Sant'Alessio di Roma
Sant'Alessio di Roma Laico | |
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Santo | |
Ambito russo, Icona con Sant'Alessio di Roma (XVII secolo), tavola | |
Nascita | Roma |
Morte | Roma 412 |
Venerato da | Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa |
Ricorrenza | 17 luglio |
Altre ricorrenze | 17 marzo Chiesa ortodossa |
Santuario principale | Roma, Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino |
Attributi | bordone, scala, lettera in mano, corona di fiori, giglio |
Devozioni particolari | Invocato dai moribondi |
Patrono di | Mendicanti, portieri |
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Nel Martirologio Romano, 17 luglio, n. 5:
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Sant'Alessio di Roma, detto "l'uomo di Dio" (Roma; † Roma, 412), è stato un asceta e pellegrino latino. La sua vita è conosciuta dalla Vie de saint Alexis, un poemetto del XI secolo.
Biografia
Secondo la leggenda Alessio, figlio di Eufemiano e Agalé, era un patrizio romano, faceva parte della famiglia D'Alascio-d'Alaise, fidanzato con una donna virtuosa che convinse, la sera delle nozze, a rinunciare al matrimonio. Si imbarcò per la Siria del nord (l'attuale Turchia) per arrivare poi alla città di Laodicea e poi a Edessa (Urfa), dove si finse mendicante.
Ritornò diciassette anni più tardi a Roma a casa del padre,[1] che però non lo riconobbe, dove visse come mendicante per altri diciassette anni. Prima di morire scrisse in un biglietto tutta la sua vita, della rinuncia del matrimonio e della partenza a Edessa. Secondo la leggenda solo il papa riuscì ad aprire la sua mano e a leggere il biglietto, provocando la sorpresa dei genitori.
Secondo un'altra versione della leggenda, Alessio morì come mendicante in un ospedale di Edessa, e rivelò, prima di morire, di far parte di una famiglia nobile romana e di aver rifiutato il matrimonio per consacrarsi a Dio.
Avendo Alessio prestato a lungo servizio presso l'ospedale di Edessa, nel XIV secolo i Lollardi di Anversa presero il nome di Alessiani e, nel XVII secolo, i Fratelli Celliti gli intitolarono la chiesa del loro convento di Aquisgrana e iniziarono a chiamarsi Alessiani di Aquisgrana.
La sua testa è venerata nel monastero di Santa Laura del Peloponneso.
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Bibliografia | |
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