Libro dei Giudici
Libro dei Giudici | |
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Guido Reni, Sansone vittorioso, 1611 - 1612;Bologna, Pinacoteca Nazionale | |
Sigla biblica | Gdc |
Lingua originale | ebraico |
Autore | Anonimo |
Luogo edizione | Giudea |
Ambientazione Geografica | Terra Santa |
Ambientazione Storica | XIII secolo a.C. - XI secolo a.C. |
Personaggi principali: | |
Il libro assume il nome dai protagonisti chiamati appunto Giudici che erano dei capi militari e civili suscitati da Dio, in determinate occasioni, per liberare alcune tribù israelitiche dall’oppressione dei popoli confinanti.
Il termine Giudici, in ebraico, ha più significati e tra questi anche governatori e in certi casi anche salvatori.
Non si può con esattezza pronunciarsi sulla composizione del libro, anche se, pur non avendo una data precisa, gli studiosi ci riferiscono che l’insieme delle tradizioni lo fanno risalire circa al 1200 e il 1020 a.C., essendo questa la data della costituzione della monarchia in Israele. È possibile però dedurre l’esistenza di racconti e tradizioni orali anteriori alla stesura del libro per opera di alcune tribù e clan che riguardavano episodi, successi, sventure (di carattere bellicoso, epico, folkloristico e religioso-politico) dei grandi giudici: Eud, Debora e Barak, Gedeone, Iefte, Sansone.
Suddivisioni
Si può suddividere il libro dei Giudici in tre parti:
- capitoli 1,1-2,5: in cui si narra l’occupazione lenta, difficile, parziale ed eseguita in modo disordinato della Terra Promessa da parte delle varie tribù e i capitoli 2,6-3,6 in cui si narra l’infedeltà di Israele verso il suo Dio;
- capitoli 3,7-16,31: in cui vengono narrati alcuni episodi che riguardano singoli Giudici;
- capitoli 17-21: suddivisi in due appendici che mostrano la situazione di anarchia in Israele prima dell’instaurazione monarchica. Un’appendice narra le origini del Santuario di Dan e la migrazione dei Daniti (capitoli 17-18); la seconda racconta la deplorevole condotta degli abitanti di Gabaa e la guerra che le tribù fecero contro Beniamino che si rifiutava di punire i colpevoli (capitoli 19-21).
Il libro dei Giudici è un’opera suscitata dalla fede d’Israele. Il popolo ha un’unica convinzione: Dio lo sostiene nei momenti difficili. Israele è consapevole di aver fatto ciò che è male agli occhi del Signore (2,11; 3,7.12; 4,1; 6,1; 10,6; 13,1) di aver abbandonato il Signore per servire Baal e le Astarti (2,1.13; 3,7; 10,6). Israele, però, conosce anche profondamente l’infinita pazienza di Dio: gridarono al Signore (3,9.15; 4,3; 6,6;10,10) il quale risponde alla supplica, suscitando degli uomini liberatori animati dallo Spirito (3,10; 6,34; 11,29; 13,25; 14,6.19; 15,14). Questi Giudici sono la prefigurazione del re che, con lo Spirito del Signore, deve dirigere il popolo con giustizia; ma nello stesso tempo il re è la prefigurazione del Messia sul quale sarebbe disceso lo Spirito dai molteplici doni (11,2).
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