Peshitta
La Peshitta (ܦܫܝܛܬܐ pescittà) è la traduzione standard della Bibbia in lingua siriaca.
Il nome
Il nome Peshittà deriva dall'espressione in lingua siriaca mappaqtâ pšîṭtâ, che significa letteralmente "traduzione semplice", ma può essere intesa anche come "comune", "genuina", "corretta".
La parola Peshittà può essere - ma di fatto non accade - traslitterata in molti altri modi: Peshittâ, Pshitta, Pšittâ, Pshitto, Fshitto.
Storia
Data, luogo e autori della redazione della Peshitta non sono noti con certezza.[1] La traduzione dell'Antico Testamento in lingua siriaca fu realizzata in Siria, al più tardi nel II secolo d.C., verosimilmente ad opera di Giudei. Diversità di stile e vocabolario fanno pensare all'opera di più traduttori. La città di Edessa, che poi diventerà il centro del cristianesimo siriaco, potrebbe essere stata la sede redazionale. È possibile però ipotizzare un'altra origine: il piccolo regno di Abiadene (Iraq settentrionale) accolse il Giudaismo come religione di stato intorno alla metà del I secolo d.C., ed è verosimile che questo abbia reso necessario la traduzione nella lingua popolare (siriaco) dei tesi sacri.
La prima traduzione del Nuovo Testamento in siriaco è il cosiddetto Diatesseron, cioè '(un vangelo) attraverso quattro (vangeli)', realizzata dal cristiano Taziano nel 165-170. Si tratta di un testo unico e lineare che cerca di armonizzare le quattro narrazioni dei singoli Vangeli. Per alcuni secoli tale testo fu il vangelo ufficiale della chiesa di Siria. Il teologo Efrem Siro ne scrisse un commentario in prosa. Attorno al 420, il vescovo Teodoreto, giudicandolo un compendio troppo semplice, ne impose l'abbandono in favore dell'adozione dei quattro vangeli come avveniva per tutte le altre chiese cristiane. L'opera nella sua integrità è andata perduta, ma ci è nota in maniera indiretta attraverso le citazioni patristiche.
L'antica versione siriaca contenente sia AT che NT con i quattro vangeli "normali" (non nella versione Diatesseron) è detta Vecchia Siriaca (Vetus Syra). Sono rimaste poche testimonianze di tale versione. Tra queste, due manoscritti della Vecchia Siriaca riguardanti i vangeli (Syra Sinaiticus e Syra Curetonianus), mostrano lezioni e varianti tipiche del testo greco del NT secondo le caratteristiche della famiglia occidentale. Inoltre, il siriaco contenuto in questi due manoscritti mostra affinità con l'aramaico parlato in Palestina e non in Siria. Questo ha portato all'ipotesi secondo la quale, mentre in Siria circolava il Diatesseron (II-IV secolo), in Palestina fossero diffusi manoscritti in aramaico del Vangelo.
Sulla natura di tali ipotetiche versioni aramaiche, a noi non pervenute, le possibilità sono due: erano traduzioni in aramaico dal greco originale, scritto dagli evangelisti; erano il testo originale scritto in aramaico dagli evangelisti, tradotto poi nella lingua franca greca. La seconda ipotesi, molto discussa, è la cosiddetta priorità aramaica (Peshitta primacy o Aramaic primacy).
Contenuto e stile della Peshitta
Circa l'Antico Testamento, la Peshitta è principalmente basata sullo stesso testo ebraico che verrà standardizzato nel Testo Masoretico del IX secolo. Con frequenza diversa a seconda dei vari libri, talvolta si notano scelte di traduzione che fanno trasparire l'influenza della LXX greca, dei Targumin aramaici, del Pentateuco samaritano.[2]
Circa il Nuovo Testamento, la Peshitta mostra continuità sia col Diatesseron che con la Vecchia Siriaca. In alcuni passi, in particolare per gli Atti degli Apostoli, è particolarmente evidente l'influsso dei manoscritti greci della famiglia occidentale. Nella Peshitta mancano completamente i libri neotestamentari di 2Pt, 2-3 Gv, Gd, Ap. Le moderne bibbie siriache li includono a partire da traduzioni più tarde del VI-VII secolo.
Uso liturgico
La Peshitta, revisionata e integrata dei libri originariamente mancanti, costituisce la Bibbia ufficiale delle chiese di tradizione siriaca: Chiesa Ortodossa Siriaca; Chiesa cattolica sira; Chiesa Assira Orientale; Chiesa Ortodossa Assira Orientale; Chiesa cattolica caldea; Chiesa maronita; Chiesa Ortodossa Malancariana; Chiesa cattolica siro-malankarese; Chiesa di Mar Toma (India); Chiesa cattolica siro-malabarese.
I cristiani siriaci in India hanno però in prevalenza sostituito la Peshitta con una traduzione in Malayam, lingua tipica del Kerala.
Presso i cristiani siriaci nel medio-oriente, sebbene riconoscano l'ufficialità della Peshitta, l'arabo è la lingua comunemente usata per il resto del culto liturgico.
Manoscritti
Il principale manoscritto di riferimento per il testo siriaco dell'AT è il Codex Ambrosianus B. 21 inferiore (VI-VII sec. d.C.)[3] conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, catalogato come 7a1 nelle edizioni critiche pubblicate dal Leiden Peshitta Institute (Leida, Olanda).
Edizioni
Le prime edizioni a stampa del testo siriaco sono contenuti nelle bibbie poliglotte di Parigi (1645) e Londra (1654-57), dove il testo biblico era presentato, con vocalizzazione occidentale, assieme ad altre versioni (ebraico, greco...).
Altre edizioni specifiche sono a cura di (con grafia consonantica Madnhāyā):
- Samuel Lee, Londra 1823, per la British and Foreign Bible Society (onlineAT, NT), vocalizzazione orientale
- Justin Perkins, Urmia 1852, riprodotta nella ed. 1913 della Trinitarian Bible Society (online AT), voc. orientale
- Clement Joseph David, Mar Georges Ebed-Iesu Khayyath, Mossul 1888-1892, per la missione domenicana (online), voc. orientale
- 1893, Mission of Babylon (online), voc. orientale
Per il solo NT
- Philip E. Pusey, George Gwilliam, John Gwyn, 1905, per la United Bible Societies (online), voc. occidentale
A partire dal 1961, il Peshitta Institute di Leiden ha pubblicato, in una serie di fascicoli, la più ampia edizione critica della Peshitta. Adotta la grafia consonantica Estrangela ed è priva di vocalizzazione. È digitalizzata in Comprehensive Aramaic Lexicon, online.
Nel 1996 è stata pubblicata la prima edizione della Comparative Edition of the Syriac Gospels (CESG), che confronta le versioni siriache contenute nella Vecchia Siriaca; Curatoniana; Peshitta; Harklean. A cura di George Anton Kiraz. Seconda edizione 2002, terza 2004.
Non esistono traduzioni italiane complete della Peshitta. Nel 2009 Massimo Pazzini ha curato e pubblicato il testo siriaco dei Dodici profeti minori. Nel 2020, con Roberto Reggi, ha curato e pubblicato la traduzione interlineare italiana dei vangeli di Marco, Matteo, Luca, nel 2021 è stato pubblicato Giovanni, Atti e le Lettere di Paolo, nel 2022 Lettere cattoliche e Apocalisse.
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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