Sant'Orsola e compagne
Sant'Orsola Vergine · Martire | |
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Santa | |
Vergine | |
Carlo Crivelli, Scomparto di polittico con Sant'Orsola (1473), tempera su tavola; Ascoli Piceno, Cattedrale di Sant'Emidio, cappella del Sacramento | |
Nascita | IV secolo |
Morte | IV secolo |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 21 ottobre |
Santuario principale | Duomo di Colonia |
Attributi | Palma del martirio, freccia, corona, vessillo bianco con croce rossa, mantello con il quale protegge le compagne, barca |
Patrona di | Ordine delle orsoline, ragazze, scolare, orfani |
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Nel Martirologio Romano, 21 ottobre, n. 2:
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Sant'Orsola (IV secolo) è stata una vergine e martire inglese. La leggenda la colloca nel V secolo. È venerata come santa dalla Chiesa cattolica..
Agiografia
Una Passio del X secolo, narra di una giovane bellissima, Orsola, figlia di un re inglese, che accettò di sposare il figlio di un re pagano con la promessa che si sarebbe convertito alla fede cristiana.
Partì con 11.000 vergini per raggiungere lo sposo, prima per mare e poi lungo la via francigena fino a Roma là, Orsola e le sue compagne, furono accolte da Papa Ciriaco, personaggio sconosciuto alla storia. Sulla via del ritorno ci fu l'incontro con gli Unni di Attila e il loro martirio a Colonia.
Orsola fu trafitta da una freccia perché non volle sposare lo stesso Attila. Questa leggenda, comunque, ha una base storica, come ha dimostrato il ritrovamento di una iscrizione presso una chiesa di Colonia. L'iscrizione parla del martirio di Orsola e di altre dieci vergini (divenute 11.000 per un piccolo segno sul numero romano XI), martirio avvenuto probabilmente sotto Diocleziano.
Reliquie
Per comprendere l'origine di questo pittoresco romanzo agiografico, bisogna risalire al ritrovamento delle reliquie e delle lapidi di giovani donne, presso una chiesa dedicata ad alcune Vergini fino allora sconosciute di Colonia, ritrovamento avvenuto nel VIII secolo.
Sulle lapidi figuravano tra gli altri nomi femminili, anche quello di Orsola, una bambina di undici anni, cioè, latinamente, undecimilia. Quell'indicazione di età, a quanto sembra, venne letta come undecimilia, cioè undicimila. Da qui, la storia delle undicimila compagne, e della Principessa d'Inghilterra, che le avrebbe condotte al suo seguito.
Culto
La leggenda di sant'Orsola e delle undicimila vergini, per secoli amata e ripetuta, ha avuto una straordinaria diffusione nel Medioevo ed ha ispirato numerose composizioni letterarie e opere d'arte, fra le quali, celeberrime, quella di Hans Memling a Bruges ed il ciclo pittorico di Vittore Carpaccio, conservato nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia.
Orsola, il cui nome deriva dal latino Ursula che significa forte, fu venerata in tutta Europa, e già dall'VIII secolo si hanno notizie del culto delle undicimila vergini. Orsola divenne la protettrice degli educatori e delle università, dei mercanti di tessuti e dei bambini malati.
Fra il 1200 e il 1500 si diffusero alcune confraternite chiamate navicelle di sant'Orsola, fra le quali, probabilmente, il primo nucleo di quella che sarà la Misericordia di Pisa. Gli adepti si impegnavano a compiere opere buone, partecipavano a messe e preghiere, nella speranza di compiere felicemente, con questi meriti e con la protezione di sant'Orsola, il viaggio verso il Paradiso. Nel 1535 Angela Merici fondò a Brescia l'ordine delle Orsoline, che si dedicò all'istruzione delle fanciulle: per questo è considerata patrona delle maestre.
Si festeggia il 21 ottobre ed è stata la prima patrona della Misericordia di Pisa.
Iconografia
Nell'arte, Orsola è rappresentata in vari momenti della sua vita: il sogno, l'incontro con papa Ciriaco, il viaggio, il martirio. È rappresentata come una principessa, in abiti regali, generalmente con la corona in testa; tra i suoi attributi, la palma del martirio, la freccia che la uccise, un vessillo bianco con croce rossa, come segno di vittoria sulla morte per mezzo del martirio, una barca. Spesso è anche raffigurata secondo lo schema di Maria madre di misericordia: sotto la protezione dell'ampio mantello aperto compaiono dapprima le sue compagne, poi altri personaggi della leggenda, e, infine, anche i membri delle confraternite.
Un'insolita raffigurazione di sant'Orsola nei suoi panni di intercessore si trova a Pisa presso il Museo Nazionale di San Matteo: si tratta di un dipinto su tavola di scuola pisana del 1375 in cui sant'Orsola, la corona sul capo e il vessillo del Popolo di Pisa nella mano sinistra, porge la destra a una personificazione della città (riconoscibile dall'abito, trapunto dell'aquila imperiale) aiutandola ad emergere dalle acque, chiaro riferimento a un'inondazione dell'Arno, di cui la santa avrebbe scongiurato o riparato i danni.
La Misericordia di Pisa possiede quattro raffigurazioni di sant'Orsola: una è una statua lignea che la rappresenta in atteggiamento di preghiera, con la corona in testa e la palma in mano. Un'altra è una tela tardo seicentesca che la rappresenta a mezzo busto con la corona in testa, con il vessillo con la croce ed una freccia che le trafigge la gola. Vi è poi una raffigurazione su ardesia, di epoca incerta, che la rappresenta secondo lo schema di Maria madre di misericordia: sotto un mantello aperto trovano riparo le compagne martiri. Infine, la Misericordia di Pisa possiede un piccolo quadretto seicentesco con la raffigurazione del volto della santa con la corona, il vessillo e la freccia nel collo.
A Vigo di Cadore, nella chiesetta a lei dedicata, si può ammirare un ciclo di pitture murali ben conservato della metà del 1300 ed una sua reliquia (frammento osseo) proveniente da Colonia.
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