San Sabas Reyes Salazar
San Sabás Reyes Salazar Presbitero · Martire | |
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Santo | |
Fotografia del santo | |
Età alla morte | 43 anni |
Nascita | Cocula 5 dicembre 1883 |
Morte | Tototlán 13 aprile 1927 |
Ordinazione presbiterale | dicembre 1911 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 22 novembre 1992, da Giovanni Paolo II |
Canonizzazione | 21 maggio 2000, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 13 aprile |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 13 aprile, n. 13:
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San Sabás Reyes Salazar (Cocula, 5 dicembre 1883; † Tototlán, 13 aprile 1927) è stato un presbitero e martire messicano perseguitato durante la Rivolta dei cristeros dal regime del presidente e generale Plutarco Elías Calles.
Biografia
Fu ordinato presbitero nel dicembre 1911, da subito si dimostrò un fervente devoto della Santissima Trinità. Di animo semplice si dedicò con particolare cura alla formazione dei bambini e dei giovani, sia nell'ambito della catechesi, sia nell'insegnamento di scienze, arti e mestieri.
Nel 1926, il presidente del Messico Plutarco Elías Calles (che affermava che "la Chiesa è la sola causa di tutte le sventure del Messico"), emanò un decreto noto come "Legge Calles", con cui metteva in atto l'articolo 130 della Costituzione. La sua accanita politica anticlericale porterà alla sanguinosa rivolta dei Cristeros (1926-1929). Come conseguenza della sua politica anti-cattolica il numero di presbiteri in Messico passò da circa 4.500 prima del 1926, a soli 334 nel 1934. Nel 1935 ben 17 stati messicani non avevano nemmeno un sacerdote nel loro territorio.
Nel 1927 durante uno dei periodi più pericolosi per i sacerdoti, si rifiutò di lasciare Tatotlán dicendo:
« | Mi hanno lasciato qui e qui attendo. Vediamo che cosa determina Iddio. » |
Nella Settimana Santa di quello stesso anno giunsero nel paese le truppe federali alla ricerca del parroco don Francisco Vizcarra e dei suoi assistenti. L'unico presente era padre Sabás Royes Salazar, sul quale si riversò tutto l'odio generato in quella guerra civile: padre Sabás fu catturato e legato a una colonna del tempio parrocchiale, fu torturato per tre giorni, senza acqua né cibo e gli furono bruciate le mani.
Il 13 aprile 1927, mercoledì santo, fu portato dentro il recinto del cimitero, dove fu ucciso a soli 44 anni. Poco prima dell'esecuzione trovò la forza di gridare
« | Viva Cristo Re. » |
Culto
Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 22 novembre 1992. Fu canonizzato il 21 maggio 2000 con Cristóbal Magallanes e [[Santi Martiri Messicani (Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni)|altri 23 compagni martiri, sacerdoti e laici. In quel giorno furono canonizzati anche José María de Yermo y Parres, sacerdote fondatore delle Religiose Serve del Sacro Cuore di Gesù e María de Jesús Sacramentado Venegas, fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù[1]
Note | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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