposte, di particolare rilievo:
- Reliquiario a croce (XIV secolo), in filigrana d'oro, di bottega serbo-bizantina.
- Reliquiario a croce detta Croce del Corallo (1450 - 1460), di orafo tedesco.
- Morte e resurrezione di un monaco (1460 - 1462), tempera su tavola, di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, proveniente Monastero di Sant'Anna in Camprena.[6]
- Pala d'altare con Madonna con Gesù Bambino in trono fra san Biagio, san Giovanni Battista, san Nicola di Bari e san Floriano; Annunciazione; Crocifissione, Martirio di san Biagio, Elemosina di san Nicola di Bari (1460 - 1462), tempera su tavola, di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, proveniente dalla Chiesa di San Niccolò a Spedaletto.[7]
- Baculo pastorale di papa Pio II (1462 ca.), in argento sbalzato, cesellato, inciso e dorato, e smalti, di bottega orafa fiorentina, commissionato da papa Pio II: l'oggetto presenta un nodo lavorato a tempietto con Angeli reggi scudo con insegna della famiglia Piccolomini.
- Reliquiario a busto di sant'Andrea (1462 - 1463), opera dell'orafo fiorentino Simone di Giovanni Ghini, donato da papa Paolo VI nel 1964 a Pienza in cambio del reliquiario bizantino ottenuto da Pio II e da questi affidato al Duomo, restituito nel 1964 alla chiesa ortodossa di Patrasso.
Sala VI
La sala conserva:
- Predella con San Sebastiano davanti a Diocleziano, Crocifissione di Gesù Cristo e Martirio di san Sebastiano (1470 - 1474 ca.), attribuita a Neroccio di Bartolomeo Landi, proveniente dalla Chiesa della SS. Annunziata a Montisi di San Giovanni d'Asso.[8]
- Madonna con Gesù Bambino tra san Sebastiano e sant'Antonio abate (1475 - 1480 ca.), tavola di Guidoccio Cozzarelli, proveniente dalla Chiesa di San Leonardo in Montefollonico di Torrita di Siena.[9]
- Madonna con Gesù Bambino (1490 ca.), tavola di Bernardino Fungai, proveniente dalla Chiesa di San Francesco.
- Madonna della Misericordia tra san Sebastiano e san Bernardino da Siena (1490 ca.), tempera su tavola, di Luca Signorelli e bottega, proveniente dalla Chiesa di San Francesco.[10]
- Riposo durante la fuga in Egitto (1497 - 1504), tempera su tela, di Fra Bartolomeo della Porta, proveniente dal Palazzo Vescovile.[11]
Sala VII
Nella sala è documentata l'arte figurativa senese del XVI secolo. Di rilievo:
- Sacra Famiglia con san Giovannino (1540 ca.), attribuita a Marco Bigio, proveniente dalla cappella del Palazzo Vescovile.
- Madonna con Gesù Bambino tra san Giovanni Battista e santa Caterina da Siena (prima metà del XVI secolo), tavola di Bartolommeo Neroni detto il Riccio, proveniente dalla cappella della Madonna delle Grazie a San Giovanni d'Asso.
- Madonna del Rosario (1580), olio su tela, attribuita ad Arcangelo Salimbeni, proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo a Vergelle.
Sala VIII
Nella sala sono conservati:
- Corali miniati (1460 - 1462), provenienti dalla Concattedrale, commissionati dal papa Pio II. Il complesso di questi codici constava in origine di otto antifonari, sei graduali e due salteri. Le loro miniature si debbono essenzialmente a pittori senesi, come Sano di Pietro, Pellegrino di Mariano e un anonimo miniatore fiorentino.
- Croce processionale (inizio del XVII secolo), attribuita a un seguace di Giambologna, proveniente dal Seminario diocesano.
- Due sportelli di tabernacolo con San Pietro e san Paolo (metà del XVII secolo), attribuiti a Bernardino Mei, provenienti dalla Chiesa di San Giovanni Battista a San Giovanni d'Asso.
Sala IX
La sala presenta:
- Busto di Santa Caterina da Siena o Santa Brigida di Svezia (XVI secolo), in legno policromo), donato alla Concattedrale.
- Statua di San Giovanni Battista (fine XVI secolo), statua in alabastro, proveniente dalla Chiesa di Sant'Anna in Camprena;
- Statua di Santa Caterina d’Alessandria (seconda metà del XV secolo), in alabastro, proveniente dal Duomo.
Sala X
La sala è caratterizzata da varie presenze pittoriche, anche di differenti scuole figurative, fra i quali si segnalano:
- Ritratto del vescovo Francesco Maria Piccolomini (1590 ca.), opera di Ventura Salimbeni.
- San Carlo Borromeo (prima metà del XVII secolo), olio su tela, attribuita al fiammingo Giovanni Bilivert, proveniente dal Conservatorio di San Carlo Borromeo.
- Sacra Famiglia con san Francesco d'Assisi e santa Caterina da Siena (1610 ca.), olio su tela, di Vincenzo Rustici, proveniente dalla Pieve di San Laurentino e San Pergentino di Cosona.
- Bozzetto (1620 ca.), olio su carta, attribuito a Francesco Rustici detto il Rustichino, che riproduce la pala d'altare della Cappella del Conservatorio di San Carlo Borromeo, opera dello stesso autore .
- Adorazione dei Magi (1620 ca.), attribuita a Jacopo Vignali, proveniente dal Conservatorio di San Carlo Borromeo.
Sala XI
La sala, che conclude il percorso storico-artistico, presenta:
- Parato liturgico (metà del XVI secolo), costituito da 4 pezzi (piviale, pianeta, stola e mitria), in lampasso broccato, indossato dal vescovo Alessandro Piccolomini (1535 - 1563), durante le solenni occasioni cerimoniali del Concilio di Trento.
- Madonna con Gesù Bambino (fine XVII secolo), opera di Giuseppe Nicola Nasini, proveniente dal Conservatorio di San Carlo Borromeo di Pienza;
- Madonna con Gesù Bambino che consegna il rosario a san Benedetto da Norcia e a san Bruno (prima metà del XVIII secolo), opera attribuita a Francesco Trevisani, proveniente dal Conservatorio di San Carlo Borromeo.
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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