San Giacomo di Osroena

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San Giacomo di Osroena
Vescovo
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 71 anni
Nascita Qurtam
450 ca.
Morte Batnan
29 novembre 521
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
Professione religiosa 473
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale ca. 480
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Consacrazione vescovile
Consacrazione vescovile 519
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a Cardinale
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Incarichi ricoperti Vescovo di Batne
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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pontificato
Segretario {{{segretario}}}
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa
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Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 29 novembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

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Figli
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 29 novembre, n. 5:
« A Batnan nella provincia dell'Osroene, nell'odierna Turchia, san Giacomo, vescovo di Sarug, che illuminò di purissima fede questa Chiesa con discorsi, omelie e traduzioni ed è venerato tra i Siri insieme a sant'Efrem come dottore e colonna della Chiesa. »

San Giacomo di Osroena o di Sarug (Qurtam, 450 ca.; † Batnan, 29 novembre 521) è stato un vescovo e poeta siriano.

Vita

Nacque attorno al 450 a Qurtam sulle rive dell'Eufrate.

Fu studente verso il 470 alla Scuola di Edessa, erede della dottrina di Sant'Efrem il Siro.

Visse le controversie teologiche che seguirono il concilio di Calcedonia; pur essendo vicino alle idee monofisite, fuggì le polemiche che agitarono i suoi contemporanei e, di fronte alle dispute, desiderò soltanto adorare il mistero nello stupore, nel rispetto e nel silenzio.

Fu sacerdote e monaco nella diocesi di Sarug e nel 519 divenne vescovo di Batne. Morì nel 521 dopo solo due anni e mezzo di episcopato.

Opere

È considerato l'erede di Efrem il Siro. Compose 763 poemi, di cui un terzo è giunto a noi. Sono delle omelie metriche in versi, dette "Mimra", una sorta di recitativi epici che furono integrati nell'ufficio siriaco. In essi Giacomo canta con continui e sapienti rinvii alle Scritture ebraiche e cristiane la bellezza dell'agire Divino nella storia, riflesso emblematicamente nello sguardo misericordioso di Dio rivelato a noi dal volto di Cristo. Nelle chiese orientali e ricordato con il titolo di "Arpa della Chiesa" e "Flauto dello Spirito Santo".

Collegamenti esterni