Beato Anacleto Gonzalez Flores

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Beato Anacleto González Flores
Martire · Martire
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battezzato
Beato
martire messicano
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 38 anni
Nascita Tepatitlan
13 luglio 1888
Morte Guadalajara
1º aprile 1927
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
Elezione
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 20 novembre 2005, da Benedetto XVI
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 1º aprile
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Coniuge

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Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
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Beato Anacleto González Flores (Tepatitlan, 13 luglio 1888; † Guadalajara, 1º aprile 1927) è stato un avvocato e martire messicano, fu ucciso per la fede cristiana nelle guerre dei Cristeros, fatto Servo di Dio il 22 giugno 2004 da Papa Giovanni Paolo II e beatificato da Papa Benedetto XVI il 20 novembre 2005.

Biografia

Secondo di dodici figli nati dalla famiglia povera di Valentín González Sanitiz e Maria Flores Navaho, Anacleto González Flores fu battezzato il giorno dopo la sua nascita. Un amico del sacerdote della famiglia riconobbe in lui una buona intelligenza e gli suggerì di entrare in seminario, in cui eccelse, tanto da guadagnarsi il soprannome di Maestro. In seguito capì però di non avere la vocazione e dopo aver svolto diversi lavori, iniziò a studiare legge alla Escuela Libre de Derecho a Guadalajara, diventando avvocato nel 1922.

Anacleto era molto religioso, ogni giorni assisteva alla Messa e svolgeva altri atti di carità come visitare i prigionieri ed insegnare il catechismo nelle parrocchie. Nel 1925 ricevette daPapa Pio XI la Croce pro Ecclesia et Pontifice "in riconoscimento alla sua opera di evangelizzazione a favore dei più bisognosi ed in difesa della religiosità dei fedeli messicani"[1]. Flores fu anche un attivista cattolico: era fondatore e capo dell'"Associazione cattolica della gioventù messicana" e del giornale La Palabra, dal quale attaccava l'anticlericalismo del governo di Plutarco Elías Calles. Era anche il fondatore ed il presidente dell'"Unione Popolare", istituita per organizzare i cattolici nella resistenza alle persecuzioni contro la Chiesa.

Inizialmente Anacleto sostenne la resistenza passiva contro il governo, venendo definito il "Gandhi messicano". Nel 1926, tuttavia, avendo appreso dell'omicidio di quattro membri dell'associazione cattolica della gioventù messicana, entrò a far parte della "Lega nazionale per la difesa della libertà religiosa", sostenendo così la ribellione dei Cristeros. Anacleto non imbracciava le armi, ma faceva discorsi di incoraggiamento e scriveva opuscoli, nei quali sosteneva la causa dei Cristeros contro il governo anticlericale; dava anche sostegno economico, vitto, alloggio e vestiti a chi lo richiedeva.

Per cercare di reprimere la ribellione, il governo catturò diversi capi tra cui lo stesso Anacleto, che venne arrestato il 1º aprile ed accusato di aver commissionato l'assassinio di uno statunitense, Edgar Wilkens, nonostante il governo sapesse che ad ucciderlo era stato un ladro, Guadalupe Zuno. Ma Anacleto venne ugualmente torturato: lo attaccarono per i pollici e con il calcio di un fucile gli vennero spezzate le braccia e gli scuoiarono i piedi. Prima di morire disse al suo carceriere:

« La perdono di cuore, presto ci rivedremo dinanzi al Tribunale Divino, lo stesso giudice che mi giudicherà, sarà il suo giudice, allora lei troverà, in me, un intercessore presso Dio »

Subito dopo il carceriere ordinò ai suoi uomini di ucciderlo a colpi di baionetta assieme a tre giovani compagni dell’Azione Cattolica.

Note
Bibliografia
  • Cruz, Joan Carrol, Saintly Men of Modern Times, p.40, 2003 Our Sunday Visitor Publishing, ISBN 1931709777
Collegamenti esterni