San Felice di Nola

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San Felice di Nola
Presbitero
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battezzato
Santo
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San Felice da Nola
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Nola
III secolo
Morte Nola
14 gennaio 313
Sepoltura
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale III secolo
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza 14 gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Predecessore
Erede
Successore
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Consorte

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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 14 gennaio, n. 3:
« A Nola in Campania, san Felice, sacerdote, che, come riferisce san Paolino, durante l'imperversare delle persecuzioni, patì in carcere atroci torture e, una volta ristabilita la pace, fece ritorno tra i suoi, ritirandosi in povertà fino ad avanzata vecchiaia, invitto confessore della fede. »

San Felice di Nola (Nola, III secolo; † Nola, 14 gennaio 313) è stato un presbitero italiano anche detto in Pincis. È venerato dalla Chiesa cattolica come santo.

Vita

Felice nacque a Nola nel III secolo da padre molto ricco di origini sire; aveva un fratello Ermia che scelse la carriera militare, mentre lui divenne presbitero. Fu collaboratore del vescovo di Nola, Massimo, che durante l'ultima persecuzione si nascose in luogo deserto, lasciando in città il presbitero Felice che voleva come suo successore.

Felice, invece, fu imprigionato e torturato, poi liberato miracolosamente da un angelo che lo condusse dal vecchio vescovo Massimo morente, consumato dagli stenti e dalle sofferenze. Lo rifocillò con il succo di uva miracolosa e poi caricatolo sulle spalle, lo riportò a Nola, affidandolo alle cure di una donna anziana.

Durante la sospensione della persecuzione, poté riprendere il suo ministero sacerdotale, ma quando la persecuzione riprese, Felice fu di nuovo ricercato, egli sfuggì alla cattura rifugiandosi in una cisterna disseccata, dove per sei mesi fu alimentato, senza essere conosciuto, da una pia donna.

Tomba del santo nella basilica paleocristiana di Cimitile

Cessata definitivamente la persecuzione con la pace di Costantino (313), Felice ritorna a Nola, dove morto il vecchio vescovo Massimo viene candidato a succedergli, ma egli rifiuta a favore del presbitero Quinto, rinuncia anche ai beni che gli erano stati confiscati e trascorse il resto dei suoi giorni nella povertà e nel lavoro.

Non si conosce l'anno della sua morte, alcuni dati dicono sotto Valeriano (258), ma come spiegare che sia lui, sia il vescovo Massimo non furono uccisi? È probabile, quindi, che siano morti dopo la pace di Costantino, cioè dopo il 313.

Culto

Miniatura con san Felice battuto dai persecutori (XV secolo)

Tutto quello che si conosce di san Felice, ci è trasmesso dal santo vescovo Paolino, il quale già devoto del santo, quando arrivò a Nola e a Cimitile, gli dedicò ben 14 dei suoi carmi, che sono detti natalizi (carmina natalizia) perché scritti dal 395 al 409 nella ricorrenza del dies natalis del santo, il 14 gennaio. Il racconto poetico di Paolino è la prima elaborazione scritta della tradizione orale, da lui appresa in zona.

San Felice fu sempre venerato come martire, anche se non era stato ucciso, ma certamente aveva tanto sofferto e solo miracolosamente aveva avuto salva la vita. La sua tomba fu detta Ara Veritatis, perché gli si attribuiva particolare efficacia per il trionfo della verità, contro gli spergiuri.

Bibliografia

(EN) Voce, in Charles George Herbermann (a cura di), Catholic Encyclopedia, 15 voll., Robert Appleton Company, New York 1907-1914


Voci correlate
Collegamenti esterni