Utente:Giancarlo Rossi-Fedele/Lingua araba

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La lingua araba (الْعَرَبيّة al-ʿarabiyyah o semplicemente عَرَبيْ ʿarabī) è una lingua semitica, del gruppo centrale.

Storia

La scrittura dell'arabo classico si sviluppò dalla forma tardo-nabatea dell'aramaico. L'alfabeto aramaico dei Nabatei arabi, con la loro capitale Petra, è il precursore della scrittura araba. La scrittura dei graffiti arabi era soprattutto aramaica o nabatea. Secondo Il Kitab al-Aghani («Il libro dei canti») tra i primissimi inventori della scrittura araba ci furono due cristiani di al-Hīra (Zaid Ibn Bammad e suo figlio). A Zabad (a sud-ovest di Aleppo) sono state trovate delle iscrizioni cristiane in tre lingue, siriano, greco e arabo, degli anni 512-513 d.C., finora le più antiche testimonianze scoperte della scrittura araba.

È evidente come i cristiani arabi abbiano giocato un ruolo nella storia della lingua araba nel VI secolo. I testi più antichi di un arabo «classico» risalgono al III secolo d.C. e presto si sviluppò una poesia araba straordinariamente artistica in ambito semitico. È certo che la lingua e la scrittura araba furono ulteriormente sviluppate alla corte di Hīra, quella città araba sulla riva occidentale dell'Eufrate del Sud, la cui sede vescovile è spesso citata, che fu un grande centro cristiano ancora prima di Nağrān nell'Arabia del Sud: qui si studiava l'arte dello scrivere, molto prima che fosse praticata in generale nel resto della penisola arabica. L'arabo fu infine fondamentale per il senso di unità e di identità degli arabi.

La lingua araba ha preso a "prestito" da altre lingue non solo le parole profane, come ad esempio il termine qasr (da latino castrum «accampamento», «cittadella»), bensì anche parole che sono state molto rilevanti per il Corano e per l'uso della lingua: così la parola qalam (dal greco kalamos), che significa «calamo» attraverso il quale Dio ha insegnato agli uomini ciò che essi prima non sapevano. Dalle fonti semitico-ebraiche o Cristiane derivano:

  • sīrat = «il giusto cammino», «guida del cammino» (dal latino strata, «strada lastricata») che si trova in posizione centrale già nelle sure di apertura del Corano;
  • sūra = «un pezzo di scrittura»;
  • rabb = «Signore» (nel Corano riservato solo a Dio);
  • 'abd = «servo» (nel Corano riservato solo al servizio di Dio);
  • ar-rahmān = «il Clemente» (due volte programmaticamente nelle sure di apertura, assieme alla parola dal suono simile ar-rahim = il Misericordioso).

Il siriaco qeryqānā (= «lettura» nella liturgia) dimostra un legame con il nome al-Qur'ān (attraverso il verbo affine qara'a «leggere ad alta voce»). Ma ancora più importante: la parola che il Corano conosce per il solo e unico Dio fu utilizzata in arabia già prima di Muhammad per il massimo Dio («il Dio superiore»): Allāh (il padre di Muhammad si chiamava per esempio «servo di Allāh» = 'abd Allāh) risultò, se è di origine puramente araba, dalla contrazione al-ilān, cioè «il Dio». Secondo altri autori, però, esso potrebbe aver avuto anche un'origine non araba, ma generalmente semitica (reminiscenze dell'ebraico elohim dell'antico siriaco alaha = «il Dio»). Ad ogni modo, ancor oggi gli ebrei, i Cristiani e i musulmani, in arabo non conoscono alcuna altra parola per Dio che Allāh, e per questo Allāh va semplicemente tradotto con «Dio».

Alfabeto

L'alfabeto arabo consiste di 28 consonanti, più un grafema particolare (hamza) e alcuni simboli grafici particolari. Tre di queste consonanti hanno un valore semi-consonantico (o semi-vocalico, se si preferisce), servendo anche a indicare l'allungamento degli unici tre suoni vocalici esistenti nell'arabo classico (fuṣḥa):

  • a → ا
  • u → و
  • i → ي

In realtà nei vari dialetti ('amma) i suoni vocalici "e" e "o" trovano appieno accoglienza.

Questo rende particolarmente ardua la soluzione della traslitterazione in alfabeto latino perché, se in arabo classico il nome "Muhammad" prescriverebbe l'uso appunto delle vocali "u" e "a", nel parlato ciò non è detto avvenga. Si avrà allora (in modo perfettamente legittimo) "Mohammed" o, addirittura (rispettando la realtà fonetica di certe aree arabofone) "M'hammed". Meno corretto – ma non in maniera dirimente – mescolare le cose e creare ad esempio "Muhammed" o "Mohammad".

Spesso si preferisce, per uniformità, usare con coerenza il sistema "classico", comunemente chiamato "arabo letterario". Questo per evitare le varietà fonetiche che si presentano numerose, a seconda delle nazioni arabofone.

La stessa cosa vale per l'articolo determinato arabo "al-" che, con circa metà delle lettere dell'alfabeto, assimila la prima consonante che incontra mentre resta invariato con le restanti lettere.

Le lettere che assimilano l'articolo sono dette lettere "solari" e sono, ﺕ (ta), ﺙ (tha), ﺩ (dal), ﺫ (dhal), ﺭ (ra), ﺯ (zay), ﺱ (sin), ﺵ (shin), ﺹ (sad), ﺽ (dad), ﻁ (ta), ﻅ (za), ﻝ (lam) ﻥ (nun); quelle che non lo assimilano sono chiamate lettere "lunari" e sono ﺍ (alif), ﺏ (ba), ﺝ (gim), ﺡ (ḥa), ﺥ (kha), ﻉ (ʿayn), ﻍ (ghayn), ﻑ (fa), ﻕ (qaf), ﻙ (kaf), ﻡ (mim), ﻩ (ha hafifa), ﻭ (waw), ﻱ (ya). Si avrà così "ash-shams" (il sole), "ar-rajul" (l'uomo), "an-nūr" (la luce) ecc; mentre si avrà "al-qamar" (la luna), "al-kitāb" (il libro), "al-bint" (la ragazza), ecc.

Le vocali brevi (a, u, i) sono indicate da tre diversi segni posti sopra o sotto la consonante che precede immediatamente quella vocale, con un piccolo tratto obliquo soprastante la "a" (detto fatha), con uno identico ma sottostante la "i" (detto kasra) e con una sorta di piccolo nove, con coda più accentuata, soprastante la "u" (detto damma).

Tra i simboli particolari appartenenti alla scrittura araba troviamo:

  • Sukun: è un cerchietto posto sopra una lettera e indica l'assenza di vocalizzazione della lettera stessa.
  • Shadda: un segno simile alla lettera greca "ω" posto in orizzontale sopra una lettera e ne indica il raddoppiamento.

La lingua araba si scrive da destra verso sinistra. Le 28 lettere che compongono l'alfabeto hanno 4 forme differenti a seconda che si trovino all'inizio di una parola, in mezzo, alla fine o isolate.

Solo 6 lettere non legano a sinistra con le altre e perciò hanno solo la forma iniziale. Esse sono:

  • Alif: ا
  • Ra: ر
  • Zai: ز
  • Dal: د
  • Dhal: ذ
  • Waw: و

Esistono altri "simboli" particolari che sono costituiti dall'unione di 2 lettere o caratteri:

  • la lam-alif لا nata dall'incontro appunto di una Lam (ل ) e un'Alif (ا );
  • l'Alif madda (آ) composta da un'alif con una linea ondulata al di sopra ed è come se fosse un'alif seguita da un'altra alif (il suono che rappresenta è una A lunga);
  • l'Alif wasla composta da un'alif con una specie di ricciolo al di sopra di essa; in corpo di frase non viene pronunziata;
  • L'Alif maqsura ( ى ) che ha il suono di una "a" lunga posta in fine di parola.

Esistono vari sistemi di traslitterazione dall'arabo.

La lingua araba è la lingua ufficiale nei Paesi che aderiscono alla Lega Araba ed è considerata lingua sacra per essere stata impiegata nel Corano, testo sacro della religione islamica a cui aderisce più di un miliardo di musulmani.

Alfabeto arabo
ص
ṣād
ش
šīn
س
sīn
ز
zāī
ر
rāʼ
ذ
ḏāl
د
dāl
خ
ḫāʾ
ح
ḥāʾ
ج
ǧīm
ث
ṯāʼ
ت
tāʼ
ب
bāʼ
ا
ʾalif
ي
yāʼ
و
wāw
ه
hāʼ
ن
nūn
م
mīm
ل
lām
ك
kāf
ق
qāf
ف
غ
ġayn
ع
ʿayn
ظ
ẓāʼ
ط
ṭāʼ
ض
ḍād
Lettere aggiuntive: ة
tāʼ marbūṭa
لا
lāmalif
ء
hamza
traslitterazione dall'arabo
storia dell'alfabeto arabo
Segni diacritici (arakāt): َ
fatḥa
ِ
kasra
ُ
ḍamma
ّ
shadda
ْ
sukun
numerazione abjad
calligrafia islamica

Dialetti

Nel mondo arabo si parlano molte varianti dialettali della lingua araba, spesso molto diverse tra loro.

Mentre esiste un arabo ufficiale standard che viene usato per la comunicazione scritta e in situazioni formali, per la comunicazione informale vengono usati sempre i dialetti.

Alcuni di questi dialetti sono solo parzialmente comprensibili per arabi che vengono da regioni diverse.

In particolare i dialetti del Maghreb sono considerati molto diversi dall'arabo standard. Mentre le persone di buon livello culturale sono in genere capaci di esprimersi nell'arabo ufficiale, la maggioranza degli arabi usano generalmente solo il proprio dialetto locale.

Al giorno d'oggi il dialetto egiziano e siriano sono probabilmente i più conosciuti nel mondo arabo, grazie alla grande popolarità della filmografia egiziana e siriana.

Nozioni di grammatica

La frase nominale è formata da un soggetto e da un predicato. Il soggetto può essere un nome o un pronome, mentre il predicato può essere un aggettivo, un pronome, un nome preceduto da preposizione o anche una frase stessa.

In arabo fra il soggetto e il predicato non si usa il verbo essere, che è sottinteso.

Quindi una frase come "Dove sei?" si tradurrà "Dove tu?" (ayna anta?) oppure "chi è lui?" diventa "Chi lui?", man huwa?.

In arabo esiste un solo articolo, determinativo, invariabile per tutti i generi e numeri, che è "al-". L'articolo si attacca alla parola, di modo che il libro sarà al-kitab.

Le lettere lunari dell'alfabeto, ovvero quelle labiali e gutturali, prendono l'articolo così com'è, mentre tutte le altre lettere, chiamate anche solari, prendono l'articolo con una variante: perdono la Lam dell'articolo e la prima lettera della parola si raddoppia.

Esempio: shams = sole, ash-shams = il sole.

Anche l'arabo come alcune altre lingue ha le desinenze per esprimere la funzione all'interno della frase: la ḍamma (ـُ /u/) è per il nominativo (soggetto), la fatḥa (ـَ /a/) per l'accusativo, ovvero il complemento oggetto e infine la kasra (ـِ /i/) per il caso obliquo (per i complementi).

In particolare il caso obliquo è importante per la costruzione dello stato costrutto, quello che in italiano potrebbe essere definito come complemento di specificazione.

Esempio: il libro del ragazzo, kitabu al-waladi, il primo termine, ossia "il libro", non prende mai l'articolo pur essendo determinato e al caso nominativo (notare la -u a fine parola), mentre il secondo termine "del ragazzo" prende l'articolo e il caso obliquo( nota la -i).

In una catena di casi obliqui, ad esempio "il libro della figlia del maestro", solo l'ultimo termine prenderà l'articolo: kitabu binti al-mu'allimi

Cenni di fonologia

La pronuncia dell'arabo si differenzia notevolmente nei vari Paesi in cui è parlato e anche all'interno di essi. Esiste però una forma considerata standard, chiamata Arabo moderno standard. In questa forma la lingua araba comprende 5 fonemi vocalici e 28 consonantici:

Nota: tutti i simboli indicati tra due barre rappresentano suoni IPA (Alfabeto Fonetico Internazionale).

  • Suoni vocalici
    • vocali semplici: / i /, / u /, / a /  (tutte con suono corto o lungo)
    • dittonghi: / aj /, / aw /  (simili ma non uguali ai dittonghi ai e au)
  • Consonanti
  Labiali Interdentali Dentali / Alveolari Palatali Velari Uvulari Farin-
gali
Glottali
semplici enfatiche
Nasali م m   ن n            
Occlusive sorde     t̪ˁ   k q   ء ʔ
sonore b   d̪ˁ dʒ~g1      
Fricative sorde ف f ث θ s ش ʃ x~χ4 ħ h
sonore   ذ ð ز z ظ ðˁ~zˁ   غ ɣ~ʁ4 ع ʕ  
Approssimanti     ل l2   ي j و w  
Vibranti     ر r            

Quasi tutte le consonanti possono essere corte o lunghe (geminate). La pronuncia enfatica si realizza avvicinando la parte posteriore della lingua alla faringe.

Non esistono in arabo i suoni vocalici / o / ed / e / e i suoni consonantici / p /, / v / e / ʧ / (c di cera), se non in alcune parole importate da altre lingue.

L'arabo come lingua ufficiale negli organismi internazionali

L'arabo è una delle lingue officiali dell'ONU, nonché della Lega araba.

Premi Nobel per la letteratura di lingua araba

Bibliografia
Dizionari
  • Eros Baldissera, Il dizionario di arabo, Zanichelli, Bologna, 2004
  • Renato Traini, Vocabolario arabo-italiano, I.P.O., Roma, 1993

Dialetti arabi moderni:

  • Marcelin Beaussier, Mohamed Ben Cheneb, Albert Lentin, Dictionnaire pratique arabe-français, Paris, Ibis Press, 2007 - ISBN 9782910728557
Grammatiche
  • Agnese Manca, Grammatica teorico-pratica dell'arabo letterario moderno, Associazione Naz. Amicizia Italo-Araba, Roma, 1989
  • Laura Veccia Vaglieri, Grammatica teorico-pratica della lingua araba, I.P.O., Roma, 1937
  • Claudia M. Tresso, Lingua araba contemporanea - Grammatica ed esercizi, Hoepli, 1997

Dialetti arabi moderni:

  • Olivier Durand, Introduzione ai dialetti arabi, Milano, Centro Studi Camito-Semitici, 1995
Voci correlate
Collegamenti esterni