Simon Mago

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Giovanni Paolo Lomazzo, San Pietro e la caduta di Simon Mago (1571), affresco; Milano, Chiesa di San Marco

Simon Mago è un personaggio citato in At 8,9-24 e ripreso dalla letteratura apocrifa dei primi secoli.

Assai problematico è ricostruirne la figura storica, contaminata da numerose notizie leggendarie.

Samaritano di origine, avrebbe appreso l'arte della magia ad Alessandria d'Egitto.

Gli Atti degli Apostoli riferiscono che il diacono Filippo, andato a predicare in Samaria, incontrò il mago Simone, molto conosciuto per i suoi prodigi ed incantesimi. Questi volle farsi battezzare da Filippo e divenne anche un suo fedele compagno.

Quando gli apostoli Pietro e Giovanni a loro volta si recarono in Samaria, il mago Simone chiese di concedergli, dietro una buona ricompensa in denaro, il potere di conferire lo Spirito Santo.

L'apostolo Pietro respinse indignato la richiesta, invitandolo a pentirsi per quanto aveva proposto.

Negli scritti posteriori

Secondo una tradizione, il mago avrebbe poi voluto sfidare Pietro, levandosi in volo a Roma, ma sarebbe precipitato sulla via Sacra.

Si autoproclamò "figlio di Dio ed emanazione del Pleroma" (ossia l'Unità indistinta originaria delle concezioni gnostiche). Aveva anche affermato che una tale Elena, ex prostituta di Tiro, fosse Ennonia, cioè il primo concetto scaturito dalla mente divina e madre universale, attraverso cui avevano avuto origine gli Eoni e gli angeli.

Sosteneva che la sua missione era quella di liberare il mondo dal governo dei cattivi angeli, tra cui annoverava lo stesso Dio dell'Antico Testamento.

Inoltre affermava (come altri pensatori gnostici) la teoria docetista secondo cui Gesù avrebbe partecipato soltanto della natura divina e non anche di quella umana, per cui l'episodio della sua morte sulla Croce sarebbe stata solo apparenza. Per queste sue teorie Simon mago venne definito "il padre di tutte le eresie".

La simonia

Dall'episodio che lo vide protagonista, prende nome la pratica della Simonia, cioè della vendita e dell'acquisto di beni spirituali in genere, ed in particolare delle cariche ecclesiastiche.

Nella letteratura

Dante Alighieri dedica a questo personaggio alcune terzine dell'Inferno, al canto XIX vv.1-6, e lo colloca nel girone infernale dei fraudolenti.

« O Simon mago, o miseri seguaci
che le cose di Dio, che di bontade
deon essere spose, e voi rapaci

per oro e per argento avolterate,
or convien che per voi suoni la tromba,
però che nella terza bolgia state.
 »

Parafrasi: O Simone Mago, o disgraziati seguaci, che i beni di Dio, i quali dovrebbero essere concessi solo a chi è buono, voi, invece, avidi, date in adulterio per denaro, ora bisogna che la tromba suoni per voi, perché state nella terza bolgia.

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