Santa Barbara

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Santa Barbara
Laica · Martire
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battezzata
Santa
Vergine
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Robert Campin, Santa Barbara (1438); Madrid, Museo del Prado
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 33 anni
Nascita Nicomedia oggi Ismit o Kocae in Turchia
273
Morte Nicomedia
306
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Fine del
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Santa Barbara
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerata da Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza 4 dicembre
Altre ricorrenze
Santuario principale {{{santuario principale}}}
Attributi Torre (spesso con tre finestre a simboleggiare la Trinità), penne di pavone, palma, corona
Devozioni particolari Invocata contro il fulmine
Patrona di Vigili del fuoco, minatori, marinai, artiglieri, architetti, muratori, campanari, contro i fulmini e le esplosioni
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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{{{Festività}}}
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 4 dicembre, n. 2:
« A Nicomedia, commemorazione di santa Barbara, che fu, secondo la tradizione, vergine e martire. »

Santa Barbara (Nicomedia oggi Ismit o Kocae in Turchia, 273; † Nicomedia, 306) è stata una vergine e martire greca.

Viene venerata come santa e martire dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa Ortodossa.

Benché non vi siano dati certi sulla sua vita, la sua figura è divenuta leggendaria grazie alla Legenda Aurea e il suo culto molto popolare per il fatto di essere considerata protettrice contro i fulmini e le morti improvvise e violente.

Biografia

Nacque nel III secolo d.C. in Asia Minore, in quella che è l'attuale Izmir, porto della Turchia, a quei tempi Nicomedia, per poi trasferirsi a Scandriglia, in provincia di Rieti.

La leggenda vuole che suo padre, Dioscuro, di religione pagana, l'avesse rinchiusa in una torre per proteggerla dai suoi pretendenti. Inoltre, per evitare che utilizzasse le terme pubbliche, egli gliene fece costruire di private. Barbara, vedendo che nel progetto vi erano solamente due finestre, ordinò ai costruttori di aggiungerne una terza, con l'intenzione di richiamare il concetto di Trinità. Quando il padre vide la modifica alla costruzione intuì che la figlia poteva esser diventata cristiana.

La madre di Barbara aveva già abbracciato segretamente la religione cristiana, finendo col rivelare il suo segreto alla figlia. Questa, dopo aver sentito alcune delle preghiere, percepì Gesù all'interno del suo cuore e diventò così cristiana; coinvolse nella sua nuova passione anche la sua amica Giuliana, convincendola a convertirsi e a pregare insieme a lei.

Il padre decise allora di denunciare sua figlia al magistrato romano che, in quei tempi di persecuzione, la condannò alla decapitazione dopo due giorni di atroci torture, prescrivendo che la sentenza venisse eseguita proprio dal padre. Era il 4 dicembre dell'anno 306. Secondo la leggenda, Dioscuro procedette all'esecuzione, ma subito dopo venne ucciso da un fulmine, interpretato come punizione divina per il suo gesto. Con lei soffrì lo stesso martirio anche Santa Giuliana.

Culto

Paternò (Sicilia), Reliquiaro a busto di santa Barbara, argento

Esistono diverse tradizioni sul luogo del martirio e della deposizione del corpo. Una di queste riferisce che il martirio sia avvenuto a Scandriglia e il corpo sia stato poi trasferito a Rieti nel X secolo per metterlo in salvo dalle scorrerie saracene: qui divenne patrona della città e le fu dedicata la cattedrale. Un'altra vuole il martirio avvenuto in Egitto e le reliquie trasferite a Costantinopoli, da dove i veneziani, alla fine del X secolo, le avrebbero portate a Venezia e di lì a Torcello e poi a Murano.

Viene festeggiata dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa il 4 dicembre (data del suo martirio per decapitazione da parte del padre).

È invocata contro la morte improvvisa per fuoco, perciò gli esplosivi e i luoghi dove vengono conservati vengono spesso chiamati "santabarbara" in suo onore. È patrona dei minatori, degli addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi e, più in generale, di chiunque rischi di morire di morte violenta e improvvisa. Molto invocata dai militari, è anche la protettrice della Marina Militare Italiana, dei Vigili del fuoco, delle armi di Artiglieria e dal Genio. È anche la protettrice dei geologi, dei lavoratori nelle attività minerarie e petrolifere, degli architetti, degli artisti sommersi e dei campanari, nonché di torri e fortezze.

Nel culto popolare è uso rivolgersi a Santa Barbara recitando la seguente preghiera: "Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta".

Come patrona delle attività principali del gruppo ENI le è stata dedicata la grande nuova chiesa costruita a San Donato Milanese, quartiere generale del gruppo, per decisione di Enrico Mattei

Alla santa è dedicata la caserma "Santa Barbara" dell'esercito italiano, situata ad Anzio e attualmente sede della Brigata RISTA.

Comuni di cui Santa Barbara è patrona

  • Liguria: Cengio (SV);
  • Lombardia: Parrocchia di Santa Barbara nella città di San Donato Milanese (MI);
  • Lombardia: Pradalunga (BG);
  • Veneto: Pieve di Limana (BL), Agordo (Bl);
  • Toscana: Montecatini Terme (PT), Rio Marina (LI), Roccastrada (Gr);
  • Marche: Barbara (Marche) (AN);
  • Lazio: Barbarano Romano (VT), Colleferro (RM), Fontana Liri (FR), Nettuno (Lazio)|Nettuno (RM), Norma (LT), Rieti (RI), Scandriglia (RI);
  • Campania: Corleto Monforte (SA); Salento; Copersito di Torchiara (SA);
  • Calabria: Amaroni (CZ), Filadelfia (Italia) (VV), Motta San Giovanni (RC), Piane Crati (CS), Marzi (CS);
  • Puglia: Miggiano (LE);
  • Sicilia: Francavilla di Sicilia (ME), Paternò (CT), Sommatino (CL), Tremestieri Etneo (CT);
  • Sardegna:Capoterra (CA), Furtei (CA), Gonnosfanadiga (CA), Olzai (NU), Senorbì (CA), Sinnai (CA), Villacidro (VS), Nureci (OR).
Bibliografia
  • Enciclopedia Tumminelli. Roma, Tumminelli, 1960.
  • Vincenzo Anicito, Imago Barbarae. Paternò, LME - Associazione Gazzetta Rossazzurra, 2006 ISBN 9791280102003
  • Rosa Giorgi, Santi, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, p. 46 - 49 ISBN 9788843596744
Voci correlate
Collegamenti esterni