Santa Kateri Tekakwitha

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Santa Kateri Tekakwitha
Vergine · Laica
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battezzata
Santa
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Santa Kateri Tekakwitha
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 24 anni
Nascita Ossernenon attuale Auriesville, New York
1656
Morte Caughnawaga Canada
17 aprile 1680
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 22 giugno 1980, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione 21 ottobre 2012, da Benedetto XVI
Ricorrenza 17 aprile
Altre ricorrenze 14 luglio (Stati Uniti d'America)
Santuario principale Basilica Sainte-Anne-de-Beaupré Quebec Canada
e
St Francis Xavier Church, Kahnawake, Quebec, Canada
Attributi giglio, tartaruga
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di ecologisti, ambiente, orfani, esiliati, nativi d'America
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Dinastia {{{dinastia}}}
Padre {{{padre}}}
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
Motto reale {{{motto reale}}}
Firma [[File:{{{firma}}}|150x150px]]
Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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{{{Festività}}}
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 17 aprile, n. 15:
« A Sault nel Québec in Canada, beata Caterina Tekakwitha, vergine, che, nata tra gli Indiani nativi del luogo, fu battezzata nel giorno di Pasqua e, benché perseguitata da molte minacce e da vessazioni, offrì a Dio quella purezza che quando non era ancora divenuta cristiana si era già impegnata a conservare. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Santa Kateri Tekakwitha (Ossernenon attuale Auriesville, New York, 1656; † Caughnawaga Canada, 17 aprile 1680) è stata una vergine nativa americana, delle tribù Mohawk-Algonchina.

Biografia

Nata da padre Mohawk e madre algonchina cristiana (sposata a forza dal marito, in seguito ad un'incursione nel suo villaggio), Kateri non fu battezzata subito dalla madre per timore di problemi dovuti alle ostilità dei Mohawk nei confronti dei padri Gesuiti presenti nei dintorni.

Sopravvisse all'epidemia di vaiolo del 1660, che la segnò fisicamente deturpandole il viso e riducendo la sua vista, ma perse i genitori ed il fratellino. Si narra, ma non è certo, che la madre, morta dopo il marito, riuscì a battezzarla, all'età di quattro anni.

Fu adottata dallo zio, che era un capo clan. Come figlia adottiva del capo, ricevette presto moltissime proposte di matrimonio, nonostante i segni del vaiolo. Rendendosi conto che tali proposte erano dovute a motivi politici e sociali le rifiutò sempre, mostrandosi sdegnata all'idea di sposarsi e arrivando a fuggire quando lo zio tentò di darla in sposa ad un giovane guerriero.

Tali rifiuti le costarono diverse condanne e critiche, e la portarono ad essere sfruttata, come punizione, a lavori domestici molto pesanti, meritando così il suo nome (Tekakwitha significa "colei che sposta le cose"). In questo periodo cominciò ad interessarsi al cristianesimo, del quale ricordava gli inni cantati dalla madre, la quale le aveva lasciato anche un rosario.

Nel 1666 il villaggio di Kateri fu attaccato da Alexandre de Prouville, e i suoi abitanti dovettero trasferirsi altrove. Nel nuovo villaggio giunse il padre gesuita Jacques de Lamberville, che predicando il Vangelo fece comprendere a Kateri la sua strada.

Kateri fu battezzata da de Lamberville, nonostante questo l'avesse messa in guardia riguardo le possibili condanne della sua gente, il 18 aprile 1676, giorno di Pasqua, prendendo il suo nuovo nome, pronuncia Mohawk del francese Catherine. I membri del suo villaggio ovviamente la condannarono, incapaci di comprenderla.

Kateri, come la tradizione della sua gente prevedeva, praticava la mortificazione del corpo come via di purificazione, sostenendo che tale pratica le consentisse di imitare Cristo nella crocifissione. Alcune delle sue pratiche furono però abbandonate dopo essere state disapprovate dalla sua migliore amica, Marie Therese, e dal suo confessore.

Statua di santa Kateri Tekakwitha; Quebec City, Basilica di Sant'Anna di Beaupré

Fuggita dal suo villaggio, ricevette nel 1677 la Prima Comunione e il 25 marzo 1679 pronunciò il voto di perpetua verginità.

La sua salute non resse a lungo, e il 17 aprile 1680 morì, pronunciando le parole Jesos Konoronkwa ("Gesù ti amo"). Secondo la tradizione, pochi minuti dopo, miracolosamente, il suo volto brillò e i segni del vaiolo sparirono, rivelando un volto bellissimo.

Pare anche sia apparsa a due persone distinte, poche settimane dopo la morte.

Processo di canonizzazione

Il processo di canonizzazione iniziò nel 1884, in seguito alla miracolosa guarigione di un caso di tigna facciale. Il 3 gennaio del 1943 venne dichiarata venerabile da papa Pio XII, per essere poi dichiarata beata il 22 giugno 1980 da papa Giovanni Paolo II. Canonizzata da Papa Benedetto XVI il 21 ottobre del 2012. È la prima nativa americana a ricevere questi onori. La sua venerazione è particolarmente diffusa tra i nativi cattolici del Nord America.

Voci correlate