San Pietro I di Alessandria

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San Pietro I di Alessandria
Vescovo · Martire
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battezzato
Santo
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Icona con San Pietro I di Alessandria
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte anni
Nascita Alessandria
III secolo
Morte Alessandria
25 novembre 311
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale III secolo
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Incarichi ricoperti Vescovo di Alessandria
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° vescovo di Roma
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica; Chiesa copta; Chiesa ortodossa
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 25 novembre
Altre ricorrenze 26 novembre Chiesa copta
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Predecessore
Erede
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 25 novembre, n. 4:
« Ad Alessandria d'Egitto, san Pietro, vescovo e martire, che, ornato di ogni virtù, fu improvvisamente decapitato per ordine dell'imperatore Galerio Massimiano, divenendo ultima vittima della grande persecuzione e sigillo dei martiri. Con lui si commemorano tre vescovi egiziani, Esichio, Pacomio e Teodoro, che, sempre ad Alessandria patirono insieme a molti altri nella stessa persecuzione e salirono al cielo crudelmente trafitti con la spada. »

San Pietro I di Alessandria (Alessandria, III secolo; † Alessandria, 25 novembre 311) è stato un vescovo e martire greco antico. Fu il diciassettesimo vescovo di Alessandria d'Egitto, ruolo che precedette quello di papa della Chiesa copta e patriarca della Chiesa ortodossa di Alessandria prima dello scisma avvenuto nel 451; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella copta e da quella ortodossa.

La Chiesa copta crede che Pietro fosse stato affidato dai propri genitori al patriarca Teona affinché lo crescesse come un sacerdote, analogamente al profeta Samuele.

Biografia

Ebbe una rapida carriera all'interno della scala gerarchica diventando prima "lettore", quindi "diacono" e infine "presbitero". Studente della scuola teologica di Alessandria dove si distinse per la sua profonda conoscenza delle scritture sacre, profondamente avverso alle teorie di Origene, venne perseguitato in quanto cristiano sotto Decio ma riuscì a sopravvivere. Sul suo letto di morte Teona consigliò alle gerarchie della Chiesa alessandrina di farne il proprio successore, come poi avvenne. Eusebio di Cesarea riferisce che fu al vertice del vescovato dal 300 al 311.[1]

La causa per cui l'episcopato di Pietro è ricordato fu la terribile persecuzione contro i cristiani posta in essere dall'imperatore Diocleziano, iniziata nel 303 e proseguita in modo intermittente per dieci anni.

Arrestato in quanto capo della chiesa egiziana, durante la sua prigionia Melezio, vescovo di Lycopolis, contestò l'autorità di Pietro I affermando, contrariamente a quest'ultimo, che coloro i quali perseguitati avevano abiurato il cristianesimo abbisognavano di un ulteriore battesimo qualora desiderassero essere riammessi in seno alla Chiesa. I rapporti tra i due vescovi peggiorarono a causa della decisione di Melezio di ordinare di propria iniziativa nuovi vescovi, decisione che provocò l'ira di Pietro I che convocò un sinodo di vescovi africani e lo scomunicò. La posizione di Melezio trovò tuttavia ampi consensi nella tebaide, tanto che ivi monasteri meliziani sopravvissero fino alla conquista mussulmana. Tra i vescovi ordinati da Melezio ci fu Ario, che nel 300 aveva iniziato la propria predicazione ed era stato scomunicato da Pietro stesso.

Uno degli atti più celebrati della vita di Pietro fu il suo intervento dal patibolo per calmare i cittadini di Alessandria pronti alla rivolta per salvarlo dall'esecuzione capitale cui era stato condannato. Nelle rappresentazioni votive, infatti, è spesso rappresentato nell'atto di abbracciare i propri boia. Fu giustiziato il 25 novembre 311 e, poiché le Chiese che lo venerano ritengono che fu l'ultima vittima delle terribili persecuzioni che avevano sconvolto la cristianità per quasi dieci anni, fu soprannominato "il Sigillo dei Martiri". Il suo corpo fu dapprima seppellito nel cimitero dei martiri di Alessandria, quindi traslato nella chiesa di Grasse, in Francia.

Il valore teologico degli scritti del santo è confermato dal loro utilizzo nei Concili di Efeso e di Calcedonia.

Culto

La Chiesa cattolica e quella ortodossa lo ricordano il 25 novembre, quella copta il 26 novembre.

Insieme a Pietro sono ricordati nella stessa data i santi vescovi egiziani, martirizzati nel corso della stessa persecuzione in Alessandria d'Egitto, Esichio, Pacomio e Teodoro.

Predecessore: Vescovo di Alessandria d'Egitto Successore: Quadrato trasparente.png
Teona 300-311 Achilla I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Teona {{{data}}} Achilla
Note
  1. Historia Ecclesiastica VII.32.
Bibliografia


Voci correlate
Collegamenti esterni