Museo e Villaggio Africano di Basella di Urgnano
Museo e Villaggio Africano di Basella di Urgnano | |
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Convento dei Missionari Passionisti, sede del museo | |
Categoria | Musei di Ordine religioso |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Lombardia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Bergamo |
Comune | Urgnano |
Località o frazione | Basella |
Diocesi | Diocesi di Bergamo |
Indirizzo | Casa provinciale dei Missionari Passionisti Via Peruzzo, 142 24059 Basella di Urgnano (BG) |
Telefono | +39 035 894670 |
Fax | +39 035 5096977 |
Posta elettronica | info@museoafricano.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Congregazione della Passione di Gesù Cristo |
Tipologia | etnografico |
Contenuti | fossili, minerali, reperti etnografici, ricostruzioni ambientali, statue |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio, audioguide, biblioteca, bookshop, caffetteria, didattica, fototeca, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Rete Diocesana dei Musei Ecclesiastici (Re.di.m.e.) |
Sede Museo | Convento domenicano |
Datazione sede | 1460 |
Fondatori | padre Fulgenzio Cortesi |
Data di fondazione | 1984 |
Il Museo e Villaggio Africano di Basella di Urgnano (Bergamo) ha sede all'interno del Convento, edificato intorno al 1460 da Bartolomeo Colleoni, per i Frati domenicani; dal 1920 è abitato dai Missionari Passionisti.
Storia
Il Museo è stato realizzato nel 1984 per volontà di padre Fulgenzio Cortesi a Calcinate (Bergamo) per esporre il materiale etnografico raccolto tra gli anni Sessanta ed Ottanta del XX secolo nei viaggi nelle missioni Passioniste di Kenya e Tanzania e da donazioni private.
A cinque anni di distanza dall'apertura del Museo, nella primavera del 1989 venne inaugurato il Villaggio Africano.
Nel 2000, la decisione della Provincia del Sacro Cuore di Maria dei Missionari Passionisti di alienare a privati il convento di Calcinate portò ad una revisione critica degli oggetti esposti e dell'allestimento museale in funzione della costruzione di una nuova sede, all'interno della casa provinciale. Dall'autunno 2002 il Museo è collocato nella sede attuale.
Tutti i proventi del Museo sono devoluti alle opere missionarie di realizzazione e mantenimento delle scuole e dei laboratori artigianali per giovani in Kenya e Tanzania.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale è sviluppato in due sezioni espositive e completato dal Villaggio Africano.
Sezione I
La sezione a carattere didattico, dedicata alla storia, alla geografia ed alla fauna africana, presenta minerali, fossili, conchiglie, oggetti d'uso, oggetti rituali e giocattoli.
Sezione II
Nella sezione sono conservate sculture e manufatti di varie tribù africane, fra cui i Dogon, i Bobo, i Bambara, gli Ashanti e i Baulè. Tutti i materiali esposti appartengono al periodo pre-coloniale e sono databili tra il XV ed il XIX secolo.
Tra le opere più significative, si segnalano:
- sculture Dogon e Lobi;
- maschere del Burkina Faso;
- reliquiario Mahongwe;
- altare Tellem;
- testa Mahen Yafe;
- terrecotte Akan;
- statua Igbo;
- pilastro scolpito Babanki;
- tre teste funerarie commemorative in terracotta;
- testa Mahen Yafe, in steatite.
Villaggio Africano
Esposizione en plain air di diverse tipologie di abitazioni appartenenti a popolazioni dell'Africa Occidentale e Orientale, con l'obiettivo di:
« | Creare un luogo in cui ci fosse stato un incontro con l'Africa, la sensazione doveva essere quella di entrare nel continente nero. » |
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