Abbazia di San Salvatore Maggiore
Abbazia del San Salvatore Maggiore | |
Veduta aerea del complesso monastico | |
Stato | Italia |
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Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Rieti |
Comune | Concerviano |
Località | Pratoianni |
Diocesi | Sabina-Poggio Mirteto |
Religione | Cattolica |
Sito web | Sito ufficiale |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | Gesù Cristo |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Sigla Ordine reggente | O.S.B. |
Fondatore | San Lucerio di Moriana |
Data fondazione | VIII secolo |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | 700 |
Data di consacrazione | 735 |
Coordinate geografiche | |
Lazio | |
L'abbazia del San Salvatore Maggiore (in latino: abbatia Sancti Salvatoris Maioris) è stata un'abbazia benedettina fondata nell'VIII secolo sui resti di una villa romana edificata nei pressi di una strada romana - identificata dalle ipotesi degli studiosi alla fine dell'Ottocento come la via Caecilia - sull'altopiano del monte Letenano, nella dorsale della catena dei rilievi che formano lo spartiacque tra i bacini del Salto e del Turano.
Storicamente nell'Alta Sabina, nel territorio reatino, ai margini della regione del Cicolano, attualmente il complesso monumentale di San Salvatore Maggiore è nel territorio di Pratoianni, frazione del comune di Concerviano nella provincia di Rieti. Il centro abitato più vicino è il paese di Vaccareccia, frazione, anch'essa, del comune di Concerviano.
All'abbazia sono stati soggetti, per secoli, un cospicuo numero di castelli, ovvero di centri abitati, situati nel territorio ad essa più prossimo che costituirono un'unità amministrativa denominata, in seguito, con un neologismo storico, la Signoria di San Salvatore Maggiore.
Entrata sotto la defensio imperialis per disposizione di Carlo Magno, fu per secoli un'abbazia nullius diœcesis ovvero non sottoposta all'autorità di alcun vescovo ma soggetta, in materia religiosa, solamente al pontefice. Questo stato, insieme alla sua centrale posizione geografica e al tradizionale accordo con la vicina e potente abbazia di Farfa, permise a San Salvatore Maggiore, tra l'VIII ed il XII secolo, di accrescere la propria influenza ben oltre il territorio reatino: arrivò ad avere rilevanti proprietà e dipendenze nella Sabina, nel Piceno - dalla valle del Chienti alla valle del Vomano - nella Marsica e addirittura nella città di Roma.
Divenuta, dopo la lotta per le investiture, Romanae Ecclesiae immediate subiecta cioè soggetta per via diretta alla Santa Sede, a partire dal XV secolo venne, di volta in volta, affidata in commendam, direttamente dal papa, a cardinali membri di alcune tra le più potenti famiglie della curia romana (Orsini, della Rovere, Farnese, Barberini) per il prestigio ed il cumolo delle rendite che il titolo assicurava. Alla fine di questo secolo la commenda fu in unione con l'abbazia di Farfa (1494).
Venne soppressa, come abbazia benedettina, dopo quasi novecento anni, nel XVII secolo, progressivamente spogliata delle sue dipendenze.
A seguito della cacciata dei monaci benedettini, nel 1629, venne istituito a Toffia, con parte delle antiche rendite dell'abbazia, un seminario destinato alla formazione dei giovani sacerdoti provenienti dai territori delle abbazie di Farfa e di San Salvatore Maggiore mentre il complesso sul Letenano, fu tra il 1628 ed il 1635, sede di una missione dei padri scolopi restando, dopo il loro abbandono, un centro amministrativo dei territori abbaziali, per il governo della Camera apostolica, insieme al castello di Longone, per buona parte del XVII e del XVIII secolo. Nel 1746 nell'abbazia venne trasferito il seminario di Toffia che vi rimase fino al 1841 quando, una volta che le terre dell'abbazia di San Salvatore Maggiore vennero ricondotte all'autorità di un vescovo, divise tra la diocesi di Poggio Mirteto, appena creata, e quella di Rieti, il seminario fu di nuovo trasferito a Toffia e poi a Poggio Mirteto.
Dopo un tentativo di affidare il complesso, come sede per una missione, ai padri passionisti, tra il 1839 ed il 1854, nel 1880, per sfuggire alle leggi sull'eversione del patrimonio ecclesiastico, il monastero venne riadattato a sede estiva per i seminari di Poggio Mirteto e di Rieti fino al 1915 quando, lesionato dal terremoto della Marsica, dopo un fallito tentativo di restauro negli anni trenta del Novecento, venne definitivamente abbandonato dopo l'ultimo tentativo di assegnarlo ai salesiani tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta del Novecento.
L'abbazia fu quindi venduta nel 1979 dalle diocesi di Rieti e di Poggio Mirteto, che ne condividevano dal 1880 la proprietà, ad un privato il quale, a sua volta, la rivendette, nel 1986, al comune di Concerviano che, a partire dagli anni novanta del secolo scorso, si adoperò per il restauro dell'abbazia facendone un caso di studio.
Il titolo di "abate di San Salvatore Maggiore", sopravvissuto dalla fondazione dell'abbazia nel 735, all'istituzione della commenda nel 1399, all'unione della commenda con Farfa nel 1494 e alla soppressione dell'abbazia nel 1629, dopo essere passato, nel 1841, al titolare della cattedra di Poggio Mirteto, dal 1925 è appannaggio del vescovo di Rieti.
Cronotassi degli abati e dei commendatari
- Adroaldo † (documentato dal 772 al 775)
- Usualdo † (documentato nel 794)
- Leufo † (documentato nell'817)
- Onorato † (documentato tra l'847 e l'855)
- Anastasio † (documentato nell'872)
- Landuino † (documentato dal 1001 al 1017)
- Perenesio † (documentato nel 1049)
- Pietro † (documentato nel 1057)
- L'abate Adenolfo (o Adinolfo), documentato a Farfa nel 1125, già abate di San Salvatore (Maggiore) come riportato dallo Schuster nel suo scritto del 1914.
- Ranuzio † (documentato nel 1221)
- Egidio † (documentato nel 1286)
- Filippo † (documentato nel 1290)
- Pietro II † (documentato tra il 1290 e il 1306)
- Cambio † (documentato nel 1306)
- Bono (o Giovanni) † (documentato nel 1307)
- Francesco Carbone (Tommacelli) (1399-1405): nipote di Bonifacio IX (1389-1404).
- Giovanni Berardi da Tagliacozzo (1447-1449): cardinale vescovo di Palestrina.
Orsini (1449-1503)
- Latino Orsini (1449-1477): cardinale camerlengo e consigliere di Sisto IV, abate commendatario anche a Farfa (1476-1477).
- Giovanni Battista Orsini (1477-1503).
Della Rovere (1505-1513)
- Galeotto Franciotti della Rovere (1505-1508): nipote di Giulio II (1503-1513).
- Sisto Gara della Rovere (1508-1513): nipote di Giulio II.
Orsini d'Aragona (1513-1543)
- Gian Giordano Orsini[1] (1513-1516): marito, in seconde nozze (1506), di Felice Della Rovere, figlia naturale di papa Giulio II.
- Napoleone Orsini d'Aragona (1517-1530).
- Francesco Orsini d'Aragona[2] (1530-1543): vescovo di Tricarico, fratello di Napoleone Orsini d'Aragona.
Farnese (1546-1589)
- Ranuccio Farnese (1546-1563): nipote di Paolo III.
- Alessandro Farnese (1563-1589).
- Alessandro Peretti di Montalto (1589-1623): nipote di Sisto V, ordinò il sinodo del 1604.
- Francesco Orsini (1623-1627): entrato nella Compagnia di Gesù nel 1627.
Barberini (1627-1738)
- Francesco Barberini Seniore (1627-1654): nipote di Urbano VIII.
- Carlo Barberini (1654-1703): nipote di Francesco, promosse il sinodo del 1685.
- Francesco Barberini Iuniore (1704-1738)
- Giovanni Antonio Guadagni (1654-1703): nipote di Clemente XIII.
- Domenico Passionei (1738-1746).
Lante Montefeltro della Rovere (1746-1817)
- Marcello Federico Lante (1746-1763).
- Antonio Lante (1763-1817).
- Luigi Ercolani (1818-1825): tesoriere generale della Camera Apostolica (1814-1816).
- Belisario Cristaldi (1826-1831).
- Giacomo Giustiniani (1832-1833).
- Luigi Lambruschini (1834-1841).
Dal 1841 al 1925 il titolo di "abate di San Salvatore Maggiore" passò ai vescovi di Poggio Mirteto.
Dal 1925 sono i vescovi di Rieti a potersi fregiare del titolo di "abate perpetuo di San Salvatore Maggiore".
Note | |
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Bibliografia | |
Sinodi diocesani dell'abbazia e documenti pontifici
Fonti principali Monografie sull'abbazia di San Salvatore Maggiore
nuove problematiche e prospettive di ricerca, in "Il territorio", nº 3, 1987, pp. 3-30
Sulle dipendenze di San Salvatore Maggiore
Sul governo dell'abbazia e dei suoi castelli
Articoli sul governo dei Barberini durante il periodo della commenda abbaziale
Sul restauro del complesso abbaziale
Fonti ulteriori
fino all’invasione dei Repubblicani francesi nel Regno di Napoli (1798)], Tipografia Petrongari Pietro, Rieti, 1907
Contesto storico
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