Abbazia di Sant'Andrea in Flumine (Ponzano Romano)
Abbazia di Sant'Andrea in Flumine | |
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Abbazia di Sant'Andrea in Flumine, complesso monastico | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Ponzano Romano |
Località | Abbadia |
Diocesi | Civita Castellana |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Loc. Abbadia 00060 Ponzano Romano (RM) |
Telefono | +39 0765 338310 |
Fax | +39 0765 338024 |
Posta elettronica | info@abbaziadisantandrea.com |
Sito web | |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | Sant'Andrea apostolo |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Fondatore | Carlomanno |
Data fondazione | VIII secolo, metà |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | VIII secolo, metà |
Completamento | XVII secolo |
Soppressione | XVIII secolo |
Strutture preesistenti | Strutture romane |
L'Abbazia di Sant'Andrea in Flumine è un complesso monumentale che ospitò un monastero benedettino, situato nel territorio del comune di Ponzano Romano (Roma), su una posizione dominate presso un importante guado del fiume Tevere e limitrofa al monte Soratte.
Storia
Il complesso monastico di Sant'Andrea in Flumine, la cui origine è incerta, sorge su preesistenze di epoca romana, come ben testimoniano i resti di strutture murarie in opus reticolarum e i pavimenti a mosaico riferibili ad una villa, visibili sul lato occidentale della chiesa.
Originariamente dedicato ai santi Pietro, Benedetto e Andrea, il monastero ha conservato solo il nome di "Sant'Andrea". La denominazione in flumine è un chiaro riferimento topografico al vicino Tevere.
La chiesa abbaziale, secondo il Chronicon (972 - 1000) di Benedetto, monaco di San Silvestro di Soratte, venne fondata per volontà della nobile Galla, figlia di Quinto Aurelio Memmio Simmaco († 525/526), senatore romano e consigliere di Teodorico, la quale prima si ritirò sul monte Soratte quindi fece edificare una chiesa dedicata a Sant'Andrea in agro Ponziani (V secolo).
Il primo documento, che cita per la prima vota il monastero, è una lettera conservata nel Codice carolingio con cui papa Paolo I, nel 762, lo donava a Pipino il Breve, re dei Franchi, insieme al cenobio di San Silvestro al Soratte.
Sicuramente, dall'VIII secolo i benedettini avviarono un’opera di rinnovamento e valorizzazione del territorio agricolo, rendendo il loro insediamento, in posizione strategica, un punto di riferimento produttivo agevolato dalla presenza di uno scalo fluviale - ora totalmente inagibile - che fece del sito un importante snodo per il controllo dei traffici con la città di Roma.
Nel IX secolo, Sant'Andrea era uno delle abbazie imperiali insieme a Santa Maria di Farfa, San Salvatore Maggiore di Rieti e Montecassino.
Nel IX secolo il monastero subì forti danni in seguito alle incursioni saracene e, successivamente, nel 946, fu fortificato con la costruzione delle mura di cinta e di tre torri di difesa, ad opera di Alberico II, una delle quali fu trasformata, all'inizio del XIII secolo, in torre campanaria; il tracciato delle mura è ancora visibile.
Nel 1074, il complesso monastico, insieme ad altre chiese, cenobi, castelli e borghi, divenne proprietà dell'Abbazia di San Paolo fuori le Mura di Roma, a cui tornò dopo un periodo di tempo dal 1285 al 1443, durante il quale fu amministrata da abati commendatari.
Dal 1546 fu di nuovo sottoposta al regime della commenda dei Farnese, finché, dopo un nuovo periodo di autonomia nel XVII secolo, iniziò una fase irreversibile di profonda crisi economica e spirituale del monastero.
Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, a seguito della soppressione di alcuni ordini religiosi e monasteri, l'abbazia divenne fattoria: il degrado e l'incuria provocarono il crollo delle volte di vari ambienti del cenobio, in parte adibiti a stalla.
Nel 1959 fu sottoposta ad un primo restauro che salvò la chiesa ed in minima parte le antiche strutture in gran parte crollate.
L'intero complesso monumentale è stato restaurato in occasione del Giubileo del 2000; i lavori sono terminati nel 2004.
L'abbazia attualmente è sede dell’International Institute of Communication Onlus, ente di formazione che promuove le attività culturali del territorio.
Descrizione
Il complesso monastico, massiccio e di forma irregolare, si compone di due corpi di fabbrica:
- Chiesa di Sant'Andrea
- Monastero
Chiesa abbaziale
L'interno romanico, a pianta basilicale, è diviso in tre navate, con terminazione triabsidata, ed è coperto da un tetto a capriate. La pianta dell'edificio risulta irregolare a seguito di un crollo delle prime quattro campate della navata destra, tra il 1546 ed il 1662, ed al conseguente sovrapporsi alla facciata di altre costruzioni posteriori, per questo motivo oggi si accede alla chiesa da una porta laterale.
Al centro della navata mediana si innalza un pontile-tramezzo, a tre archi con volte a crociera sorrette da colonne, che aveva lo scopo di separare il presbiterio, riservato al clero, dalla navata destinata ai fedeli.
Il presbiterio, sopraelevato, presenta un pavimento in marmo cosmatesco ed è chiuso da lastre cosmatesche; è sormontato da un ciborio con copertura ottagonale sorretta da colonnine, analogo a quello della Basilica di San Lorenzo fuori le Mura di Roma e del Duomo di Anagni, datato attorno al XII secolo, in base ad un'iscrizione che reca anche i nomi degli autori: si tratta di maestro Nicola con i figli Giovanni e Guittone.
All'interno si conservano vari dipinti murali, ad affresco, databili dal VIII al XVI secolo, fra i quali si notano:
- nel catino absidale, Resurrezione di Gesù Cristo;
- nell'arco trionfale, Gesù Cristo crocifisso tra la Madonna e san Giovanni apostolo.
Monastero
Il monastero, con sviluppo su due piani, risale, nell'impianto originario, all'VIII secolo, edificato da Carlomanno (707 ca. – 754), fratello di Pipino il Breve e, dal 747, monaco nel cenobio di San Silvestro al monte Soratte.
Galleria fotografica
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