Cristo Re

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Questa voce tratta uno degli appellativi di Gesù Cristo
Jan e Hubert van Eyck, Gesù Cristo Re (part. dal Polittico dell'Agnello Mistico), 1426 - 1432, olio su tavola; Gand (Belgio), Cattedrale di San Bavone

Cristo Re è uno degli appellativi di Gesù Cristo largamente attestato nel Nuovo Testamento, e in uso in tutte le confessioni cristiane.

I cattolici, gli anglicani, i presbiteriani e alcuni luterani e metodisti celebrano una festività in suo onore, la Solennità di Cristo Re.

Nel Nuovo Testamento

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Nome ed epiteti di Gesù

Nel Nuovo Testamento Gesù riceve titoli regali:

Ha una portata regale anche il titolo di Figlio di Davide (υἱός Δαυὶδ, uiòs Davìd, Mt 1,1;9,27;12,23;15,22;20,30.31;21,9.15 ; Mc 10,47.48 ; Lc 18,38.39 ), poiché il Messia atteso doveva essere discendente ed erede del Re Davide. Le due genealogie di Gesù (Mt 1,1-16 ; Lc 3,23-38 ) stabiliscono la provenienza di Gesù dal Re Davide. L'accostamento esplicito dei due termini Messia (Cristo) e Re si trova in Lc 23,2 e in Mc 15,32

L'istituzione della Solennità di Cristo Re

La dottrina cattolica sulla regalità di Cristo è ben espressa nell'enciclica Quas primas di papa Pio XI (11 dicembre 1925) con la quale il papa istituì la Solennità di Cristo Re.

L'enciclica spiega che il regno di Cristo è principalmente spirituale e Gesù stesso l'ha detto più volte, in particolare davanti a Pilato (Gv 18,36 ); tuttavia Cristo ha ricevuto dal Padre il dominio su tutte le cose:

« D'altra parte sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio. Tuttavia, finché fu sulla terra si astenne completamente dall'esercitare tale potere e come una volta disprezzò il possesso e la cura delle cose umane, così permise e permette che i possessori debitamente se ne servano. »

Ricordando poi quanto egli stesso aveva scritto in una sua precedente enciclica, continua:

« Noi scrivemmo circa il venir meno del principio di autorità e del rispetto alla pubblica potestà: "Allontanato, infatti - così lamentavamo - Gesù Cristo dalle leggi e dalla società, l'autorità appare senz'altro come derivata non da Dio ma dagli uomini, in maniera che anche il fondamento della medesima vacilla: tolta la causa prima, non v'è ragione per cui uno debba comandare e l'altro obbedire. Dal che è derivato un generale turbamento della società, la quale non poggia più sui suoi cardini naturali"[1] »

Infine conclude:

« È necessario, dunque, che Egli regni nella mente dell'uomo, la quale con perfetta sottomissione, deve prestare fermo e costante assenso alle verità rivelate e alla dottrina di Cristo; che regni nella volontà, la quale deve obbedire alle leggi e ai precetti divini; che regni nel cuore, il quale meno apprezzando gli affetti naturali, deve amare Dio più d'ogni cosa e a Lui solo stare unito; che regni nel corpo e nelle membra, che, come strumenti, o al dire dell'Apostolo Paolo, come "armi di giustizia" (Rm 6,13 ) offerte a Dio, devono servire all'interna santità delle anime. Se coteste cose saranno proposte alla considerazione dei fedeli, essi più facilmente saranno spinti verso la perfezione»

Altri usi

Stemma dei vandeani

L'appellativo "Cristo Re" si ritrova anche in alcuni episodi di storia contemporanea.

Vi furono altri movimenti che, pur senza alcun legame con Chiesa cattolica né approvazione della stessa, usarono il titolo di Cristo Re:

Voci correlate
Note
Collegamenti esterni