Stanislao Medolago Albani

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Stanislao Medolago Albani
Laico
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 69 anni
Nascita Bergamo
30 luglio 1851
Morte Bergamo
3 luglio 1921
Sepoltura Cappella di famiglia del cimitero di Medolago[1].
Conversione
Appartenenza Diocesi di Bergamo
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Ordinato diacono
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Stanislao Medolago Albani (Bergamo, 30 luglio 1851; † Bergamo, 3 luglio 1921) è stato un esponente di spicco del movimento cattolico in Italia.

Biografia

La formazione

Nacque a Bergamo il 30 luglio 1851. Il padre, conte Gerolamo († 1855), apparteneva a un'antica famiglia nobiliare. La madre Benedetta († 1851), nipote del pensatore cattolico savoiardo Joseph de Maistre (1753-1821), morì pochi giorni dopo il parto. Gerolamo sposò in seconde nozze la sorella di lei, Filomena de Maistre, il 10 maggio 1855, e morì per un'infenzione colerica appena quattro mesi dopo. Cresciuto a Bergamo e nel piccolo paese di Medolago[2]. sotto le cure della seconda mamma, Stanislao ebbe come primo maestro don Giovanni Torri, canonico di Calusco, un paese distante quattro chilometri da Medolago. Subì inoltre l'influenza benefica del vescovo di Bergamo, mons. Pier Luigi Speranza (1801-1879), e di quello di Poitiers, in Francia, mons. Charles-Louis Gay (1815-1892), che incontrò durante i viaggi oltralpe con mamma Filomena, nella casa dove risiedevano i nonni materni.

Medolago visse la propria giovinezza nel periodo in cui il nuovo Stato unitario cercava in ogni modo di ostacolare l'influenza culturale della Chiesa sulla società italiana. I cattolici rispondevano organizzando il paese reale, ancora profondamente cristiano, attraverso diversi organismi, identificati globalmente con il termine movimento cattolico. Nel 1868, all'età di diciassette anni, il giovane Medolago divenne presidente del Circolo San Luigi della Gioventù Cattolica Italiana e segretario della Società per gli Interessi Cattolici, sempre a Bergamo.

Alla guida del movimento cattolico bergamasco

Medolago si trovò dunque a fronteggiare il liberalismo, anche all'interno della Chiesa[3]. Al contempo Medolago si dedicò intensamente alla soluzione della questione sociale, consapevole del fatto che, senza un'adeguata risposta del mondo cattolico, i guasti provocati dalla soppressione del sistema corporativo e dell'industrializzazione avrebbero favorito sempre più l'ascesa del Socialismo.

A Bergamo il Circolo Operaio San Giuseppe, ideato e guidato da Medolago, in dieci anni arrivò a contare millecinquecento iscritti. Pur essendo particolarmente ligi nell'osservanza del non expedit[4], a partire dal 1875 i cattolici bergamaschi parteciparono invece alle elezioni amministrative. L'apposito Comitato diocesano dovette vincere la pigrizia organizzativa di molti parroci e l'indifferenza di numerosi fedeli prima di ottenere lusinghieri esiti elettorali: le elezioni parziali del giugno 1880 videro l'elezione di Medolago a consigliere comunale di Bergamo. I migliori risultati a Bergamo si sarebbero ottenuti nel 1887/1888, in occasione delle elezioni per il rinnovo dei consigli comunale e provinciale.

Nell'Opera dei Congressi

Il 28 aprile 1882 Medolago venne chiamato a far parte del Comitato generale permanente dell'Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici, assumendo così, oltre agli incarichi nella propria città natale, ulteriori impegni a livello nazionale, in particolare la presidenza, in seno alla stessa Opera dei Congressi, della sezione di Economia Sociale Cristiana, fondata nel 1884.

Determinante fu la collaborazione con Giuseppe Toniolo (1845-1918, oggi beato). I due promossero la nascita e il consolidamente di casse rurali, società di mutuo soccorso, cooperative, unioni professionali, leghe operaie e contadine, attorno alle parrocchie e nei luoghi di lavoro.

Nel 1885 Toniolo e Medolago diedero vita all' Unione Cattolica Italiana per gli Studi Sociali e, sempre insieme, affrontarono la grave crisi che investì il movimento cattolico italiano verso la fine del secolo, in seguito alla diffusione, all'interno dell'Opera dei Congressi, del movimento democratico cristiano, guidato da don Romolo Murri (1870-1944).

Toniolo e Medolago da un lato non concessero nulla, dal punto di vista dottrinale, alle richieste dei democratico-cristiani. Dall'altra, non aderirono neppure alla posizione, sostanzialmente immobilista di fronte alla questione sociale, dell'allora presidente generale dell'Opera, conte Giovanni Battista Paganuzzi (1841-1923), con il quale entrarono anche in contrasto per la sua gestione accentratrice del movimento cattolico.

Dopo la soppressione dell'Opera dei Congressi

Quando, nel 1904, la Santa Sede soppresse l'Opera dei Congressi, la sezione economico-sociale fu anche l'unica a rimanere in vita, giacché Medolago Albani e Toniolo continuavano a godere della fiducia e dell'amicizia del papa, san Pio X (1903-1914). In quegli anni a Bergamo, soprattutto per iniziativa di Medolago, nacque la Scuola Sociale, che ricevette dal Papa lo speciale privilegio del conferimento della laurea dottorale.

Dopo la ristrutturazione del movimento cattolico italiano voluta dal Papa, Medolago guidò l'Unione Economico-Sociale. Dopo la morte di Pio X e lo scoppio della prima guerra mondiale (1914-1918) uscì progressivamente dalla scena nazionale, anche perché emarginato dai nuovi dirigenti cattolici. Dedicò le residue energie al movimento cattolico della sua città, dove la Scuola Sociale fu elevata da papa Benedetto XV (1914-1922) a Istituto Pontificio di Scienze Sociali.

Medolago Albani morì a Bergamo il 3 luglio 1921, lasciando la moglie, Maria Luisa Callori di Vignale, sposata il 18 giugno 1873, e tre figli: Benedetta, religiosa delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù della Verzeri, Gerolamo e Pio Leone; un quarto, Federico, era morto di tifo all'età di diciassette anni. Stanislao fu sepolto nella Cappella di famiglia del cimitero di Medolago[1].

Note
  1. 1,0 1,1 Cristina Reduzzi 2014, op. cit.
  2. Medolago è un comune italiano di 2.394 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia. Situato nell'Isola bergamasca dista circa sedici chilometri a ovest dal capoluogo orobico
  3. Si vedano alcune sue affermazioni, come la seguente, riferita da Invernizzi: "Tra i nemici della Chiesa quelli che più hanno nuociuto non sono gli uomini franchi, sinceri anche nei loro odii, ma i dissimulati e furbi. Sono più ancora i moderati per natura, di cui i violenti si sono ordinariamente serviti di scudo. Quante volte questi pacificatori ad oltranza ci sono venuti innanzi col ramo di olivo, predicando la riconciliazione e l'intesa, ma a condizione che i cattolici ne pagassero tutte le spese [...]. E ciò che rendeva questo modo di fare anche più pericoloso è di avere trovato nelle file dei cattolici tutto un partito sempre pronto ad accoglierli".
  4. Con questa espressione si indica il divieto, per i cattolici italiani, di partecipare alle elezioni politiche, emanato dalla Santa Sede nel 1868.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni