San Marone
San Marone Presbitero | |
---|---|
Santo | |
Icona del santo | |
Nascita | III secolo |
Morte | 410 ca. |
Venerato da | Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa |
Ricorrenza | 9 febbraio |
Patrono di | Cattolici maroniti, Volperino di Foligno |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 9 febbraio, n. 4:
|
San Marone, in arabo: مار مارون, dove مار "mar" significa santo (III secolo; † 410 ca.), è stato un presbitero, abate ed eremita siriano. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa, considerato dalla tradizione il fondatore di una congregazione monastica-spirituale nel Libano del V secolo[1]. Da lui prende l'appellativo di "maronita" la Chiesa cattolica libanese. Marone fu conosciuto per la sua attività missionaria, per le guarigioni e miracoli attribuitigli e per il suo ascetismo.
Biografia
Nonostante la popolarità di san Marone, non si hanno notizie precise e approfondite sulla sua vita[2].
Nato a metà del IV secolo in Siria, fu un presbitero che divenne eremita ritirandosi su una montagna del Tauro nella regione di Cirro, vicino ad Antiochia[3].
San Marone trascorse gran parte della sua vita su quelle montagne siriane. Si pensa che il luogo della sua dimora avesse il nome di Kefar-Nabo, e che fosse situato sulla montagna di Ol-Yambos, per questo i territori vicini alla montagna siriana vengono considerati come culla della congregazione maronita. Si era stabilito in un antico tempio greco, che egli aveva consacrato al vero Dio.[4]
Il suo stile di vita ascetico e i miracoli che gli venivano attribuiti gli attirarono molti seguaci e gli procurarono l'attenzione di tutto l'impero[2].
Nel 405 circa Giovanni Crisostomo gli inviò una lettera esprimendogli il suo rispetto e la sua devozione, chiedendogli di pregare per lui.
La Chiesa maronita
Per approfondire, vedi la voce Chiesa maronita |
San Marone è considerato il padre della congregazione monastica-spirituale che ha dato origine alla formazione della Chiesa maronita[5], congregazione che ha una profonda influenza nei territori del medio oriente, specialmente in Libano.
La congregazione maronita si diffuse in Libano quando il primo discepolo di Marone, Abramo di Cirro, si rese conto che pochi in Libano praticavano il cristianesimo e usò la figura di Marone come esempio morale per convertirli al cristianesimo. I seguaci di Marone rimasero fedeli agli insegnamenti della Chiesa cattolica, infatti la Chiesa maronita è una Chiesa sui iuris della Chiesa cattolica.
Culto
Secondo Ludovico Jacobilli (1598–1664), presbitero e storico, Michele degli Atti, conte di Uppello e feudatario di Sassovivo, di ritorno dalla prima crociata (1098), portò con sé il teschio di san Marone e e lo donò ai monaci dell'Abbazia di Santa Croce in Sassovivo, presso Foligno. La preziosa reliquia fu successivamente conservata per lungo tempo nella frazione di Volperino prima di essere trasferita nella Cattedrale di San Feliciano di Foligno.
Nel 1998, in accordo con il patriarca maronita Sfeir, le autorità religiose e civili italiane, il Ministero dei Beni Culturali hanno dato il permesso di riprenderla. Essa fu collocata in un nuovo reliquiario a busto, in bronzo, donato dal vescovo di Foligno Arduino Bertoldo e nell'anno 2000 fu riportata nel Monastero di Kfarhy, nelle montagne siro-libanesi, da dove era stata prelevata dieci secoli prima.[6]
La memoria liturgica dell'eremita siriano ricorre il 9 febbraio per la Chiesa cattolica[7], il 14 febbraio per la Chiesa ortodossa.
Note | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Santi e beati del martirologio del 9 febbraio
- Monaci siriani
- Monaci del V secolo
- Tutti i Santi
- Santi siriani
- Santi del IV secolo
- Santi del V secolo
- Biografie
- Presbiteri per nome
- Abati per nome
- Eremiti per nome
- Presbiteri siriani
- Abati siriani
- Eremiti siriani
- Nati nel IV secolo
- Morti nel V secolo
- Fondatori di istituti di vita consacrata e società di vita apostolica
- Fondatori siriani