Museo dell'Opera del Duomo di Pisa
Museo dell'Opera del Duomo di Pisa | |
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Bottega islamica, Grifo (XI secolo), bronzo | |
Categoria | Musei del Duomo |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Pisa |
Comune | Pisa |
Diocesi | Arcidiocesi di Pisa |
Indirizzo | Piazza Duomo, 17 56126 Pisa (PI) |
Telefono | +39 050 835011, +39 050 835012 |
Fax | +39 050 835045, +39 050 560505 |
Posta elettronica | info@opapisa.it |
Proprietà | Opera della Primaziale Pisana |
Tipologia | arte sacra, archeologico |
Contenuti | arredi sacri, dipinti, grafica e disegni, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio storico, audioguide, biglietteria, bookshop, didattica, fototeca, guardaroba, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Palazzo dei Canonici |
Datazione sede | XII secolo |
Data di fondazione | 8 novembre 1986 |
Il Museo dell'Opera del Duomo di Pisa, collocato nel Palazzo dei Canonici, venne inaugurato il 8 novembre 1986, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Sede
Il Museo è allestito nel Palazzo dei Canonici (XII secolo), in seguito utilizzato a Seminario Diocesano, per volere del vescovo Carlo Antonio Dal Pozzo (1582 - 1607), fino al 1784. Successivamente, il palazzo passò in mani private, infatti, venne ceduto all'erudito e collezionista d’arte Giovanni Rosini, ospitò per un breve periodo l'Accademia Pisana di Belle Arti, per tornare ad un uso religioso nel 1887, quando divenne monastero femminile. Nel 1979, l'Opera della Primaziale Pisana acquistò il palazzo per adibirlo a Museo.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale costituisce una sintesi ed un completamento della Piazza dei Miracoli. Infatti, le ventitré sale espositive, articolate in quattro sezioni, propongono una lettura, ampia e dettagliata, del complesso monumentale, costituito da:
Sezione I - Storia della Cattedrale
La sezione, documenta la storia della Cattedrale attraverso varie opere, fra cui spiccano per valore ed interesse culturale:
- Grifo (XI secolo), in bronzo, di bottega islamica, collocato originariamente sulla sommità dell'edificio, quasi certamente un bottino di guerra, prelevato intorno al 1061 a Palermo, allora sotto il controllo arabo.[1]
- Porta di San Ranieri con Storie di Gesù Cristo (1180 - 1181), in bronzo, opera di Bonanno Pisano, proveniente dal transetto destro (ora sostituita da una copia) dal Duomo di Pisa[2]. Si salvò miracolosamente dall'incendio che devastò la Cattedrale nel 1595.
Per approfondire, vedi la voce Porta di San Ranieri (Bonanno Pisano) |
- Rilievo con San Michele arcangelo (metà del XII secolo), in pietra, di un seguace di Guglielmo, proveniente dalla facciata della Cattedrale.[3]
- Sepolcri vescovili (XIII - XV secolo) scolpiti da Nino Pisano e da Andrea Guardi, provenienti dal presbiterio della Cattedrale.
- Statue della Madonna con Gesù Bambino ed Evangelisti (1278 - 1285), in pietra calcarea, di Giovanni Pisano (XIII secolo), provenienti dall'esterno del Battistero.
- Statue di Figure maschili e femminili (1297 - 1298), in pietra calcarea, di Giovanni Pisano, provenienti dall'esterno del Battistero.
- Statua della Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del colloquio (1302 ca.), in marmo, di Giovanni Pisano, proveniente dalla Cattedrale.[4]
- Ancona (1305), in marmo dipinto, opera di Tino di Camaino, proveniente dall'altare di San Ranieri.
- Gruppo scultoreo del Monumento funebre dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo (1313 - 1315), in marmo, eseguito da Tino di Camaino, proveniente dall'abside del Duomo. L'opera è composta da cinque figure comprendenti al centro l'imperatore stesso.[5]
Sezione II - Arredo liturgico
Nella sezione è stato riservato ampio spazio all'esposizione del fastoso arredo liturgico medioevale, arricchito anche nei secoli successivi:
- Crocifisso (XII secolo), in legno.
- Croce dei Pisani (XII secolo), in argento, rame dorato e argento: questa è un documento della Prima crociata (1095 - 1099).
- Due cofanetti (XII secolo), realizzati da una bottega di Limoges, donati da Riccardo I d'Inghilterra, detto Riccardo Cuor di Leone, ai pisani in occasione della Terza Crociata (1189 - 1192);
- Exultet (XII al XIII secolo). rotoli in pergamena che il celebrante faceva scorrere dal pulpito).
- Reliquiario a teca con le pietre del Golgota (XIII secolo), in rame dorato e smaltato, di bottega di Limoges. L'opera presenta una decorazione raffigurante:
- Gesù Cristo entro mandorla, Crocifisso, Madonna, angeli e santi.
- Madonna con Gesù Bambino (1298 - 1299), in avorio, di Giovanni Pisano, proveniente dall'altare maggiore del Duomo, prima dell'incendio del 1595.[6]
- Frammenti della Cintola del Duomo (XIII - XIV secolo), in damasco rosso decorato in argento smaltato e gemme, usata in occasione di feste solenni per cingere l'intero perimetro esterno del Duomo;
- Piviale e paliotto (XIV secolo).
- Crocifisso in legno policromo, di Giovanni Pisano, ritrovato in Cattedrale nel 1986.
- Pergamena (XV secolo), di miniatore pisano che ricorda la fondazione e la consacrazione del Duomo (1118);
- Servizio liturgico (XVII secolo), opera dell'orafo parigino Pierre Ballin;
- Calice di forme neo-gotiche, donato nel 1839 da re Luigi Filippo di Francia (1773 – 1850).
Sezione III - Arredo fisso della Cattedrale
La sezione documenta il rinnovato fervore religioso che a partire dal XV secolo aveva modificato l'aspetto dell’interno della Cattedrale con nuovi dipinti e sedili in legno intarsiato, è stato cancellato dal devastante incendio che nel 1595 si è abbattuto sulla chiesa. Quanto si era salvato fu in parte riutilizzato, pur all'interno di un diverso disegno complessivo, in parte, nonostante fosse di eccelsa qualità, accantonato, come:
- Tarsie delle Virtù su cartoni di Sandro Botticelli, quelle del lombardo Cristoforo da Lendinara e le prospettive del pisano Guido da Serravallino.
- Trasporto delle reliquie di san Guido (1752), dipinti dal fiorentino Domenico Ferretti, che decoravano nel XVIII secolo le pareti della navata centrale.
- Pannello sagomato con Maria Vergine (secondo quarto del XVIII secolo), eseguito dai fratelli Giuseppe e Francesco Melani.
- Gruppo scultoreo con Storie di Gesù Cristo e san Giovanni Battista, Quattro evangelisti, Profeti, Allegorie delle Virtù, Leoni stilofori (1867 - 1872), in gesso e legno, di Giuseppe Fontana.[7]
Sezione IV - Camposanto
A ricordare il momento in cui il Camposanto era divenuto uno dei primi musei pubblici europei, sono stati esposti in questa sezione i reperti archeologici egiziani, etruschi e romani che Carlo Lasinio (1759 - 1838), conservatore del Museo, aveva raccolto. A lui si deve anche la riproduzione dell'intero ciclo di affreschi, che già allora minacciavano rovina:
- Incisioni, pubblicate da Giovanni Rosini, hanno contribuito fortemente alla celebrità dell'edificio. Sono qui in mostra:
- Serie di incisioni colorate a mano dal figlio Gian Paolo;
- Serie di incisioni tirate a stampa (1832) in formato più piccolo.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |