Utente:Quarantena/Basilica di San Carlo al Corso (Milano)

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Nota di disambigua - Se stai cercando altri significati del nome San Carlo, vedi San Carlo (disambigua).
San Carlo al Corso
Milano chiesa San Carlo al Corso.jpg
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Lombardia
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lombardia
Comune Stemma Milano
Località Centro storico
Diocesi Arcidiocesi di Milano
Religione Cattolica di Rito ambrosiano
Indirizzo Piazza San Carlo
(Corso Vittorio Emanuele - Piazza San Babila)
Telefono 02-7733021
Fax 02-799433
Posta elettronica info@sancarloalcorso.it
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Basilicale
Dedicazione San Carlo Borromeo
Sigla Ordine qualificante O.S.M.
Sigla Ordine reggente O.S.M.
Architetto Carlo Amati,
Filippo Pizzigalli
Stile architettonico neoclassico
Inizio della costruzione 1832
Completamento 1847
Data di consacrazione 1847
Strutture preesistenti Chiesa santa Maria de' Servi e
convento sede milanese dell'Ordine dei Serviti
Coordinate geografiche
45°27′59″N 9°11′47″E / 45.466351, 9.196259 bandiera Italia


La Basilica di San Carlo al Corso è una chiesa neoclassica del centro di Milano, situata nell'omonima piazza, a lato di Corso Vittorio Emanuele, subito dopo piazza San Babila.

Costruzione

Fu costruita in sostituzione della chiesa medievale di Santa Maria dei Servi, costruita nel 1317 e dell'antico convento sede milanese dell'Ordine dei Serviti, costruito fin dal 1290 e soppresso da Napoleone nel 1799. La demolizione della precedente chiesa si era resa necessaria attorno al 1830 nel quadro delle modifiche all'assetto urbanistico del centro storico di Milano. Fra l'altro si era deciso di allargare l'antica Corsia dei Servi che collegava la Porta Orientale con il Duomo di Milano, realizzando quella via cui dopo l'Unità d'Italia si diede il nome di Corso Vittorio Emanuele, e poiché la chiesa di "Santa Maria dei Servi" sporgeva sulla strada, si era decisa di demolirla per fare spazio ad una piazza e ad una chiesa più imponente. L'edificio attuale è un bell'esempio di stile neoclassico, ispirato al Pantheon romano, con significative somiglianze con la chiesa di San Francesco da Paola a Napoli, col colonnato di piazza del Plebiscito.

L'architetto fu il monzese Carlo Amati (1832), autore anche del progetto definitivo della facciata del Duomo di Milano, anche se il cantiere fu effettivamente guidato nel 1838-1847 dell'architetto Filippo Pizzigalli. La Basilica, con annesso il nuovo convento dei Serviti, fu realizzata in ringraziamento della cessazione di un'epidemia di colera, e dedicata a San Carlo Borromeo, il grande Cardinale milanese, che si era prodigato per gli appestati durante le grandi epidemie di peste del XVI secolo.

L'intervento urbanistico, risalente agli anni tra il 1814 e il 1847, creò un edificio a pianta circolare, preceduto da una bella piazza porticata e introdotto da un pronao su colonne corinzie. Nel progetto originario, al sagrato della chiesa avrebbe dovuto corrispondere, sull'altro lato della strada, un'esedra porticata.

L'esterno

L'esterno della chiesa (Carlo Amati)

L'esterno risalta per un colonnato frontale, che si estende ai lati formando una piazza quadrata, aperta sul Corso Vittorio Emanuele, composta da 36 grandi colonne monolitiche in granito di Baveno, poste su un'ampia gradinata.

Come nel Pantheon romano, il portico frontale d'ingresso ha otto colonne (ottàstilo).

L'enorme cupola a tutto sesto è opera dell'architetto Felice Pizzagalli, che riuscì a costruirla senza armature. E' alta 36,90 metri, è decorata con classici lacunari ottagonali, insiste sopra una struttura cilindrica (tamburo), del diametro di 32,30 metri, abbellita da un'alternanza di semicolonne con capitelli corinzi, finestre e nicchie, mentre la cuspide della lanterna è scandita da cariatidi angeliche che separano le finestre.

Il campanile di 84 metri è il più alto della città, il concerto delle sue campane attirava anche il maestro Arturo Toscanini che abitava nei pressi.

L'interno

All'interno domina la grande aula circolare contornata dal colonnato anulare in granito rosso che, come il Pantheon, sfiora le pareti, traforate da esedre che formano cappelle, di cui una appartiene all'originale antica chiesa conventuale, dedicata alla Madonna Addolorata.

Ingresso

Giovanni Pandiani, San Vincenzo e Santa Luisa Marillac (1860).

Entrando si osservano due grandi acquasantiere ricavate dalle valve di una conchiglia (tridacna gigas). A sinistra, sulla parete, un bassorilievo di scuola lombarda del XIV secolo che rappresenta la Madonna in adorazione di Gesù Bambino con i Santi Giuseppe, Ambrogio e un angelo musicante.

Cappella destra

Sull'altare un bassorilievo di Giovanni Pandiani (1860,che raffigura San Vincenzo de' Paoli con Santa Luisa di Marillac.


Esedra destra con Cappella del Beato Giovannangelo Porro

Altare della cappella di Giovannangelo Porro

All'interno di essa è sita un'urna contenente le spoglie mortali del Beato Giovannangelo Porro (1451-1505), membro di una nobile famiglia milanese, monaco presso il convento dei Serviti di Santa Maria di Milano (oggi chiesa di San Carlo al Corso). La tomba si trova qui, nella chiesa oggi dedicata a San Carlo, in quanto San Carlo Borromeo sarebbe stato guarito da fanciullo per intercessione del Beato ivi venerato. Si tratta dell'unico caso in cui la Chiesa Ambrosiana, ispirata alle rigide norme di San Carlo, ha consentito l'esposizione dell'urna di un Beato sull'altare di una chiesa.

La vita del Beato è rappresentata nei bassorilievi del XVII secolo e nelle vetrate (1989). Sulle pareti laterali due tele del XVI secolo, a destra "Il Beato riceve l'abito dei Servi"; a sinistra "Guarigione di San Carlo bambino per intercessione del Beato". Sul fondo "Gloria del Beato" di Federico Maccagni.

Presbiterio e Abside

Al centro tra le esedre, si apre un profondo presbiterio con una sua piccola cupola decorata con un affresco di Angelo Inganni (1865) che rappresenta la "Gloria di San Carlo", colonne laterali ed una ornamentazione assai ricca, in cui spiccano le statue di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.

Sopra l'altar maggiore del XVIII secolo (proveniente dalla vecchia basilica), è collocato un Crocifisso in legno dorato di Pompeo Marchesi, allievo di Antonio Canova, ai lati le statue di Sant'Ambrogio e di San Carlo Borromeo. A destra del presbiterio un maestoso pulpito in legno decorato con scene dell'Antico Testamento. A sinistra un affresco di scuola lombarda del XIV secolo che rappresenta la "Vergine in trono e due offerenti".

Esedra sinistra con Cappella dell'Addolorata

In essa ha trovato sistemazione l'altare maggiore della precedente chiesa dei Servi con i due angeli adoranti.

Cappella sinistra

Sempre del neoclassico Marchesi è un bel rilievo marmoreo con San Carlo Borromeo che dà la prima comunione a San Luigi Gonzaga. Sulla parete destra la maschera funeraria di San Carlo.

Cappella delle Confessioni e fonte battesimale

Sopra il fonte battesimale un Crocefisso ligneo policromo del XIV secolo. A questo fonte furono battezzati il Beato Federico Ozanam, il Beato Contardo Ferrini e Armida Barelli.

Convento

G. P. Lomazzo, Orazione nell'orto (Milano, convento di S. Carlo)

Nei locali del convento adiacente la chiesa si conservano le pale d'altare dell' Orazione nell'orto, opera di Giovan Paolo Lomazzo, e quella dell' Assunta di Bernardo Zenale.

Nel 1948-49 Giovanni Testori affrescò le vele. I dipinti non vennero però apprezzati per l'influenza così scoperta di Picasso e, a causa delle proteste della Sovrintendenza, Testori ritenne giusto il ricoprirle. Ancor oggi sono celate.

La Basilica oggi

La Basilica di San Carlo è tuttora officiata dai Serviti, che hanno da anni accompagnato all'impegno religioso, una intensa attività culturale e assistenziale. Nel secondo dopoguerra le personalità più importanti sono state quelle di padre David Maria Turoldo e di Camillo De Piaz che lanciarono un'associazione che prese l'antico nome di Corsia dei Servi. Intorno ad essa nacque una serie di attività che catalizzarono ampi consensi anche tra la borghesia milanese ed appoggiarono fortemente le iniziative a favore degli orfani di Don Zeno Saltini e della sua Nomadelfia. Il successivo intervento della Curia frenò grandemente queste iniziative.

Nel portico a destra della chiesa rimane tuttora una vivace libreria, intitolata a San Carlo.

Bibliografia
  • Santa Maria dei Servi tra medioevo e Rinascimento: arte superstite di una chiesa scomparsa nel cuore di Milano, Milano 1997
  • A.Salvini Cavazzana San Carlo al Corso in Le Chiese di Milano a cura di Maria Teresa Fiorio, Milano 2006
Collegamenti esterni