San Sofronio di Gerusalemme

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San Sofronio di Gerusalemme
Patriarca
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 89 anni
Nascita Damasco
550 ca.
Morte Gerusalemme o Alessandria
11 marzo 639
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti Patriarca di Gerusalemme
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° vescovo di Roma
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Extra San Sofronio di Gerusalemme
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 11 marzo
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
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Erede
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Nomi postumi
Altri titoli
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 11 marzo, n. 4:
« A Gerusalemme, san Sofronio, vescovo, che ebbe per maestro e amico Giovanni Mosco, con il quale visitò i luoghi del monachesimo; eletto dopo Modesto vescovo di questa sede, quando la Città Santa cadde nelle mani dei Saraceni, difese con forza la fede e l'incolumità del popolo. »

San Sofronio di Gerusalemme, (in greco: Σωφρονιος, Sophronios, in latino: Sophronios) (Damasco, 550 ca.; † Gerusalemme o Alessandria, 11 marzo 639), è stato un teologo, vescovo e patriarca assiro. Si è tramandato il ricordo di un Sofronio, erudito e monaco, autore di opere agiografiche e liturgiche, amico di Giovanni Mosco e quello di Sofronio patriarca di Gerusalemme dal 634 al 638. Sin dagli studi di P. Siméon Vailhé degli inizi del novecento la critica, pur con alcuni dubbi, è favorevole a ritenere si tratti della stessa persona. Cosa che pure la Chiesa riconosce, come indica il martirologio.

Cenni biografici

Nacque a Damasco a metà del VI secolo. Dopo essere stato maestro di retorica, si ritirò a vita monastica nella laura di san Teodosio presso Gerusalemme. Qui si legò di profonda amicizia con Giovanni Mosco e con lui visitò molti santuari e monasteri di Palestina, Sinai, Egitto. Per dieci si stabili sul monte Sinai. Nel 594 fu di nuovo in Palestina e qui rimase fino al 603 quando le minacce dei Persiani ai confini della regione lo spinsero a partire di nuovo assieme al compagno Giovanni. Furono in Frigia, Antiochia, Tarso in Cilicia e Seleucia per poi tornare una seconda volta al Alessandria, qui i due compagni ebbero ottime relazioni coi patriarchi Eulogio e con il suo successore Giovanni Elemosinario impegnandosi a fondo nella conversione dei monofisiti. Nel 614 i Persiani conquistarono la Palestina e i due monaci si rifugiarono a Roma, dove rimasero fino al 619 anno della morte del Mosco. Sofronio ne curò il trasporto della salma al monastero di san Teodosio. Intervenne vigorosamente nella controversia monotelita disputando in persona coi patriarchi Ciro di Alessandria e Sergio di Costantinopoli e componendo un'ampia opera contro il monotelismo, ora perduta.

Tornato in Palestina fu eletto patriarca di Gerusalemme, patriarcato che resse dal 634 fino alla sua morte. In quello stesso anno tenne un sinodo locale in cui si redasse una lettera sinodale indirizzata alle patriarchi, dovi li si informava della sua elezione e li si invitava a combattere l'eresia monotelita. Poco prima della sua morte ottenne che il califfo Omar ibn al-Khattab, conquistatore della Palestina si recasse nella città santa come pellegrino e non come conquistatore.

Opere

Sofronio svolse una intensa attività letteraria anche fuori del campo dogmatico-polemico. Di lui abbiamo oltre a dieci omelie tenute in occasione delle feste della Presentazione al tempio, dell'Annunciazione, per il Natale, per l'Esaltazione della Santa Croce, una narrazione della vita e dei miracoli dei santi martiri Ciro e Giovanni, per gratitudine verso i santi taumaturghi per la sua guarigione da cecità[1] e venti poemi in versi anacreontici.

Predecessore: Patriarca di Gerusalemme Successore: Arcbishoppallium.png
Modesto I 634 - 638 vacante I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Modesto I {{{data}}} vacante
Note
  1. A Menouthis, distante circa due miglia da Canopo nel delta del Nilo, sorgeva un tempio in onore della dea Iside, distrutto in era cristiana. La distruzione del tempio non riuscì a spegnere completamente l'antico paganesimo. San Cirillo di Alessandria, per raggiungere questo scopo, pensò di fondarvi un santuario in onore dei santi martiri Ciro e Giovanni, traslandovi le reliquie. La traslazione avvenne in forma solenne e lo stesso Cirillo durante la cerimonia prese alcune volte la parola pronunziando sermoni che sono arrivati a noi. La chiesa acquistò un'importanza di prim'ordine nel VI secolo, importanza dovuta alle guarigioni che vi avvenivano, divenendo, nel contempo, uno dei più celebri santuari del mondo orientale.
Fonti

Patrologia Greca online

Bibliografia
  • Tommaso da Villanueva, in Il Grande libro dei Santi, s.v., 1998, vol. 3, p. 1813 ss.
  • Silvio Giuseppe Mercati Enciclopedia Italiana, 1936, online
Collegamenti esterni